depressione (47012)
Anna,18anni (5.1.2002)
Sono
una ragazza di 18 anni, il mio problema inizia circa 2 anni e mezzo
fa, dopo un intervento delicato alla colonna vertebrale, ma penso
comunque che quello che vivo abbia radici più lontane.
sinteticamente dico che sono figlia unica, per vari motivi ho
compiuto il mio ciclo scolastico dalle suore, ho per questo vari
problemi di relazione, ho avuto molti dispiaceri e disillusioni sia
per quanto riguarda l'amicizia che l'amore (non sono mai stata
ricambiata).Poi...arriva l'intervento, mi opero all'estero:in Italia
mi avevano detto che era troppo rischioso. vivo un'esperienza di
amicizia e d'amore molto forte, ma quest'ultima risulta infelice,
come sempre..penso di aver passato in ospedale il mese più
bello di tutta la mia vita...e quando ritorno a casa sono distrutta.
comincia una lenta, inesorabile decadenza. mi accorgo d'improvviso
del male che avevo intorno e smetto di reagire, ho avuto per circa un
anno tutti i sintomi di una depressione che però non è
mai stata curata, caratterizzata inoltre da iperfagia ,ipersonnia e
vertigini.ai miei genitori non ho mai detto nulla e ho finto tante
volte...ma quando non riuscivo a fingere, vedevo che la loro reazione
era sbagliata:non mi capiscono...
Adesso non so se sono riuscita a superare questa presunta
depressione. vivo in questo periodo un momento di forte crisi a causa
della scelta universitaria: voglio andrmene e mia madre non sopporta
la mia lontananza...ma io voglio dimenticare il mio passato, le mie
"amicizie" e vorrei rifarmi una vita. sarà dura..soprattutto
se intervengono il senso di colpa per aver "abbandonato" mia madre e
la conoscenza nell'ultimo periodo di un prete giovane e di una
comunità giovanile della mia parrocchia. il loro comportamento
tanto affettuoso nei miei confronti mi fa venire molti dubbi: non ero
mai stata trattata così da persone estranee e ho paura di
affezionarmici troppo...ho paura di essermi innamorata del prete.
adesso la mia situazione è altalenante: sintomi depressivi per
24 o 48 ore poi stati di euforia (non di gioia) poi rassegnazione e
apatia, questo almeno una o due volte al mese. sfogo il mio senso di
inferiorità su mia nonna, e quando è capitata
l'occasione di andare a una festa di 18 anni sono stata presa da
attacchi di panico, o presunti tali. vorrei sapere se è il
caso di contattare uno psicologo di parlarne con i miei genitori e
soprattutto cosa dire loro...non sono sicura della loro reazione ho
paura che fraintendano. all'università dovrei repndere
psicologia ma non so se è il caso...dovrei curare prima me
stessa? sono davvero in crisi...
Cara Anna, lo sconforto che ti affligge affonda effettivamente le radici non tanto e non solo nelle ultime delusioni che hai subito, ma piuttosto in una serie di piccole grandi mancanze che ti hanno formato all'interno questo enorme ed irrisolvibile dolore .Non devi pero disperare; la vita in fondo può cambiare il suo percorso. E' necessario raccogliere il proprio ottimismo, e proprio nei momenti più bui e cruciali far leva sulle risorse e guardare al lato buono delle cose. Per esempio, la tua giovinezza; hai ancora un lunghissimo tragitto davanti, che potrai riempire delle cose migliori. Non ha importanza quale corso di laurea tu scelga; l'importante è che tu non lo faccia per scappare a qualcosa o per cercare una soluzione che non c'è. Non portarti, infatti, mai dietro le cose che fanno parte del tuo passato. Non dimenticare, in ogni caso, che dalla depressione si esce e gli attacchi di panico si superano; se ti senti davvero in crisi non trascurare eventualmente di contattare un bravo psicoterapeuta della tua zona, che ti aiuterà a ritrovare te stessa ed una dimensione più adeguata.