priva di autostima in cerca di conforto (1464424518519)
Paola, 58
Buongiorno, ho 58 anni sono sposata e ho due figli, uno di 32 l'altro di 27 anni. Sono una persona poco socievole, che parla poco e tende ad isolarsi; Sporadicamente esco con qualche vicina di casa x delle passeggiate.
Mio marito non mi è di aiuto nella socializzazione perchè anche lui è piuttosto chiuso. Quando sono con altre persone provo sempre un senso di disagio; le rare volte che esco per una pizza con i colleghi succede che una volta a casa comincio a pensare a qualche battuta che mi hanno fatto e piango per una notte intera.
Premetto che ho problemi di autostima fin dall'adolescenza a causa del mio aspetto fisico non proprio piacevole e sono stata oggetto di prese in giro fin da bambina. Mi rendo conto di essere diventata anche invidiosa perchè i miei colleghi e le mie conoscenti hanno tutte figli belli e laureati mentre i miei hanno fatto fatica ad ottenere un diploma e anche fisicamente non sono molto attraenti ed inoltre anche loro sono abbastanza chiusi e poco spigliati.
Invidio le persone che ricevono complimenti; io non mi ricordo di averne mai ricevuti. sono stanca di sopravvivere in questa maniera e spesso penso alla morte come liberazione. vi chiedo una parola di conforto.
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Cara Paola mentre leggevo le sue parole ho contattato tanta tristezza e dolore. Immagino che non sia stato facile sin da bambina ricevere carezze negative ( oggetto di presa in giro) da parte di altri bambini, adolescenti e oggi da alcuni colleghi.
Immagino che in questo tempo sia anche stanca di sentirsi oggetto di scherno! Vorrei soffermarmi proprio su questo suo bisogno che ha esplicitato “sono stanca di sopravvivere in questa maniera!” Ha già pensato a come può soddisfarlo?
Mi colpiva la sua frase “Invidio le persone che ricevono complimenti; io non mi ricordo di averne mai ricevuti” … è possibile che lei abbia provato tanta delusione, tanto dolore da non ricordare un momento in cui lei o una persona cara le abbia fatto un complimento, una carezza positiva!
Ora la invito a fermarsi ad immaginare e riflettere con me per donarle uno strumento che potrà riutilizzare. Immagini di avere davanti a lei uno scrigno elegante e prezioso. Dentro vi sono tanti bigliettini piegati e sparsi. Apra lo scrigno e ne prenda uno. Come si sente in questo momento?
Qualsiasi emozione arrivi inspiri e la accolga ed espirando la lasci andare. E quando sarà pronta lo apra. Sul biglietto c’è scritto: “ i miei successi come donna, sposa, madre, lavoro, amicizia”
Questo messaggio che cosa le suggerisce? Come può legare la parola successo al suo essere donna, al suo esser madre? come può associare la parola lavoro, amicizia al successo?
Io vorrei rispondere a questa domanda restituendole un suo punto di forza, una carezza positiva.
Lei è stata una bimba ed un’adolescente che ha sofferto tanto per il suo non sentirsi e vedersi bella, perdendo nel tempo la sua autostima (…premetto che ho problemi di autostima fin dall'adolescenza a causa del mio aspetto fisico non proprio piacevole e sono stata oggetto di prese in giro fin da bambina..) e le esperienze ripetute le hanno riconfermato la sua posizione esistenziale Io non Ok, Tu OK .
Il mondo televisivo ci porta a dare importanza e maggior valore all’aspetto fisico, al denaro, alla posizione sociale che occupiamo. La cultura, il contesto famigliare in cui siamo cresciuti, spesso condizionano i nostri pensieri, desideri, emozioni e comportamenti.
È possibile che nel passato lei abbia preso alcune decisioni che l’hanno portata a vivere accontentandosi, sforzandosi per sopravvivere (copione di Berne) Stanca di tutto questo (sono stanca di sopravvivere in questa maniera), il suo nuovo bisogno è di vivere la sua vita, guardando ai suoi bisogni, alle sue necessità. Come ?
Io le rispondo chiedendo aiuto ad un concetto di “RIDECISIONALITA’” proprio dell’ approccio Analitico Transazionale e che è stato attuato e realizzato concretamente da persone che come lei hanno scelto di uscire da questo copione di vita.
Il percorso non è semplice ma porta ad un cambiamento reale. Infatti se il copione di vita è basato su decisioni che il bambino prende sin dalla prima infanzia, oggi lei può scegliere di modificare le sue scelte, di cambiarle e di prenderle delle nuove.
Questo significa che è la sua via di uscita dal copione non è la morte fisica(spesso penso alla morte come liberazione)
La sua via è proprio lei. La scelta di ridecidere è un suo potere e di nessun altro! Lei lo ha già esercitato in alcuni momenti della vita valorizzando le sue risorse.. Quali ?
Lei ha la capacità di ricevere e dare amore come figlia, donna, come madre. Ha un lavoro che le ha consentito un’ autonomia sociale ed economica. Ha costruito insieme a suo marito una famiglia dal quale sono nati due figli che attualmente sono adulti.
Tutto questo è stato possibile solo grazie a lei, al coraggio che ha avuto nel credere in se stessa e la sensibilità, la dolcezza e la capacità di confortare ed esortare quella sua parte bambina messa alla prova tante volte e che oggi è una donna, una madre, una sposa, una persona che ha tutto ciò che le serve per vivere la sua vita.
Le auguro di aprire tanti messaggi dallo scrigno per riscoprire tutte le sue risorse per sorridere alle nuove opportunità che da questo istante vorrà regalare a se stessa e ai suoi figli.
Dott.ssa Silvia Errico
A cura della Dottoressa Silvia Errico
Pubblicato in data 28/06/2016
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Tags: cambiamento bassa autostima approccio Analitico Trasazionale. parlare poco isolarsi senso di disagio adolescenza problematica morte come liberazione scrigno Ridecisionalità