Ossessione della morte e ansia (1447622633297)
Francesca, 22
Ho compiuto 22 anni da poco, sono figlia unica e ho due genitori che non mi hanno mai fatto mancare niente.
Studio biologia all'università e sono al mio primo anno fuoricorso (cosa che mi fa soffrire un po').
Negli ultimi 3 mesi ho vissuto lontano dalla mia città, a causa di una ristrutturazione della mia casa. Durante questi mesi sono stata in un paesino isolato circondata solo dai miei parenti e ho dedicato la maggior parte del tempo allo studio. Appena sono tornata nella mia città (qualche giorno prima del mio compleanno) ho cominciato a sentirmi a disagio, fino al culmine raggiunto il giorno del compleanno.
La notte cominciavo a non dormire, mi sono svegliata spesso con le mani sudate e tremanti, con palpitazioni e un peso sul petto. Durante la giornata sono sempre angosciata perchè temo possa ritornare una di queste crisi, ma soprattutto non faccio altro che pensare a quando morirò e al fatto che non ci sarò più. Fino ad ora ho consultato altri siti che mi hanno dato risultati discordanti, i miei genitori sono convinti che sia un mio "capriccio" e mi stia inventando questi sintomi.
Non faccio altro che fare "conti" di quanti "anni mi restano" e quando "poco tempo ho" e ogni volta che un pensiero del genere mi salta in testa mi sento in trappola e in forte angoscia. Alle volte, questo è associato anche ad una sensazione di "che ci faccio qui?", "chi sono io?" o semplicemente mi sembra di "guardarmi dall'esterno" mentre faccio qualsiasi azione.
Sono dei momenti che si stanno diradando, ma l'angoscia di fondo e il pensiero fisso della mia morte (e a volte anche di quella dei miei genitori) resta sempre e non mi permette di godermi nessun momento, dal semplice studio ad un'uscita rilassante con gli amici, in santa pace. Quando ho una "crisi" più forte sono tentata di chiamare tutti i miei contatti in cerca di aiuto sperando di "trovare una soluzione", ma poi ritorno in me.
Non sono credente, o comunque sono estremamente scettica, (anche se penso non c'entri molto con queste mie crisi) e quindi non ho "neanche la consolazione della fede", a cui aggrapparmi per quanto riguarda questi pensieri mortiferi. Davvero, non capisco cosa mi stia succedendo, è come se mi sentissi già "vecchia" e penso continuamente che "non mi rimane molto tempo". Ovviamente se ne parlo con altri conoscenti tutti scoppiano in fragorose risate o mi liquidano dicendo "non pensare a queste cose nichiliste", però alle volte non trovo senso alla vita stessa e questo mi causa un malessere costante, che temo che possa rimanermi per tutta la vita!
Insomma sono disperata, voglio almeno ritrovare la concentrazione nello studio per evitare di far degenerare maggiormente le cose.
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Gentile Francesca,
mi sembra, da quanto scrive, che l'angoscia di morte che prova sia da mettere in relazione con il senso di colpa che avverte nell'essere fuori corso, e, forse, è fuori corso proprio perché teme di finire il ciclo di studi e non sa come affrontare il futuro. Non a caso i sintomi sono emersi o si sono intensificati durante un periodo di esclusiva o intensa frequentazione dei suoi famigliari.
La situazione che descrive richiede l'intervento di uno psicoterapeuta (potrebbe scegliere fra i professionisti abilitati alla psicoterapia iscritti all'ordine degli psicologi della sua regione, privilegiando magari quanti offrono il primo colloquio gratuito in modo da capire con chi si sente più in sintonia). Penso anche che sarebbe opportuno iniziare al più presto,in modo da dedicare i prossimi mesi alla terapia e allo studio.
Riconoscere e affrontare tale angoscia è difficile e doloroso ma riserva risultati stupefacenti e consente di condurre una vita piena e ricca di soddisfazioni.
Augurandole ogni bene, la saluto.
S. Bertini
(a cura della Dottoressa Susanna Bertini)
Pubblicato in data 27/11/2015
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Tags: morte dormire genitori disagio, ossessione università palpitazioni