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I blog di Psiconline

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Parliamo di Psicologia insieme ai nostri amici online...

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I denti che cadono

denti che cadonoLA RICHIESTA E LA TRAMA DEL SOGNO

Sono una persona che sogna molto, ma non sogno mai i prati verdi e cose gioiose, ma sempre cose tristi che mi spaventano.
Vorrei chiederle perché sogno avvenimenti spiacevoli?
Ad esempio questa notte ho sognato di essere andata in bagno e di vedere un molare destro muoversi. Ho chiamato mia mamma per farmi vedere. Lei mi guarda e non parla. Poi a un tratto richiudo la bocca e iniziano a cadermi 1, 2, 3, 4, 5 denti che raccolgo nella mia mano.
Piangevo dicendo “mamma aiutami, mamma, cosa mi succede, ho paura !” Ma, stranamente mia mamma non ha detto una parola.
Mi sono svegliata impaurita e non ho più dormito.
Tanti credono in un brutto presagio. Confido in lei, in un’interpretazione più coerente.
La ringrazio anticipatamente per la gentile risposta.
Mary”  

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Terapia estrema

terapia estremaLa conobbi per caso, ad una cena tra amici comuni. Prima di allora non c’eravamo mai incontrati e così quando a tavola, ad un certo punto, venne fuori il lavoro che svolgevo mi sentii guardato con un misto di curiosità e di superiorità dalla giovane donna che mi era stata presentata come Maria Rossi. Alzò le sopracciglia, mi guardò di traverso e:
« Fai davvero lo strizzacervelli? ».
« Béh… sì! - volli minimizzare - o almeno ci provo ».
« Ahaa… Figuriamoci - rispose lei, ostentando un leggero disgusto - ne ho conosciuti io… ».

In realtà, quella sera, a cena, non ci dicemmo molto più di questo. Forse solo qualche altro accenno leggero e disinvolto ma io, che oramai da tempo avevo sviluppato un’acuta sensibilità verso le tensioni dell’anima altrui e tutte le sue proiezioni possibili immaginabili, intuii che tra noi si era creato un qualche genere di legame. Nonostante fossi a cena da amici cari, anche senza davvero volerlo, entrai in quella dimensione interiore di allerta che caratterizza la mia funzione di terapeuta ma che mal sopporto nella vita ordinaria.

In un qualche modo la serata arrivò alla fine.

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E’ ancora il tempo delle streghe

villaggio delle streghe 2Sembra impossibile ma è proprio così.

Questa è la storia di Koffy un ragazzo del Ghana che vive attualmente in un centro di accoglienza per richiedenti asilo. E’ in Italia da sei mesi ed ha più volte chiesto di andare in ospedale per dei problemi fisici, che però alla visita medica risultavano inesistenti.

Solo dopo parecchi mesi egli ha raccontato la sua storia, quando ha ricevuto risposta negativa dalla Commissione per il diritto d’asilo. In realtà la sua storia di vita lui l’aveva già scritta, sebbene in modo riassuntivo, su di un foglio che forse nessuno aveva guardato.

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Non mi fido e non mi affido. Mi castro!

non mi fidoQuesto è il sogno di Consuelo.

“Vivevo in una casa di campagna e condividevo il giardino con i miei vicini.
Lì tenevamo molti animali.

Io ero preoccupata per le condizioni di un cane che mi pareva molto triste.
Così spesso stavo con lui a coccolarlo e a dargli attenzioni, tuttavia pareva non migliorare.

Chiedo consiglio a una delle vicine di casa che era veterinaria. Mi dice di fare attenzione e che era rischioso avvicinarmi troppo al cane perché da un momento all’altro poteva diventare aggressivo.

Io ero stupita, dal momento che mi sembrava alquanto mansueto. Poi, mi dice che, per risolvere i problemi di quella bestiola, sarebbe stato opportuno sterilizzarla …”

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Le emozioni che contano

emozioni che contanoIl lavoro di un medico è pieno di emozioni, come lo è quello di uno psicologo. Nella vita di tutti i giorni, nei centri di accoglienza, io mi lascio prendere da esse senza paura perché mi accorgo che nella relazione medico-paziente l’empatia gioca un ruolo importante.

Il modo di accogliere il profugo, di prendersi cura dei suoi problemi fisici, di ascoltarlo e di sapergli parlare nella sua lingua, lo fanno già sentire a suo agio. E poi arriva la terapia farmacologica.

Questo non avviene quando il mio ruolo è quello di psicologo in quanto le emozioni che contano di più sono quelle del paziente.

Non sottovaluto l’aspetto empatico, ma tutto rimane dentro di me. Ho visto psicologi con le lacrime agli occhi, altri che non riescono a restare tranquilli ad ascoltare il paziente e si danno da fare in modo compulsivo per risolvere con immediatezza i suoi problemi.

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