La trattazione di ciascuna delle metodologie presentate, in questo e nei post successivi, lungi dall’essere esaustiva, rappresenta una riflessione che ha risvolti molto ampi. Rappresenta infatti un’opportunità di lavoro per gli psicologi che si occupano di ambienti educativi, ma anche una possibilità di riscatto e sviluppo per la scuola e (ambiziosamente) per la società. In questa prospettiva le riflessioni condivise si propongono come l’apertura su una strumenti e possibilità di intervento da approfondire autonomamente.
“[…] il «mettere in rete» le diverse intelligenze […] su compiti che richiedano cooperazione e quindi l’uso di abilità diverse, sviluppa all’interno del gruppo lo scambio di conoscenze e competenze e favorisce il crearsi di quella complessità cognitiva che arricchisce ogni singolo individuo anche sul piano sociale, emozionale e comunicativo, creando le condizioni per cui ciascuno si senta apprezzato e rispettato”
(F. Caon & S. Rutka)[1]