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Hez

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messaggi di Hez

  1. Il 19/7/2017 at 01:18, Senza-Anima dice:

    Caro Hez,

    Ho avuto un problema simile al tuo. Io ho ben 21 anni e ho sentito il peso della società per il tempo che ho perso fino ad ora: Non frequentare la scuola di secondo grado (ora sto cercando di entrare a scienze politiche a roma); Non interessarmi a niente e vivere la vita come un vegetale; perdermi un sacco di opportunità con le ragazze. Ora sicuramente li giudicherai come problemi adolescenziali ma ho perso ben 3 anni della mia vita e questo mi pesava sopratutto quando incontravo parenti, amici o conoscenti che mi chiedevano le stesse 3 domande, perché già sapevano che io non combinavo nulla nella mia vita. Ora mi preoccupa un sacco il pensiero che ho in testa: se finirò l'università potrò essere soddisfatto della mia vita? ancora è un no nella mia testa, perché mi segue ancora quel ricordo di tutti i momenti persi della mia vita e di tutto ciò che mi sento mancare: come viaggiare per il mondo, lo studio, gli amori adolescenziali e tutto ciò che riguardava quel momento che ho perso. E ancora tutt'ora me lo sento addosso quando dei ragazzi parlano delle loro esperienze e dei loro progetti, dai parenti che pretendono un buon futuro e lavoro, anche persone che iniziano a conoscermi sembrano stufarsi perché non saprei raccontare di altro. Ma io il tempo che ho perso lo devo accettare perché non lo posso più recuperare, per te invece non credo sia cosi.

    Il tuo psicologo forse non intendeva "accetta la situazione perché non sarai mai fidanzato", in verità credo voleva solamente dirti "accetta la situazione per non farti pesare il tutto" 

    Sono il meno adatto per darti un consiglio, ma vorrei farti riflettere su una domanda: La tua vita l'hai costruita per te o per la società? e se è per te, è veramente ciò che vuoi? 

    Dal tuo post sembra che tutto si muove e tu stai immobile subendo la pressione degli altri indirettamente, ma, tutte questi pensieri che ti colpiscono sono veramente cosi importanti? è importante avere un buon lavoro e dei soldi per conquistare una donna? ponendoti anche che la donna sia una macchina fredda che pensa ai soldi. Beh qui potrei assolutamente dirti che ti sbagli. Mettiamo caso che con l'avanzare dell'età sia importante stare bene economicamente prima di tanti altri piaceri e bisogni vari, pensi che non sarebbe veramente possibile innamorarsi o comunque avere un rapporto stabile? Riflettici meglio, perché forse non esistono due risposte distinte al tuo problema (cioè o è un problema tuo o della donna in se).

    Vuoi sapere dove dovresti fare focus invece? fai focus su te stesso! lavora sulla tua autostima metti i tuoi obbiettivi in primis come il lavoro che è importante per affermare la tua parte creativa (o almeno cosi ho intuito) e liberati dal pensiero che tu devi essere per forza fidanzato/sposato. Quando capiterà ci provi, va bene? ok allora si continua e si fa crescere questo rapporto che crei, ma solamente se lo vuoi tu e la tua futura compagna. in caso contrario, non è un motivo di vita (secondo la mia modesta opinione) essere dipendenti di una persona da avere accanto a tutti i costi (e di qualsiasi oggetto creato dall'uomo).

    Vivi, hai 30 anni e hai comunque molto tempo davanti a te. Forgia il tuo futuro e non prendertela con la vita stessa, perché è dura per tutti non solo per te.

    Un augurio

    Giacomo B. 

     

    Ciao Giacomo, grazie per la risposta. In effetti hai centrato il punto... la cosa migliore sarebbe fare auto-miglioramento, realizzarsi in modo da piacersi di più e quindi piacere di conseguenza.

    Il problema è che quando per tanto tempo non riesci ad avere soddisfazione professionale e, magari, manca per anche la parte sentimentale / sessuale (quest'ultima nessuno la cita mai, non capisco perché), l'autostima si abbassa irrimediabilmente e riesci sempre meno in tutto quel che fai.

    Se ci pensi, a volte basta poco, una ragazza che risponde positivamente al tuo approccio e ti fa capire che sei 'amabile', che hai qualcosa di bello da dare e che lei lo vuole quel qualcosa, che si rivede in te. Oppure una iniziativa professionale che va in porto. Dei rapporti che si rilassano...

    Se per anni vedi solo difficoltà poi è dura essere ottimisti! Tuttavia ci sto provando...

    Però non c'è nulla da fare, quando arriverai alla soglia dei 30 noterai molto di più questa sottile necessità femminile: la struttura solida del maschio. E in questa caratteristica, oltre alla capacità di risolvere problemi, il carisma, il saper affrontare i cambiamenti, le abilità sociali, ci rientra anche la capacità di sapere guadagnare dei soldi... che sono l'unico mezzo che abbiamo per poter sopravvivere... quindi in fondo non le si può nemmeno tacciare di materialismo, perché un minimo di entrate bisogna sapersele procacciare per essere dei maschi che abbiano un minimo di valore.

  2. Ciao a tutti, mi sono iscritto al forum per parlarvi della situazione un po' difficile in cui mi trovo, spero che qualcuno possa darmi una mano. Scusate in anticipo per la lunghezza.

    Tutti i miei amici sono fidanzati. Può capitare che si lascino, ma dopo pochi mesi si rifidanzano sempre.
     
    Io mi considero un ragazzo normale, né bello né brutto, con un carattere un poco introverso... ma probabilmente anche interessante (ci sono tante cose che mi piacciono della vita e che amo fare). E sono single praticamente da sempre. Ho avuto un paio di storie di un annetto l'una (amori intensi ma brevi) e poi solo storielle, ma nemmeno poi così tante..

    Adesso che ho superato i 30 questa differenza tra me e i miei amici comincia a pesarmi molto psicologicamente.

    Il fatto che non abbia una ragazza è duro da sopportare, ma direi che è poca cosa rispetto alla sensazione che provo quando intuisco che faccio quasi 'pena' ai miei amici... è abbastanza evidente che loro provano a non lasciarmi troppo da solo e mi coinvolgono nelle loro uscite anche in presenza delle ragazze; ci tengono a me.

    Io ne sono felice, ma onestamente tutto questo mi fa male. Il confronto con gli altri è impietoso ed è sempre sotto gli occhi di tutti. E' il classico elefante nella stanza che tutti fanno finta di non vedere, ma che vedono benissimo.

    Credo che il mio problema in parte risieda nel fatto che non ho un lavoro stabile. Mi piace lavorare da solo, senza capi né colleghi con cui dover andare per forza d'accordo. Inoltre sono un creativo e mal sopporto compiti monotoni che non hanno niente a che vedere con arte e creatività.

    Da qui la mia difficoltà ad affermarmi professionalmente, il che influisce negativamente sulla sicurezza che ho in me stesso.
    Da questo punto di vista mi sto muovendo per migliorare il mio lavoro e i miei guadagni... anche se si tratta di un miglioramento piuttosto lento.

    Sono un solitario. Nel senso che cerco sempre di stare per conto mio.. ma poi avverto tutto il peso della solitudine. E' un paradosso! E per i solitari la vita è più dura. Come affrontare rapporti lavorativi? come gestire le relazioni di gruppo?

    Tornando al lato sentimentale ripeto che qualche storia l'ho avuta. In questi anni sono uscito con un gran numero di ragazze, ma molte di queste mi hanno fatto gentilmente presente che 'io non sono il loro tipo' oppure la storia finiva sul nascere... e questo di certo non ha aiutato a rafforzare la mia autostima.

    Il risultato è che quando interagisco con una ragazza, adesso, non posso fare a meno di avere dei pregiudizi. Vedo la femmina come una fredda calcolatrice, come un'essere che non potrebbe mai avere interesse per me... a cui interessa la solidità di un uomo e il suo guadagno monetario... non certo la sua personalità.

    Non tento nemmeno più di stabilire un ponte, né con amiche né con sconosciute.. perché porterebbe solo ad altra sofferenza, ad altre delusioni. Diciamo che sto quasi per toccare il fondo... io sono uno che sente molto il giudizio sociale (anche se razionalmente lo ripudio).

    Inutile dire come anche la mia famiglia non mi faccia quasi più domande sul fatto che sono single, ma il loro disappunto è quasi palpabile. I miei cugini sono tutti fidanzati o sposati, come è giusto che sia.

    Questo è tutto il peso dell'essere single a 30 anni, dell'essere un solitario... e del subire il giudizio sociale.
    Questo è il peso dell'aver perso, a forza di feedback negativi, la sicurezza in se stessi.

    Come posso riprogrammare il mio focus? E' ben radicato ve lo assicuro... Secondo voi sono tanto incasinato?
    Soprattutto se penso a quali erano le mie aspirazioni e le mie aspettative una decina di anni fa.
    Sento che non sto rispettando il dono della vita.
    Ma sento pure, forte e chiaro, che la vita stessa non sta avendo rispetto per il sottoscritto... e non so come cambiare le cose.
    Ci provo ogni giorno a dare il massimo, ma mi pare che le cose restino allo stesso punto.
    Frustrazione.

    P.s. un paio di anni fa, in un momento simile, ho fatto un breve percorso con una psicologa della mia città, che mi ha reso consapevole di alcuni aspetti di me che non conoscevo. Ma in definitiva mi trovo ancora in quella stessa, problematica, situazione. Pensate che la professionista dell'epoca arrivò a dirmi che sarebbe stato utile in qualche modo abituarmi alla prospettiva di restare single per sempre... avrei dovuto, ai suoi occhi, trovare un modo per stare 'comunque bene'. Non teneva conto del  fatto che il giudizio della società è impietoso.. e che comunque gli individui hanno forti esigenze di natura sentimentale e sessuale.

    Grazie a chi vorrà scrivere una frase, un consiglio...

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