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Ele0704

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  1. Salve, Il mio fidanzato di 37 anni mi ha lasciata improvvisamente 10 giorni fa dopo 3 anni di relazione e altri 6 di amicizia precedente. Soffre da 5 anni di ansia e depressione, inizialmente, almeno apparentemente, lieve. Da 2 anni in cura da una psicologa e ha già provato anche i farmaci con uno psichiatra prima ma senza risultati. Soffre di insonnia cronica, ansia, nausea che lo porta a mangiare poco infatti è dimagrito tanto, sbalzi di umore, attacchi di panico e di ansia. La causa di tutto è l'azienda di famiglia per cui lui lavora e i problemi causati dai famigliari. Lavora a ritmi pesanti, viaggi all estero più volte al mese da ormai 10 anni. In più le cose per vari motivi non stanno andando come avrebbe voluto e dice che il suo futuro è irrealizzabile (non vuole dirmi di preciso il perché, nel senso che i problemi che ci sono (e l azienda va anche molto bene) a me da esterna non sembrano nulla di tragico,+ altre cose che non vuole dirmi). Da sempre (penso io) ricerca l approvazione del padre, che è fiero di lui ormai ma secondo me continua a sentirsi inferiore e inadeguato. Tra noi è sempre andato tutto bene come coppia, il problema qui è solo la sua depressione. Dieci giorni fa dopo avermi preparato il pranzo, essere stati abbracciati sul divano decide improvvisamente di lasciarmi. E' diventato freddo come un pezzo di marmo e ha tirato fuori cose mai dette prima. E' sempre molto chiuso e maschera abbastanza bene il suo dolore. Dice che non prova più niente per niente e nessuno. Che vuole stare solo, il suo futuro è irrealizzabile ecc. Ieri l ho obbligato a vedermi essendo lui poi sparito. Era in uno stato mai visto prima, immobile sul divano mentre guardava nel vuoto. Continua a dire che deve stare da solo, che lui è cosi, che è sempre stato cosi. Che sa che si pentirà tutta la vita di lasciarmi ma che io devo trovare di meglio, che ho buttato 3 anni a stare con lui. Non gli interessa più niente vuole solo stare solo. Io poi gli ho fatto mille domande e mi ha detto che la famiglia non sa tutto fino in fondo, gli amici nemmeno. Quindi so tutto solo io e la sua psicologa. L ho abbracciato e ha cercato un po' di respingermi dicendo che non è giusto e che devo andare avanti, lo tenevo stretto mentre restava immobile e io piangevo.. era irremovibile. Gli ho chiesto se gli da fastidio se gli scriverò o vorrò vederlo e dice di no. E' completamente solo adesso.. sono molto preoccupata. I genitori sono molto sulle loro io non ho contatti, so solo dove abitano ma se lui mai dovesse scoprire che sono andata a raccontarlo si infurierebbe da morire. Non vuole che lo sappia nessuno.. Tornando alla psicologa gli ho fatto presente più volte che secondo me non sta facendo un buon lavoro, dopo 2 anni di terapia è arrivato a un crollo totale, non è più lui, era la persona più divertente che conoscevo prima. Lui dice che se non ci andasse starebbe peggio.. e su mia richiesta mi ha detto che questa psicologa non parla mai delle relazioni del paziente ne da consigli, ma gli ha fatto intendere che se lui ha intenzione di stare solo e lasciarmi va bene cosi perché mi porterebbe a fondo con me.. Ma uno psicologo non dovrebbe aiutare il paziente a non restare solo??? Ho sentito un amico ma non vuole parlarmi perché non vuole mettersi in mezzo pensando che sia una relazione finita male per altri motivi quando non si è nemmeno accorto di cosa sta passando il suo caro amico. Ho provato a consigliarli uno psichiatra ma non vuole interrompere la terapia con la sua. Io non ho intenzione di abbandonarlo, gli starò vicina da lontano! Mi chiedo.. si può guarire? si può stare vicino a una persona in questo stato che dice che non vuole nessuno?sbaglio ad essere per quello che posso un minimo presente? per ricordargli che non è solo e chi è veramente? So che non si può fare niente che io non abbia già fatto, mi manca solo andare dai genitori o addirittura dalla sua psicologa ma non so se è una buona idea. Se avete qualche consiglio.. non rovinerò la mia vita per questo, ma al momento non lo lascio. Grazie
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