Il piacere nella vita di coppia
Quanti, a chiedere che cosa sia il piacere tra uomo e donna, riuscirebbero a non pensare al sesso? Ed è logico e naturale che sia così. Il concetto stesso di coppia implica l'unione dei corpi, ossia il sesso.
Ma quel che vogliamo chiederci qui è se il sesso sia davvero il piacere fondamentale della vita di coppia. La risposta è, ritengo, semplice: il sesso va certamente classificato tra i piaceri fondamentali, ma non è il solo sul quale poggi l'equilibrio della vita relazionale.
Anzi, è molto opportuno ed auspicabile, in una coppia, che l'intesa tra i due comprenda altre e più sottili forme di scambio e di complicità, e altre fonti di soddisfazione, piacere e gioia. Anzitutto, come ignorare quel piacere che è più diffuso e generalizzato del sesso, ed ancor più concreto: il cibo.
Facciamo una semplice osservazione: il corpo umano matura sessualmente con la pubertà, attorno ai dodici-tredici anni, e rimane adatto al sesso molto a lungo, ma con efficienza e frequenza progressivamente declinanti nella terza età. Si inizia, per contro, ad alimentarsi a poche ore di distanza dalla nascita e non si smette più, vita natural durante. È pur vero che Sigmund Freud si spinse ad affermare la natura sessuale della libido (l'impulso generale al piacere), fino al punto di parlare di presenza della pulsione sessuale nell'infanzia, rintracciabile a suo avviso fin nel piacere orale del poppante. Tuttavia, Freud scandalizzò con ciò una nutrita schiera di filosofi, di medici e di psicologi, che lo contrastarono da vari punti di vista.
Dopo cento anni di dibattito, la discussione resta ancora aperta. Chi scrive si schiera senz'altro con coloro i quali si chiedono perché mai la pulsione orale dovrebbe derivare da quella sessuale, ossia perché la fame dovrebbe essere meno originaria del sesso, visto che essa compare nell'individuo ben prima, dura più a lungo e provoca comportamenti ancor più pervasivi e diffusi.
Sociologicamente, osserviamo che nella nostra cultura gli argomenti e le immagini sessuali sono certamente un richiamo psichico forte, probabilmente più forte di tutti gli altri, come dimostrano i temi utilizzati dall'industria pubblicitaria; e che, di conseguenza, è maggiore il tempo che dedichiamo, volenti o nolenti, al sesso pensato, che a qualunque altro istinto. Ma per quanto riguarda l'azione, mi sembra, sono ben maggiori il tempo, gli sforzi e le attenzioni che dedichiamo al cibo. L'istinto ha sempre basi biologiche: quanto tempo siamo in grado di resistere senza mangiare e quanto senza far l'amore?
Siamo in un paese che mangia già abbastanza, ma assumere consapevolezza dell'importanza delle condotte alimentari anche dal punto di vista della soddisfazione e del piacere, anziché esaltarne la pratica, può favorire l'equilibrio psichico. Ho ricordo di un uomo anziano, che era stato operato di ulcera e che, oltreché mangiare pochissimo, poteva assumere quotidianamente un solo caffè, di cui era stato un consumatore accanito. Non si era perso d'animo: era riuscito a trasformare l'abitudine al caffè in un piacere rituale: ogni giorno sceglieva un bar diverso e riponeva in questo gesto buona parte del piacere alimentare quotidiano.
Esauriti che siano i piaceri della carne, occupiamoci di quelli dello spirito.
Nel rapporto di coppia è importante che esista un buon accordo sui piaceri culturali, mentre è meno frequente riscontrare concordanze nelle attività fisiche. Conosco più di una coppia di coniugi affiatati, entrambi sportivi, che tuttavia non riescono a mettersi d'accordo su questo tipo di attività: lei in palestra a fare aerobica, lui a correre nel parco, lei a passeggio nel parco con i cani, lui in piscina, lui in bicicletta con i figli, lei dal massaggiatore. Ma, direi, queste divergenze possono essere assorbite bene nel rapporto. Anzi, il mantenere spazi propri anche nel tempo libero è necessario quanto il trovare fattori unificanti. Per dirla con il poeta: "Amatevi reciprocamente, ma non fate dell'amore un laccio: / Lasciate piuttosto che vi sia un mare in moto tra le sponde delle vostre anime." (G.K. Gibran, Il Profeta)
Meno bene vanno invece le cose se a non essere condivisi sono le attività più spirituali, come le letture o il cinema o le scelte politiche, o quelle che implicano una significativa vita sociale, come il ballo. Non si deve credere che queste siano attività o piaceri secondari: se questi interessi mancano, si crea una relazione "povera", legata magari alle passioni, o alla routine quotidiana, ma poco capace di evolversi ed accrescersi. Se invece essi sono discordanti, si creano fratture sottili ma profonde, che spingono i due a cercare altrove i propri riferimenti interiori: i valori spirituali e i piaceri ad essi legati sono fondanti del rapporto e concorrono a formare le basi del sentimento di essere una coppia.
Dott. Massimo Rinaldi, Psicologo, Psicoterapeuta - Roma
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