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Il colore viola

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Le profondità del colore viola

“Io credo che Dio si incazzi
se tu
di fronte al colore viola di un campo di fiori
neanche te ne accorgi."
Il colore viola, Steven Spielberg, 1985.

 

Il colore viola: come i fiori in un campo sterminato che fanno tornare il sorriso anche nei momenti più neri. In questo modo Steven Spielberg racconta il suo viola.

Il viola è un colore affascinante. Ha una frequenza tra i 668 i i 789 THz e una lunghezza d'onda tra i 380 e i 450 nm; è un colore transitorio, in quanto è quasi al limite dello spettro visibile, e, comunque, oltre il blu parasimpatico, elemento del sistema RGB.

Nella simbologia cristiana il viola rappresenta l’amore divino e la sua verità; pensiamo infatti alle molte raffigurazioni della Passione nelle quali Gesù indossa una veste viola. Tale riferimento sarebbe da imputare, tra le altre interpretazioni, alla lotta ascetica tra lo spirito e la carne. In alcuni casi anche la Vergine Maria viene dipinta con mantelli di questo colore, a indicare la partecipazione della Madre al sacrificio del Figlio.

Come spiega lo storico religioso Franco Boscione, un altro significato del viola è quello legato al simbolismo delle nozze mistiche tra Gesù e la sua Chiesa. Anche questa unione non avviene senza fatiche e patimenti, proprio come quell’unificazione tra anima e corpo di cui si è già detto. Ecco perché la tradizione cristiana vede il viola soprattutto quale colore della penitenza. È il colore della tensione, del progresso spirituale e della conversione, di cui la penitenza rappresenta appunto un momento importante. Per tal motivo la veste del vescovo è viola, poiché egli è il pastore responsabile del gregge dei credenti.

Viola è anche il colore del settimo chakra, situato all’estremità della nostra testa e conosciuto con il nome di Sahasrara. Al contrario degli altri sei chakra, Sahasrara non governa nessun organo ma, trovandosi al vertice dei centri energetici, è il responsabile del corretto funzionamento della corteccia celebrale e della ghiandola pineale oltre che delle più alte forme di pensiero, quali la trascendenza, la conoscenza e la spiritualità.

Il viola nei Tarocchi

Il XIV arcano dei Tarocchi, subito dopo la Senza Nome, è chiamato Temperanza e rappresenta un angelo che tiene in mano due vasi.

Nei marsigliesi Jodorowsky-Camoin, i contenitori sono di color giallo e rosso; tra i vasi scorre un liquido azzurrino, l’acqua vitale. Il violetto, risultato di uno scambio fra il rosso degli istinti e l’azzurro celeste, si trova in basso, nel piedino della protagonista. Il viola è molto raro nei tarocchi proprio perché rappresenta il segreto supremo: la dominazione dell’Ego per giungere alla vita impersonale.

Alejandro Jodorowsky associa la pace e la salute all’icona angelica, che nella lama non ha un articolo definito. Non è “la” o “l’” e può pertanto essere associata al maschile e al femminile in ottica androgina, di una androginia “elevata”, “cha ha superato la carnalità” e pertanto può “volare fino alle regioni più eteree”. Il maestro scorge due serpenti che, come il caduceo, si incontrano accanto all’estremità violetta della curatrice Temperanza, la quale “ha preso su di sé tutte le energie telluriche e ha dominato la propria libido. I due serpenti sono i poli sessuali, il maschile e il femminile del tantra, oppure i due nadir Ida e Pingala che si allacciano fin dalla base della colonna vertebrale per diventare uno solo, innalzandosi fino alle ali celesti dell’angelo.” [La via dei Tarocchi, pag. 219-20]

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La quattordicesima carta indica la presa in carico dell’altro, dunque, è specchio perfetto della cura, relazione terapeutica. Come nelle carte dei Tarocchi il viola sfugge, anche nella stanza dell’analisi ci troviamo di fronte alla delicatezza di questo elemento che compare nei sogni, negli incubi, nella sospensione del giudizio. Nel processo terapeutico non si raggiunge facilmente questo livello di elevazione e al contempo di profondità, la saggezza che unisce intelletto e azione. Penso a Ippocrate, con il suo progetto di collaborazione tra medico e paziente per affrontare al meglio la malattia. Nei secoli, la medicina allopatica ha indotto molti a credere che per guarire sia sufficiente assumere determinati farmaci a intervalli definiti e regolari ma il padre della medicina ci riporta alle origini della cura. Le terapie complementari funzionano proprio come la Temperanza, ristabilendo equilibri tra mente e corpo, tra inconscio e coscienza, tra ambiente e individuo, in un lento lavorìo che bilancia in modo dinamico le energie tra i vasi.

Prendiamo ad esempio la simbologia dei colori amplificandone la portata nella cura dell’anima. Claudio Widmann ce ne parla in Il simbolismo dei colori (Magi Edizioni), chiarendo come gli stessi abbiano effetto sulla psiche di ogni individuo, sia dal punto di vista fisiologico, sia da quello delle emozioni. I colori parlano un linguaggio archetipico e risuonano in noi come elementi che raccontano storie del tutto personali e al contempo universali.

Ricordiamo ad esempio quel particolare mazzo di violette citate in una lettera a Natalia De Goloubeff, che per lui abbandonò ricchezze, salute e vita, dell’amante eterno, il grande Gabriele D’Annunzio:

Ah, amica, amica mia, come potrò vivere. Tutte le cose più dolci hanno artigli terribili per lacerarmi. Dianzi ho toccato le Violette morte. Quelle della mano di Perseo, e mi sembrava che i miei polsi non battessero più. Dove sei? Dormi nell'orrendo rumore del treno? Pensi al tuo amico? Agonizzi anche tu?

Significati individuali ma anche collettivi, perché a far tesoro dei consigli delle nonne, nelle violette è possibile scorgere il viso dell’amata/o. Se le violette sono morte, come quelle raccontate dal poeta, anche l’amore non sembra godere di ottima salute.

Il colore deriva dalla luce. Cosa c'è di più poetico? Il Sole, la grande luce, è il nostro faro. Viola, il cui colore complementare è proprio il giallo dorato del sole, compare nel cielo al tramonto quindi ci avvicina alla notte portatrice di riflessioni profonde, connessa all’introspezione alla viva potenza dell'ispirazione.  

Se poi vogliamo fare spazio a una tonalità magenta, colore compreso a diversi livelli tra il rosso e il violetto, troviamo la gamma di rosa rossi violacei la cui energia indubbia ci fa subito sentire la potenza della vita nel tramonto. E allora pensiamo alle proprietà calmanti dell’ametista, biossido di silicio dalle sfumature inconfondibili, la pietra che sembra fatta apposta per guidarci verso un sonno ricco di sogni.

 

 

 

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