L'individuo, in questo squarcio di secolo ancora fresco, manifesta il proprio disagio staccandosi e separandosi dal voto elettorale 'democratico' rifugiandosi in un collettivo rimosso.
Attualmente l'elettore vive un sentimento primario, arcaico che coinvolge aspetti emozionali riguardanti l'incomprensione, la svalorizzazione di Sé: si vede tradito, abbandonato e manipolato. E' come se si sentisse considerato un oggetto/voto da catturare. La politica la percepisce come se fosse un oggetto oscuro, effimero che è altro da Sé e lontana dai suoi bisogni quotidiani. E' certo di essere manipolato per scopi poco comprensibili: il dire della politica non corrisponderebbe al fare. La manipolazione altera e transmuta la parola, l'immagine, il gesto e il corpo.