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solitamente

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  1. Ciao Tex, grazie per il tuo intervento. Deduco che tu sia un padre a questo punto. Vedi, tu hai parlato di lavoro, che ti chiudevi nella cella, le torture quotidiane: non credo che di una settimana, lui lavorasse più di 2/3 gg. Quando c'era qualche responsabilità a lavoro, stava a casa. Mia mamma mi raccontava che chiamavano a casa, dicendo che lo aspettavano in riunione, e lui, non riusciva neanche adavvisare, faceva fare tutto a mia madre. Come un bambino che non vuole andre a scuola. Che razza di modello di padre vincente è questo ? Già a 35 anni ? ti sembra un modello di vita da insegnare ai figli ? E cosa pensi, che gli altri non abbiano delle responasbilità ? Tutti al mattino si alzano con la volgia di stare a letto, ma ci si alza e si va a lavorare. Punto. Cmq, al di là delle responsabilità lavorative, qui si parla di rapporto con gli altri, di impegno nel rapporto con i tuoi figli, e tua moglie. E' una vita che mio padre passa settimane a letto, (nel vero senso della parola), ed è una vita che abbiamo cercato di aiutarlo. Era andato anche da uno psicoteraputa anni fa, ne aveva 40 circa, ed io ero nato da poco. Non è servito a molto. L'avevano aiutato con il treining autogeno. Non so, sarà durata 1 anno ? Boh. Non è questione di non capire, ma è questione di capire ciò che gli altri provano quando una persona sta male così, e che non vuole assolutamente farsi aiutare, che quando si alza dal suo stato comatoso di 5 giorni di fila a letto non fa altro che parlare e parlare e parlare e tu non sei pronto a riceverlo, non ce la fai, e lui parla di calcio, di altre capperate, e tu cerchi di ascoltarlo, amarlo, condividere con lui qualcosa in un qualsiasi discorso, e lui, parla, parla, e parla. Non gliene frega nulla di te, tu sei lo strumento perchè lui possa parlare. E poi, il giorno Dopo ? A letto, per altri 3 giorni. E' così da quando ho 10 anni caro tex, è proprio così, e ti passa anche la voglia di aiutare e stare vicino. Cmq, capisco che la sua psicoterapia non abbia funzionato, era andato da Meluzzi ....
  2. ti capisco, anch'io, o meglio anche noi (mia madre, e sorella) abbiamo adottato questa situazione di rifiuto nei suoi confronti. Era molto meglio quando se ne stava a letto, così non rompeva quando era in piedi. Triste dirlo, ma è stato così. Una sorta di odio amore nel quale gestire tutto il rapporto. Davvero difficile portare avanti una vita simile. Non so se tuo papà era proprio così. E' già da un pò che sto pensando di andare da un terapeuta, sento che ho proprio bisogno di parlarne con qualcuno, ti ringrazio per il consiglio, e forse hai ragione: non credo servirebbe molto a lui, più a me. Tanto è un caso disperato, ormai ho perso davvero la speranza. :(
  3. Grazie Ilaria, hai colto in pieno, con la tua ultima frase, ciò che è mio padre, e mi sento di condividere con te questa mia frustrazione. Hai ragione: in eterno lutto, in eterno dolore, in eterna difficoltà ad alzarsi, ad aiutarsi ed aiutare. Questo, al di là di tutto, so che provocherà un vuoto enorme in me. Quando si alza, quando cerca di interagire con noi, non sa altro che parlare di calcio, incazzarsi con il mondo intero, o parlare dell ultimo film cha ha visto alla tv. Discussioni davvero superficiali, che dimostrano la sua incapacità a guardarsi dentro, a capire e capire gli altri. Sa fare SOLO questo da una vita, e non ascolta: non puoi infilare davvero una parola con lui, perchè ti parla sopra in continuazione. Che razza di rapporto è questo ? A volte ti viene da mandarlo a quel paese davvero, non sai quante volte ho provato a riflettere, indicargli la strada giusta, le vote che ho provato ad avvicinarmi. Buia quella camera, come lo è il mio rapporto con lui. Si imbottisce di Control, ne prenderà non so quante pastiglie al giorno, forse una scatola addirittura. Ora, ha tutte le sue fisime da ipocondriaco: verticolite, male al "tallone", febbre perenne, mal di stomaco, mal di schiena: credo che si sia fatto tutti i mali da solo. L'hanno scelto per espiare le colpe del mondo. Sarcastica visione per descriverlo quando, anzichè andare al lavoro, veniva a dirci che non stava bene per una o per l altra cosa, e stava a letto. Quel suo continuo bisogno di giustificarsi agli occhi di tutti, come un bambino, lo fa ancora oggi, a 70 anni. Quello che mi fa male, è mia madre. Non so come abbia fatto a stare con lui fino ad ora, forse perchè non ha mai lavorato, e non ha nulla, ma l idea di lei con lui così, quindi, da sola, con lui che si alza e brontola su tutto, che urla sempre, che insolentisce, che ce l ha con il mondo intero, che dice che non sopporta più questo mondo di merda, insomma, la vedo davvero dura. Che cosa farà mai mamma ? Che immagine mi rimarrà di mio padre ? Che cosa potrò emulare di lui in una mia famiglia futura ? Ho solo insicurezze e paure, non ho mai visto in lui la forza della vita, solo la paura e l'incertezza. Forse per te, Ilaria, è stato ancora diverso, perchè sei stata figlia, ma per un maschio, che inevitabilemnte si deve specchiare in suo padre per proiettarsi in una famiglia, beh, è davvero tanto diverso, è dura, e ci si sente davvero insicuri. Grazie per la gentile attenzione
  4. Buongiorno a tutti. Sono qui, per tirar fuori qualcosa che fa male. Ma ci proverò. Inutile dire che si tratti di mio padre, come avrete letto dal titolo. Sono un ragazzo di 29 anni, che sta cercando di capire e riflettere sul rapporto con il padre. Breve excursus: mio padre è sempre stato debole, una persona che non ha mai voluto affrontare la propria vita, si è sempre messo da parte per tutto. Non si è mai preso grandi responsabilità: i miei, litigavano già da quando ero piccino (4/5 anni), appartengono ad una famglia di vecchio stampo, legata ad origini nobiliari. Forse mio padre non avrebbe mai dovuto farsi una famiglia, perchè non è mai stato in grado di esser molto presente. Non si è mai voluto prendere responsabilità per comprarsi una casa, abbiamo vissuto con l'affitto sempre. Eppure, era dirigente Fiat, di soldi ne aveva. E' andato spesso in depressione. Già da quando ero piccolo, me lo ricordo a letto per giorni interi, nella sua camera buia. Non è mai cambiato, di fronte a qualsiasi problema, si è sempre oscurato in quella camera, non presenziando, mai. Eravamo io, mia mamma, e mia sorella la famglia sempre presente. Lui c'era, e si faceva sentire, ma spesso con l'oscurità della sua camera. Con il passare degli anni, è peggiorato, come tutt'ora. Sempore più insicuro, aggressivo (ha quasi 70 anni oggi), insultante nei confronti di mia madre (che soffre da una vita e non ce la fa più), e nei miei confronti. Mia sorella se ne è andata 4 anni fa di casa, si è sposata, e da allora le cose sono peggiorate a vista d'occhio. Vi scrivo questo perchè, sento che mi manca un punto di riferimento maschile (a 29 anni), un padre sicuro, un padre che ti mostri la via, un padre che ti dimostri che con il sudore e la fatica si ottiene quel che si vuole. Un padre presente, comprensivo. Non mi è mancato l'amore, quello no, ma la presenza e la figura di riferimento, si. Oggi ennesima discussione, tra urla ecc. Ho tentato di consigliare loro di fare un mutuo, vivono in una casa a 900 euro di affitto più spese incredibili, e dovrebbero fare un trasloco nuovamente (200 mq). E' staltato come al solito, aggressivo, mi ha aggredito dicendomi le peggiori cose. Ieri, vedendolo molto giù, triste, depresso, deperito, con 2000 problemi di salute (che avrà, ma enfatizza per non aver scuse per stare a letto), gli ho detto che gil volevo molto bene, che mi spiaeva vederlo così, e che avrei fatto qualsiasi cosa per lui, per aiutarlo, e lo pensavo davvero. Oggi, dopo la discussione, mi ha insultato, dicendomi di evitare di dimostrargli il mio bene, che non se ne faceva nulla. Mia madre è devastata, lui non fa altro che stare a letto, non fa altro che isolarsi, salvo poi alzarsi e vessarti di parole senza farti infilare un discorso. Non ti ascolta. Non mi ha mai ascoltato, c'era solo lui. Logorroioco, ansioso, depresso bifasico, ipocondiraco, aggressivo, insicuro ed instabile. Non so se mi spiego. Non so come fare per aiutare mia madre, e in parte me, per il mio rapporto con lui. Gli avevo detto che avrei pagato anche un terapeuta, se l'avesse voluto. Sono parole che sente, ma non fa nulla per cambiare. Sa solo chiudersi in camera al buio, per non affrontare le sue frustrazioni e la sua vita. E' dura ragazzi, è dura. Vi ringrazio per l'attenzione
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