Vai al contenuto

athena

Membri
  • Numero di messaggi

    42
  • Registrato dal

  • Ultima visita

Contenuti inseriti da athena

  1. athena

    controtransfert

    Cara Juditta, sapendo che sei vicina alla terapia sistemica, spero ti possa far piacere conoscere anche il sito che trovi a questo link http://www.terapiasistemica.info/larete/2006/schinco.htm Da quando l'ho trovato in rete (ormai due anni fa) leggo questa pagina nei momenti tristi, trovandola veramente terapeutica. Ed esemplificativa de controtransfert (visto che è stata scritta da uno psicoterapeuta). Mi farebbe piacere che almeno qualche riga venisse letta da tutti.... Eccone uno stralcio: ... Dopo un lungo e faticoso percorso, che ci ricorda, per il suo andamento ascensionale, un’escursione in montagna, dopo esserci lasciati sempre più indietro e più in basso un mondo di caos e di apparenze, improvvisamente, ad una svolta del sentiero, la Verità si manifesta con potente immediatezza. Chi ha camminato in montagna conosce questo sùbito smarrimento, il silenzio che si impone e ci arresta almeno per un momento quando la vetta – o la vallata – improvvisamente appare. Quando si riparte, tutto è cambiato: non più noi ci affatichiamo verso la meta di nostra iniziativa, ma è la meta che ci attrae, irresistibilmente e a dispetto anche della più pesante stanchezza. Così in terapia, un lungo e sovente faticoso percorso dialogico crea una condizione di affratellamento, che permette al nostro cliente e a noi terapeuti di tollerare un’attesa a volte snervante, consumata nel togliere, più che nell’aggiungere. “L’arte sta nel togliere” è stato giustamente detto, principalmente nel togliere sostanza a ciò che sostanza non è, a togliere causa a ciò che causa non è, a togliere identità a ciò che identità non è, a togliere negazione, colpa, necessità, irrimediabilità. A questo punto, ciò che ci appare, è qualcosa di vivo e personale, un tu, appunto, che però non dobbiamo essere troppo precipitosi di voler identificare nella persona che vediamo seduta davanti a noi, anche se quella persona è certamente “parte di” questo “tu”. Amore mio Nel momento del cambiamento il terapeuta e il cliente fanno esperienza di qualcosa che, perlomeno in minima misura, se si è stabilita una qualche alleanza terapeutica, sapevano intellettualmente oppure intuivano in modo vago: essi non sono separati. Sulla natura di questa loro comune appartenenza è opportuno fare qualche precisazione, perché anche in questo caso “l’arte sta nel togliere”. Momenti in cui una profonda identificazione tra cliente e terapeuta acquisisce i caratteri della fusionalità sono infatti possibili: sta al terapeuta, quando li avverte, governarli. Innanzitutto domandandosi da quale tipo di richiesta del cliente possono essere innescati e, sull’altro versante, da quale propria peculiarità di carattere del terapeuta o circostanze possono essere favoriti. Sono passaggi a volte indispensabili, spesso preziosi, ma pericolosi per entrambi. Caratterizzati dall’indifferenziazione, potremmo definirli come aspetti primitivi della relazione che caratterizza la psicoterapia, destinati ad essere trascesi così come si guada un torrente impetuoso… operazione che richiede sempre una certa cautela. Peraltro il percorso terapeutico, e in modo particolarmente intenso il momento del cambiamento, è esperienza dell’alterità. Chi è questo cliente seduto qui, ora, di fronte a me? Quali sono le sue appartenenze e le sue peculiarità che sfuggono a tutti i miei pregiudizi e a tutte le mie mappe? Ed io cliente chi sono, dal momento che, mentre la matassa della psicoterapia si dipana, mi scopro più autentico in immagini di me che non avevo mai preso in seria considerazione, e non mi riconosco più in immagini, maschere e costumi a cui – nel bene e nel male - ero molto abituato? Poiché l’amore è tensione sotto molti aspetti, innanzitutto tra l’appartenenza che ci accomuna e l’alterità che ci distingue; tensione tra il nostro esserci reciprocamente inventati e il nostro soprenderci nello scoprirci differenti, continuo e diverso alternarsi di tensione e risoluzione tra desiderio, appagamento, delusione, rinuncia, meraviglia; poiché, mentre il difetto d’amore porta all’aridità e all’irrigidimento, e viceversa l’eccesso si risolve in paludosa stagnazione oppure violenza, il giusto amore genera novità, cambiamento e sviluppo… è legittimo denominare “amore” la relazione terapeutica. Però l’universalità di questa esperienza è realizzabile solo nel limite, nell’unicità storica e circostanziale di quei due – o più – irriducibili “altri” che trascendendo gli irripetibili momenti e luoghi del loro incontro si scoprono insieme, quindi è ancora più appropriato definire questo amore, non certo per volontà di potenza o per possesso, come amore mio.
  2. Ciao Marilena e grazie per aver confermato la sensazione, anzi la certezza, che avevo espresso in precedenza. I passi avanti si vedono eccome. E chi l'ha detto che ogni volta bisogna fare dei km....? Chi va piano va sano e va lontano! Vogliamo forse affossare i proverbi?
  3. Ciao Bissa! Sai, mi è piaciuto tantissimo questo tuo pensiero! ...." mi riuscirà meglio, per me stessa e la mia vita".... Mi sembra un pensiero adulto, maturo, tranquillo, concreto.... diciamo un bel modo di indirizzare la nostra mente e i nostri pensieri nella giusta direzione. Grazie per averla scritta! Ne voglio far tesoro E un abbraccio calorosissimo a te e uno un po' più delicato alla tua piccola! Buon percorso di crescita ad entrambe!
  4. A questo proposito.....forse qualcuna di voi sa che prima di intervenire nel forum ho avuto il piacere di leggere tutte le pagine precedenti. Ho detto apposta piacere proprio perchè ho letto tutti i post non con curiosità morbosa ma con affettuosa partecipazione. La cosa che mi ha colpito di più è stato vedere il cambiamento che è avvenuto in ognuna di voi. E, credetemi, tutte voi avete fatto un ottimo cammino e, vi ripeto, viste "da fuori", avete fatto grossi e importanti cambiamenti. Dunque è stato come leggere il vostro diario. Ecco la domanda. tenete un diario del vostro percorso? Scrivete su un quaderno i resoconti delle sedute? Io l'ho fatto (purtroppo ho iniziato a metà strada e mi mancano i primi mesi, accidenti) e penso che tra qualche anno sarò curiosa di riprendere in mano i miei quadernetti stropicciati (molte pagine, bagnate dalle lacrime, sono accartocciate) e rileggere con tenerezza la storia di una bella parte della mia vita..... Qui lo confesso....ho sempre segnato anche il suo abbigliamento!
  5. No problem....partiremo con un nuovo thread. Hai già trovato il titolo!
  6. Oh povera me! Io sto alla saggezza quanto il diavolo all’acquasanta! Lo dimostra il fatto di essere con voi a frequentare questo forum! Faccio parte anche io della vasta schiera che predica bene e razzola male. Ho confessato subito di essere ancora innamorata del mio psi! E dunque capisco benissimo il tuo momento di sconforto, di senso di abbandono e di vero e proprio dolore. Pensa che io non lo vedo da più di sei mesi. E mi manca tantissimo…… Che fare in questi momenti? Non bisogna indulgere alla malinconia (la mia bestia nera), ma cercare di reagire e prendere in mano la situazione! E pensare che noi possiamo sempre averlo con noi nella nostra mente e nel nostro cuore. Non siamo vicini fisicamente? E allora lo siamo mentalmente. Un rapporto unico e solo nostro! E quindi non sei più sola…. i tuoi punti di riferimento diventano due: tu stessa (come ben dici) e LUI (la sua forza, la sua presenza, il suo fare benevolo, la sua tranquillità) nella tua mente. Un sorriso!!
  7. E’ inutile girarci intorno. La cura per il disagio esistenziale che proviamo e che ci ha condotte alla psicoterapia è al 90 % l’amore. Stabilito questo, è forse meglio allargare il nostro orizzonte e spostarci di prospettiva; dall’amore principalmente inteso come relazione amorosa tra due individui dobbiamo passare a considerare l’amore come respiro universale, come spinta all’azione e farcene avvolgere completamente. Io penso che sia questo il tipo di amore che i nostri psi “maneggiano”. Quanto prima riusciamo ad accorgercene, tanto prima ci avviciniamo alla guarigione. Ecco che allora, quasi come girando l’angolo della strada, anche noi siamo illuminati da questa luce e vediamo meglio la strada da percorrere. Dunque buttiamoci a piene mani nell’amore che viviamo nella relazione terapeutica e lasciamoci condurre verso la conoscenza di un amore più adulto e duraturo! Detto ciò, non possiamo/dobbiamo dimenticare che la psicoterapia è un lavoro per gli psicologici e che noi abbiamo accettato il contratto stipulato con loro. E’ giusto dunque che si paghi per essere curati. Ma non mi piace la definizione di “amore a pagamento”. Non andiamo in psicoterapia per essere amate. L’essere amate è necessario per guarire. Tutto qui. Un abbraccio “amoroso” a tutti!
  8. Ciao Margherita! Mettiti tranquilla, non hai fatto scappare nessuno. Ecchediamine, poi, saresti una vera campionessa se avessi "abbattuto" uno psi in tre messaggi!
  9. mhmmm.... ne sei così sicura? Prova a pensare al comportamento che avresti avuto qualche mese fa alle stesse parole che ti ha detto venerdì.... avresti avuto la stessa reazione? E soprattutto, ti avrebbero colpito a fondo o avrebbero solamente rimbalzato su di te, picchiando sulle tue barriere difensive? Se le parole ti colpiscono, è perchè hai abbassato le difese. Grande inizio di cambiamento! E poi dici di essere più consapevole. E' un grande successo, non dovresti sentirti giù, ma esultare alla grande! Penso che tu abbia ormai capito che la meta finale è proprio la consapevolezza. Una volta trovata la consapevolezza, hai in mano la chiave del cambiamento. Dunque.... Certo che a questo punto bisogna rimboccarsi le maniche. Lo psi, con tutto il bene che può volerci, non può far altro che indicarci la strada. Poi, il cammino, dobbiamo farlo noi, con le nostre gambe. Loro sono una guida e, poverini, ci tirano parecchio per farci muovere i primi passi. Ma la vera soddisfazione, per entrambi, noi e loro, è quando iniziamo a muoverci "motu proprio". E mi sembra che tu stia camminando ben ritta sulle tue gambe!
  10. Cara Juditta, credimi, ti sono davvero tanto vicina. Capisco benissimo il momento che stai vivendo e le sensazioni che ti si stanno aggrovigliando nello stomaco. Lo so perché ci sono passata anche io. E ti sono vicina soprattutto perché è proprio questo, forse, il momento più duro della “cura”; ma è un grande momento, forse quello risolutivo. E’ vero che lo psi ha grande potere su di noi, quando le sue parole ci colpiscono così fortemente. Ma altrettanto fortemente siamo noi a cambiare e il dolore e la sofferenza che stai provando non è per le parole che sono state rivolte; è il dolore provocato dal cambiamento di noi stesse. E' guerra, è lotta. Continua a combattere. sono ferite che spianano la strada alla vittoria! Un abbraccio forte!
  11. Ma no! Non buttiamola sul tragico! In fin dei conti solo a me è andata così ... beh, anche a Turbociclo, mi pare di aver capito ... e, forse, a "solo" qualche altro orfano che è passato dal forum. Ne sono sicura: non a tutti , forse molti .... forse "quasi a tutti" .... Che stress.... Ciao Juditta!
  12. ehmmm.... appunto per concludere la mia presentazione ... .... il mio avatar è proprio Sabina Spielrein di Prendimi l'anima. Come la capisco, con tutto quello che ha dovuto passare con Jung!
  13. Grazie per i complimenti! Ma, che dire, sono davvero tenace! .... sopravvissuta a due anni e mezzo di psicoterapia, caduta nelle sabbie mobili del transfert praticamente dopo tre mesi dall'inizio della cura, dopo aver lottato da sola contro di loro (lo psi e il transfert) perchè il forum non esisteva ancora, terminata la psicoterapia sei mesi fa e ancora innamorata persa...... è la dimostrazione che sono veramente "testona". No?!?!
  14. Ciao Elli! I libri sono la mia passione e ne cerco e ne scovo da tutte le parti. Ottimi i consigli che ti sono già arrivati. Io potrei aggiungere: - "Diario di bordo. Storia di Malinka e del suo dottore" di Fabrizio Rizzi (Bollati Boringhieri). E' la narrazione di un caso, ma non solo clinico (relativo al disturbo alimentare di una giovane donna) ; più complessivamente, è relazione di una rete di relazioni: terapeuta e paziente, terapeuta e supervisore, terapeuta e famiglia del paziente, paziente e famiglia, supervisore e paziente, terapeuta ed amica… E' stato scritto proprio da uno psicoterapeuta e ... direi che lo psi prova "molto" per la sua paziente ... ehmm, sono stata spiegata?! Diciamo che forse possiamo comprendere cosa prova e come pensa uno psicoterapeuta E poi il mio preferito: - "La cura Schopenhauer" di Yalom Irvin (Neri Pozza). Anche Yalom è uno psicoteraputa (e anche molto famoso negli USA) e racconta l'emozionante vicenda di una psicoterapia di gruppo; dunque anche in questo libro possiamo trovare narrati i sentimenti e le emozioni provate "dalla parte dello psi" e, credetemi, è un libro davvero bello e da leggere! Sappimi dire. Buona lettura!
  15. Pant, pant.... eccomi! Ho finito di leggervi.... Guardate cosa ho visto per caso stamattina su internet: "In Treatment" al via su Cult (Sky) in autunno...... Sarà Cult, canale 142 di Sky, a trasmettere, probabilmente in autunno, In Treatment, serie tv che ha ricevuto dalla HBO un ordine per una prima stagione fiume da ben 43 episodi, che la rete ha trasmesso per 5 sere a settimana. Al momento non sappiamo dirvi altro sulla trasmissione italiana, ma abbiamo già avuto modo di parlare della serie, remake dell’israeliana BeTipul e incentrata su sedute psicanalitiche di 5 personaggi diversi: il terapista Paul Weston (Gabriel Byrne) analizza infatti Laura (Melissa George), una donna con problemi affettivi che si è innamorata di lui, Alex (Blair Underwood), pilota della Marina che ha ucciso 16 bambini sganciando una bomba su una scuola irachena (unico storyline “variato” rispetto alla versione originale, che parlava invece del conflitto israeliano-palestinese), Sophie (Mia Wasikowska), una teenager ginnasta olimpionica che idolatra il suo allenatore e che è sospettata di aver cercato di togliersi la vita, e una coppia sposata (Jake e Amy, Josh Charles e Embeth Davidtz) che deve decidere se abortire o meno; la quinta puntata è invece dedicata a Paul, che viene a sua volta psicanalizzato da una sua collega, Gina (Dianne Wiest), spesso in coppia con la moglie Kate....... ....ma allora è una malattia mondiale, la nostra?! Ciao a tutt*
  16. Rispondo a Froggy ma ringrazio con questo post tutti quanti mi hanno dato il benvenuto! E ci tengo a dire che non ci vuole coraggio a leggervi. Siete un vero arcobaleno di sentimenti che vanno dal dolore alla gioia passando attraverso mille sfumature di emozioni. Stare con voi è un piacere, è nuotare in un mare di parole, idee ed esperienze che ritrovo nella mia mente e nel mio cuore e che riuscite a scrivere con vera partecipazione. ....diciamo che più che coraggio ci vuole tempo!!
  17. Buongiorno a tutti! Mi sono imbattuta in questo splendido forum perchè....ma sì, ammettiamolo subito, soffro del vostro stesso "disturbo". Ho iniziato a leggervi circa una settimana fa e ora sono a pagina 112 della discussione. Ho intenzione di leggervi tutte/i prima di buttarmi nella mischia; posso dire, però, che già sento di conoscervi tutt* e di essere in grande sintonia con voi. E così non ho resistito alla voglia di salutarvi e di inviare questo mio primo post. (abbasso le resistenze! ) Proseguo nella lettura il più velocemente possibile..... Spero di poter raccontare anche la mia esperienza e di essere accolta da voi. A presto!
×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Navigando questo sito accetti le nostre politiche di Politica sulla Privacy.