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lori88

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  1. Questo è vero, però ho passato gli anni proprio a giustificare certe cose, a vedere il buono di certe cose e non ha prodotto solo effetti positivi. Io avrei un carattere indipendente, sarei matura per molte cose, ma mi trattano da perfetta immatura con frasi anche denigratorie, che all'inizio non mi facevano un baffo, mentre negli ultimi annetti sì, forse proprio perché ho smesso di studiare musica, che era la mia fonte di autostima, fiducia, gioia e dolore. Se succedesse questo in un altro contesto, si riuscirebbe a farsele scivolare comunque? Non credo! Potrei avere mille possibilità e sfruttarle tutte male, mentre sarebbe meglio avere poche possibilità e riuscire a sfruttarle con tutta la fiducia possibile. Adesso ricomincio pianoforte ma devo pagarmi le lezioni, non ho abbastanza soldi nemmeno per i libri dell'università, ma, per vederla dal lato positivo, non devo comprare libri del tipo Chimica Fisica da 100 euro... Non riesco a capacitarmi comunque come una persona possa ripiegarsi su se stessa all'improvviso in questa specie di debolezza psicologica...ho un po' di orgoglio anche io eh...!
  2. Vivo in una contraddizione. Da quando sono nata ho dimostrato un carattere indipendente, coraggioso, avventuroso e determinato, ma i miei genitori hanno sempre avuto l'atteggiamento di infantilizzare i propri figli, di viziarli, di accomodarli, di non dar nessuna responsabilità e di non vedere tratti del nostro carattere indipendenti, tendendo perciò a sfiduciarci. (Di conseguenza non li ho mai considerati miei genitori e promuovevo altri come mie guide). Questo mi ha creato delle pressioni in alcune scelte della mia vita soprattutto nell'adolescenza, per cui ora mi ritrovo insoddisfatta, con un senso sciocco di vuoto, sciocco perché "avrei tutto" secondo i miei genitori, ma io non sono mai stata così e lo so da sempre. Non so se volutamente o meno si dimostrano cieci, hanno un fare "buonista", atteggiamenti simili, per cui anche dialogarci non è il massimo, e se ti dimostri indipendente diventano pesanti, cercano di farti sentire in colpa e farti sentire un ingrato. Non che io ci stia particolarmente male o mi senta in colpa, ma ho dei rimpianti, come già ho scritto. Se non avessi lasciato il Conservatorio ora potrei lavorare, insegnare, inserirmi in un ambiente, come altri ragazzi fanno, e invece no, devo stare casa e studiare all'università cose che non m'interessano particolamente. Non ho un amore, non mi sono più entusiasmata nemmeno per questo da quando ho lasciato il Conservatorio, ho scelto persone sbagliate che non avrei mai scelto, mi sento una vecchia da anni e adesso mi ritrovo ad avere dei comportamenti per me antipatici: infantili! Sto cedendo a qualcosa? Non so cosa fare, non riesco a comportarmi normalmente, è come se stessi diventando affettivamente dipendente (a 20 anni?!), mi da problemi nel relazionarmi e nello studiare, ho avuto atteggiamenti infantili anche quando ho provato a lavorare. Mi vergogno di me e cerco di non sentire il malessere che mi provoca e accontentarmi, ma non concludo niente e penso spesso al suicidio perché mi sento inutile e forse perché sono stata io a rendermi inutile e non me lo perdono. Mi vergogno perché certe persone ridono di me e dicono che sono dipendente dai miei genitori (affettivamente). E' come se toccasse più tasti insieme che non riesco a identificare. Potete farmi capire meglio perché ho queste reazioni? GRAZIE MILLE PER IL VOSTRO TEMPO.
  3. Penso che siano delle esperienze pesanti se vissute da giovani, perché è un periodo in cui si ha bisogno dei genitori anche se si ha un carattere indipendente, si ha bisogno di costruire il proprio futuro e di trovare un equilibrio. Ma al di là di quello che è successo sei una persona forte, sei riuscita a stare vicino a tua madre senza farle vedere la sofferenza che ti dava vederla così, soprattutto le sei stata accanto, non è una cosa scontata, non tutti sarebbero capaci di essere così generosi, con spontaneità. Hai delle buone qualità con cui andare avanti, penso che il fatto che tu "sia sola" renda tutto più angusto, perdere i genitori amplifica le emozioni, a qualsiasi età, anche se avessi 50 anni, i figli grandi e una vita tranquilla. Quindi conta tantissimo sui rapporti, su nuove amicizie, lascia stare i vecchi rapporti se non ti danno un senso di freschezza. La psicologa ti aiuta? Non capisco perché mentre stavi col tuo ragazzo ti sei messa con il medico. Provo a giustificarti: era la situazione a farti stare male e a farti fare queste cose, o l'avresti fatto in ogni caso? Non ho capito neanche io che lavoro fai?
  4. lori88

    Mi sento una fallita

    Vi ringrazio, mi sono fatta un regalo per Natale: ho preso un pianoforte nuovo! Non so se è una pazzia in realtà mi sembra una cosa naturalissima! Anche se mi costa e devo rinunciare ad altre cose. Forse ho fatto una pazzia! Ho contattato un ragazzo che ha studiato con un bravo maestro, ma non mi ha ancora risposto. Sono fuori dal giro, non potrei chiedere consiglio ad altri se non a "colleghi" (ex colleghi). Speriamo... licio è importante quello che hai scritto, lo tengo a mente... Mi sento meno persa, quanto condiziona approfondire o mollare una passione, ti fa perdere la testa! Con questa aria di precariato, se non si hanno le spalle coperte, è più facile farsi venire l'angoscia! Mi sento un insetto, non so se è una cosa diffusa, prendere il diploma o la laurea dovrebbe essere qualcosa che ci rende soddisfatti e ci fa stare in pace con noi stessi, un traguardo personale, che sia conquistato a 20, a 30 o a 40 anni...
  5. lori88

    Mi sento una fallita

    A me non interessa il riconoscimento del talento, la carriera, il talento è utile più che altro eprché ti permette di condividere profondamente la stessa passione, ma chi convinco...
  6. lori88

    Mi sento una fallita

    Mi sembra di aver tradito tutta me stessa, ho mollato il conservatorio anni fa per dei condizionamente familiari e mi sembra che niente abbia più senso, ho provato a colmare il vuoto e a non pensarci più per cinque anni ma ho un rimpianto gigantesco. Quando rivedo i ragazzi con cui ho condiviso qualche anno mi sembra di essere ancora lì, che il tempo non sia passato, che sia esistito solo o soprattutto quel tempo. Inoltre c'è un ragazzo di cui non posso dirmi innamorata, ma di più, è quasi un angelo, una persona talmente affine a me che ho incontrato proprio quando ero più lontana da me, lui è integrato nell'ambiente fino al midollo e credo proprio mi consideri una perdente perché la scelta che ho fatto di mollare è stata proprio da stupidi e quegli anni non me li darà nient'altro e nessun altro...mi sento disperata a non poter più condividere la musica come una volta, ho pensato di riprendere adesso, avevo molto talento, si vedeva che ero portata per dedicarmi alla musica, mi veniva con velocità, ma sono sfiduciata e non so che decisioni prendere. Non so se ho fatto bene a scrivere qui, ma vorrei chiedervi un aiuto...
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