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sallustio

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  1. Non pensavo di scatenare tutta questa discussione appassionata... :D Comunque penso che ogni coppia, ogni persona, ogni storia sia un caso a sé, ed è molto difficile generalizzare o prevedere in anticipo le proprie reazione. Personalmente, pensavo che il giorno che avessi scoperto mia moglie intenta a farmi le corna, l'avrei mollata seduta stante. L'ho d'altronde anche scritto qualche giorno fa in questa stessa discussione. Pensavo anche che il giorno che lei avesse avuto l'intenzione di tradirmi, significasse che non glie ne fregasse più granché di me, del nostro matrimonio, dei nostri progetti. Quindi tanto valeva lasciarla andare. Poi quando ci sei dentro, può capitare che le cose non vadano esattamente nel senso che avevi previsto. Capita che magari ti fermi qualche minuto a parlare con il partner, e scopri che le cose sono diverse. Dopo esserci presi mia moglie ed io una serata solo per noi, per parlare, per capire, ne è venuto fuori che malgrado il dolore, malgrado il momento difficile, né io né lei abbiamo voglia di lasciarci. Forse per paura, forse per necessità, o forse per reale desiderio di ricostruire qualcosa, questo ancora non lo so: ma certo è che non ci siamo tirati le stoviglie addosso e non l'ho messa fuori di casa buttandole le valige dalla finestra. Quindi... Quindi non so. Quindi forse in amore bisogna solo lasciar accadere le cose, e viverle al momento, come vengono, come ne siamo capaci e come ci sentiamo di farlo.
  2. Vorrei rassicurare tutti: non mi sono sentito "vomitare adosso" giudizi o proiezioni. Questo scambio "anonimo", per quanto effimero, mi è comunque utile e ve ne ringrazio. Ho pensato molto negli ultimi giorni, attraversato momenti di grande emozione (talvolta positiva, più spesso negativa) ma comunque anche le poche righe scritte e lette qui fanno parte della meditazione. Ve ne ringrazio di cuore. Grossa litigata con mia moglie ieri, sono venute a galla tante cose che covavano da anni. Proviamo a ripartire con nuove regole. Prima di considerare la separazione come unica soluzione possible, abbiamo deciso di prendere appuntamento per una terapia di coppia.
  3. Geloso ed egocentrico come la maggior parte delle persone! :D Il che aggrava la mia posizione: sono pure conformista... :(
  4. E' chiarissimo invece. Quando qualcuno ha la coda di paglia, non hai bisogno di dirgli "io so questo perché tale giorno a tale ora hai fatto così poi cosà, ho visto questa cosa e poi quell'altra, e siccome tu hai detto che... allora ho capito che...". Non servono tanti dettagli. Basta che dici "sto male", che poi era veramente il mio stato d'animo quel giorno. Il senso di colpa fa il resto.
  5. Ma la frittata infatti non era fatta. E' tornata a casa al pomeriggio dopo il lavoro, in seguito allo scazzo avuto con me.
  6. Perché semplicemente non mi ha andava di dirle "guarda, ho frugato nella borsa, e ci ho trovato le tue intenzioni". Speravo ancora che potesse tornarle un briciolo di rispetto senza che dovessi metterla spalle al muro. A quanto pare mi sbagliavo. A questo punto lei non ha... "consumato", ma comunque fra pochi giorni, se non mi da un chiaro segno di voler risolvere la situazione insieme, la valigia può anche rifarla. Ma per sempre.
  7. Ne sono convinto anch'io, e già da tanto tempo. Purtroppo lei fugge qualsiasi forma di dialogo. A qualunque mia parola, oppone solo silenzi. Le ho scritto una lunga lettera tre giorni fa, un accorato appello per salvare il nostro matrimonio. Nessuna risposta: non una parola, non un gesto, niente. Come se la lettera non glie l'avessi mai consegnata. Le do tempo fino a mercoledì. Poi porrò l'aut-aut. O iniziamo una terapia di coppia, o ci separiamo. Purtroppo è inutile andare avanti così. Che tristezza :(
  8. Ho scoperto prima di tutto di avere una moglie incredibilmente stupida. Oppure lo fa apposta per farmi ingelosire, ma temo che questo sia solo un alibi che le do. Ho scoperto il passaggio al reale innanzi tutto perché un mercoledi sera mi ha annunciato che era stressata, che non riusciva a gestire nostro figlio che è molto iperattivo in questo periodo, e che le serviva un week-end di riposo da solo, musei e tranquillità. Quindi già mi ha messo in allarme un bel pò, perché di week end da sola non ha mai espresso la voglia di passarne. Anzi, a volte ero io a suggerirle di prendersi un po' di tempo per sé: mai successo, ha sempre rifiutato. Poi giovedi sera, davanti a me, con ostentata naturalezza, prepara la valigetta per il suo week end di relax: pigiamone trapuntato, scarpe da tennis, jeans maglione, mi dico "beh forse mi faccio delle paranoie, vuole davvero solo andare per musei". Se non che l'indomani mattina prima che uscisse di casa per andare al lavoro, ho dato una sbirciatina alla valigia: camicia da notte strasexy, un paio di tacco 12, un abito da sera lungo e il suo più "hot" coordinato di biancheria (per inciso, tutta roba che le ho regalato io!) avevano sostituito discretamente i vestiti che avevo visto la sera precedente. Per la serie "prendimi pure per cretino, tanto farò finta di niente". Poi l'ho sentita in mattinata in chat su MSN, ci siamo un po' scazzati, le ho detto che stavo male anche se non ho spiegato perché, e alla fine è rientrata la sera a casa tenendomi un broncio assurdo che solo le mie lacrime hanno sciolto. Le ho detto ciò che sospettavo, e perché. Lei nega tutto in tronco. Mi sta prendendo in giro e comincio a perdere pazienza. Peccato. Era una bella storia d'amore, ora siamo solo una coppia come tante con i suoi scazzi di tette e c#li, le bugie, le litigate. Mi aspetto settimane difficili. Che spreco.
  9. Grazie per tutti i vostri commenti. Purtroppo questo thread non ha più luogo di esistere. Dal virtuale siamo passati al reale. Ho provato a continuare la linea morbida, del marito moderno, open-mind e comprensivo, ma non ce l'ho fatta. Stamattina sono crollato, lei l'ha capito.... Stasera al rientro a casa si sarà la resa finale e ora ho un peso sul petto come un macigno di angoscia... Il suggerimento che posso dare a chi dovesse capitare la stessa cosa: stroncate tutto e subito. Virtuale e reale non sono diversi, sono l'uno il prolungamento dell'altro: sono un tecnico informatico con 12 anni di esperienza, dovevo saperlo questo... Platonico e fisico sono solo le due facce di una stessa medaglia. Grazie lo stesso.
  10. diciamo che è strana come situazione... Perché mi è capitato in passato di avere partner che perdevano interesse a letto con me... perché subentrava un altro nella loro vita: schema molto più classico e chiaro dalle quali tiravo in fretta le dovute conclusioni. Ora invece succede il contrario, e questo mi spiazza.
  11. @mio: concordo con te che c'è qualcosa di insano e sbagliato nel suo atteggiamento. D'altra parte, nel periodo più buio della sua mancanza di appetito sessuale, le ho suggerito più volte di far ricorso a uno psicologo. Ho anche suggerito che, qualora fose necessario, potremmo anche considerare di fare una terapia di coppia, supponendo possibile che il problema non sia solo suo, ma nostro. Questa però è la mia visione delle cose, non la sua. Mio patrigno, con cui ho vissuto dagli 8 ai 24 anni, è psichiatra, e se c'è una cosa che mi ha insegnato è che una terapia funziona se chi la inizia lo fa perché a un certo momento scatta in lui la consapevolezza di doverlo fare. Se mia moglie questa consapevolezza non ce l'ha, dallo psicologo non ce la posso portare di peso... Quindi che fare? @puledro1: concordo anche con te, sebbene mi pongo delle domande sulle modalità in cui mia moglie agisce. Perché in definitiva la sensazione che ho è che faccio anch'io parte del suo gioco. Se io fossi al posto suo, se avessi una amante, anche solo virtuale, farei di tutto per non farmi scoprire. Infarcirei il mio computer di password, non lascerei il cellulare senza sorveglianza un solo istante, e soprattutto non ne parlerei a mia moglie! Lei invece fa tutto il contrario. Questo tizio che è riapparso nella sua vita un mese fa, lei me ne ha parlato apertamente come di un suo caro amico e mi ha pure detto "sarebbe bello se potessi fartelo conoscere". E' lei stessa che mi ha messo la pulce all'orecchio... Insomma, non so proprio che pensarne.
  12. Salbe a tutti. Cerco di esporvi brevemente la situazione. Ho conosciuto mia moglie 4 anni fa. All'inizio del nostro rapporto, c'era tra di noi una intensa passione e una intesa perfetta a letto. Tuttavia, lei era anche molto "presa" da una serie di persone che conosceva da prima della nostra relazione, e con cui intratteneva delle relazioni "clandestine", talvolta anche molto spinte, e del tutto virtuali (ovvero queste persone non le ha mai incontrate fisicamente, neanche per un caffé). Sebbene mia moglie pensava che non sospettassi niente, lasciava intorno a sé tanti e tali indizi che ero al corrente quasi di tutto. Circa 6 mesi dopo l'inizio della nostra relazione, le ho detto chiaramente che sapevo. Con vari giri di parole, ho cercato di farle comprendere che da un lato non potevo essere contento di quello che faceva, ma dall'altro neanche volevo frustrarla e vietarle quel che mi pareva soprattutto un gioco di fantasia. Cercavo insomma di dirle "ok, va bene, fallo pure ma resta entro certi limiti accettabili". Lei al contrario l'ha presa come un aut aut categorico, pensando che la mia fosse una scenata di gelosia allo stato puro: ha rotto qualsiasi contatto con queste persone, passate tutte nel dimenticatoio. Non era quel che pretendevo, ma al tempo pensai che forse era meglio così. In seguito il nostro rapporto è andato avanti con tanto amore e gioia di stare insieme, ci siamo sposati, abbiamo avuto un figlio ma... a letto, la passione si è rarefatta fino a prosciugarsi quasi del tutto. Ne abbiamo parlato molto negli ultimi 2 anni, mettendoci da parte mia tanta pazienza e comprensione per evitare di farle venire sensi di colpa, ma la passione non si è mai riaccesa. Almeno fino al mese scorso. Una di quelle persone che messaggiava intensamente con mia moglie si è rifatta viva. E mia moglie si è rimessa a "giocare" come ai primi tempi del nostro rapporto. Parallelamente, anche tra di noi a letto è rinato qualcosa, e non poco! Lei ha ritrovato intraprendenza, fantasia, desiderio. A questo punto il mio dubbio è evidente: lasciar fare facendo finta di niente, o cercare di nuovo di avere un discorso aperto e franco per porre dei paletti ragionevoli, onde evitare che il gioco virtuale diventi reale?
  13. Salve a tutti. Spero possiate darmi qualche buon consiglio. Negli ultimi 10 anni, 8 li ho trascorsi lavorando in call center, come tecnico informatico. Sebbene l'informatica sia la mia passione assoluta, il lavoro in call center mi ha logorato. Tanto che l'ultima esperienza, durata 4 anni, ha finito per "svuotarmi" completamente. Dopo essermi investito tantissimo i primi 2 anni, ho vissuto delle delusioni cocenti nel terzo anno che mi hanno letteralmente buttato a terra. L'ultimo anno l'ho passato a "vivacchiare": mettevo in atto tutti gli espedienti possibili per fare meno lavoro possibile senza che i miei capi se ne accorgessero. Passavo ore a navigare in rete invece di lavorare. Il suono della sveglia al mattino prima di andare al lavoro mi dava la nausea e ogni pretesto per non andare al lavoro era buono (uno starnuto diventava un certificato medico con 5 giorni di stop per influenza, una nevicatina di dicembre si trasformava nella tormenta del secolo che mi impediva di guidare, etc...). Tra i miei colleghi, mi sono legato in particolare a due di loro, che sono diventati miei amici, ma con tutti gli altri cercavo di avere meno contatti possibili. Nel mio gruppo di lavoro, ho finito con l'isolarmi totalmente. I clienti che avevo al telefono (potevano chiamare da tutta Europa, erano solo numeri per me) erano diventati un peso insopportabile: avrei voluto urlare loro nella cornetta, soprattutto a quelli più scostanti e supponenti, "svegliati cretino, non vedi che sei tu che non sei capace?", ma davanti agli "obblighi" professionali mi sono sempre imposto di restare irreprensibile nel mio atteggiamento. Ottenendo come solo risultato quello di aumentare ulteriormente la mia frustrazione e di cercare di prendere sempre meno chiamate (mentre ero pagato proprio per questo, prendere chiamate....). Ho incominciato a preoccuparmi seriamente quando mi sono accorto che sempre più frequentemente scaricavo questa frustrazione a casa, diventando aggressivo o scostante con mia moglie e mio figlio. Ad agosto però una serie di eventi favorevoli mi ha permesso di cambiare lavoro. Ora mi trovo in una struttura completamente diversa. Faccio sempre supporto informatico, ma non più al telefono: intervengo direttamente in azienda. Non ho più 35 colleghi, ma solo 4, e vado d'accordo con loro. Gli orari sono più flessibili, sono più vicino a casa, ho più tempo per me e la mia famiglia. I clienti che eventualmente mi chiamano al telefono li conosco, sono vicini a me, so chi sono perché lavoriamo tutti nello stesso stabile, e questo per me è importante. Tuttavia dal punto di vista del morale e della motivazione, sembra d'essere sulle montagne russe. Certi giorni mi sento rinvigorito, pieno di energie e di voglia di fare. Altri, ripiombo nell'apatia e nello scoraggiamento. Certi giorni lavoro normalmente, altri proprio non ce la faccio. Sono arrivato alla conclusione che soffro di burn-out, di cui faccio risalire l'origine al mio precedente lavoro ma di cui, tuttavia, le conseguenze si protraggono su quello nuovo. 3 mesi di nuovo lavoro forse sono pochi, ma ora sono comunque assalito dal dubbio: e se il mio problema fosse non il mio lavoro, ma il mio mestiere? Se il solo fatto di aver cambiato lavoro non risolve il problema, come ne vengo fuori? Grazie anticipatamente per la vostra pazienza nel leggermi e per i vostri commenti, spero trovare assieme a voi degli spunti di riflessione....
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