Ciao a tutti,
parto subito con il problema sul quale gradirei il vostro parere. Ho 31 anni e da qualche mese ho una relazione a distanza con un ragazzo. Purtroppo a causa degli impegni di entrambi non riusciamo a vederci più di una volta al mese. Il punto è questo: l'ultima volta che è ripartito per tornare a casa sua io ho avuto una prima reazione di profonda tristezza, tramutatasi in rabbia solo dopo alcune ore. La conseguenza è che, mentre di giorno, lavorando, riesco a non pensarci e a razionalizzare la distanza, la sera passo facilmente dalla malinconia all'aggressività nei confronti del mio ragazzo il cui unico difetto è quello di vivere lontano. Basta un niente, una risposta data con disattenzione o una battuta sciocca per farmi arrabbiare, sbattere la cornetta e insultare. Per poi svegliarmi la mattina chiedendo scusa e sentendomi parecchio in colpa. Non è la prima volta che mi succede, ho avuto un'altra storia a distanza e anche allora avevo questo genere di reazioni (che avevo tentato di analizzare con la mia (ex) psicoterapeuta). Francamente pensavo di averle risolte, capite, invece mi ritrovo di nuovo qui a ripetere gli stessi meccanismi, a non saperli controllare, a rischiare di allontanare una persona che mi vuole davvero bene e che non a caso mi ha definito dr. Jekill e Mr. Hyde. :) Mi chiedo: ha a che fare con un senso di abbandono atavico? E' una forma di autolesionismo/masochismo? La mia psicoterapeuta parlava di personalità sadica, a volte credo davvero sia così. Grazie, Agata.