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Beatakeshi

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  1. Riporto lo stralcio del testo che mi ha messo mille pulci nelle orecchie: "Nei sintomi nevrotici,come le ossessioni o le fobie, troviamo infatti un sostituto inconscio, sovrainvestito di libido a spese della coscienza, e lo squilibrio che ne consegue si manifesta in una varietà di disturbi, che vanno dalla nevrosi lieve alla dissociazione totale della schizofrenia.L'energia persa dalla coscienza infatti, per il principio dell'equivalenza, deve essere trasferita con pari forza energetica nell'inconscio, vale a dire o nell'inconscio personale o collettivo...". L'energia persa dalla coscienza infatti, per il principio dell'equivalenza, deve essere trasferita con pari forza energetica nell'inconscio vuol dire che in ogni persona l'energia che diminuisce in un elemento dell'area conscia ricompare per forza in un elemento dell'area inconscia?...Allora dov'è la nevrosi se è per tutti così?...Molto probabilmente non ho capito.
  2. Scusate la rottura di scatole, non so nemmeno se qualcuno mi potrà aiutare. Ho bisogno di un chiarimento in merito ad un concetto junghiano, il principio di equivalenza (una delle regole a cui si attiene la libido per la sua distribuzione nella psiche). Si enuncia che in concomitanza con il disinvestimento libidico di un elemento la stessa quantità di energia verrà reinvestita in un altro elemento, passando da un'area ad un'altra. Quello che mi interessava sapere è se il ripresentarsi della libido può avvenire sia a livello conscio che a livello inconscio, e se normalmente può avvenire in entrambe le aree che differenza c'è con il reinvestimento libidico di un elemento inconscio nella nevrosi? Se la sintomatologia nevrotica può essere spiegata partendo da questo trasferimento di energia che apporterebbe ad un elemento inconscio forza vitale permettendogli di risvegliarsi e di "intromettersi" nella coscienza allora nelle persone definibili sane il reinvestimento della libido non riguarda mai l'inconscio e nel caso in cui lo riguardi diventa automaticamente patologia? Non so se sono stata chiara..spero di si.Il riemergere della stessa quantità libidica avviene normalmente in un'alternanza tra conscio ed inconscio determinando per esempio variazioni di umore oppure non riemerge mai nell'inconscio e nel momento in cui lo fa si può parlare solo di patologia?Se riemerge normalmente anche nell'inconscio allora come si determina la nevrosi, qual'è la differenza tra le due manifestazioni?Scusate il caos e grazie.
  3. Salve a tutti...questo è il mio primo post e spero di aver azzeccato l'area di discussione esatta. Mi chiamo Elena e mi sto specializzando in psicologia delle religioni, sono al mio primo anno e provenendo dalla facoltà di storia avrei bisogno di un consiglio logistico.Trovo delle difficoltà a ricostruire un lineare percorso per quanto riguarda il pensiero di Jung in merito al concetto di religione e spiritualità.Partendo dal fatto che io debba iniziare dalle basi leggendo l'io e l'inconscio, gli archetipi ecc. mi chiedevo se qualcuno di voi era in grado di indicarmi i testi essenziali per comprendere, nel miglior modo possibile, il pensiero di Jung sulla tematica religiosa così da potermi permettere, successivamente, la costruzione di un confronto con le posizioni di Freud.Non so se la domanda è chiara, forse l'argomento è un po' complesso e proprio perchè non provengo da una facoltà di psicologia avrei bisogno di alcune dritte. Vi ringrazio per la vostra attenzione e disponibilità E grazie a chiunque risponderà. Ele.
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