Luna615

Cerchiamo all'infinito, domandiamo pareri, non li ascoltiamo, giustamente, ci poniamo continue domande. Io per esempio mi sono fatta una domanda: "E' giusto fuggire da una situazione che vediamo chiaramente che non potrà andare, oppure è più giusto vivercela fino all'inevitabile tracollo?" Io sinceramente non so la risposta. Chi scrive ha vissuto una storia al contrario di molte che si leggono in questo forum, ero compagna e mi si è offerto di essere amante nell'attesa di sistemazione di situazioni. Mi spiego io ero la compagna di un uomo più giovane di me che per questioni di lavoro viveva in un'altra città. Tutto filava liscio, viaggi stremanti per stare insieme, lunghe chiacchierate al telefono nei momenti di pausa lavorativi e progetti per il riavvicinamento e vivere insieme nella mia città, amore veramente molto intenso nonostante la lontananza. Premetto che questo mio ex compagno in una situazione di voyeurismo, anni prima che io lo conoscessi, mise in cinta una donna extracomunitaria, (così almeno sembra non ha mai fatto il DNA) nacque la bambina e poco dopo lei se ne tornò nel suo paese. Ovviamente per i circa 4 anni lui ha provveduto al suo sostentamento nonostante non l'abbia mai potuta riconoscere, sembra per questioni religiose che potrebbero far perdere alla bambina dei diritti nel paese di origine della madre ( insomma al mio ex gli si è fatto credere che questa bambina ha un impero, però è da considerare che la mamma venne in Italia a fare la badante) . Un bel giorno questa signora annuncia la sua venuta in Italia per rinnovo del passaporto e invece scesa dall'aereo ha manifestato chiaramente che lei era tornata per dare un padre alla figlia e quindi se lui voleva che questa figlia rimanesse in Italia, dovevano convivere come compagni, piazzandosi a casa di lui insieme alla madre anziana ed anche malata di mente. Questa situazione, ovviamente ha creato ad entrambi uno sconvolgimento totale. Alla richiesta del mio ex di stare buona e tranquilla mentre lui cercava di sistemare le cose e aspettare l’eventuale possibilità, sempre se l’extracomunitaria fosse stata d’accordo, del nostro ricongiungimento nella mia città. A queste condizioni io non ho voluto sottostare e per ben quattro volte l’ho lasciato. Decisioni molto sofferte e un lascia e piglia, per volere di lui che non poteva stare (da lontano) senza di me. Una situazione di sofferenza durata ben cinque mesi, con telefonate, messaggi e mail al vetriolo, inframezzati da messaggi, mail e telefonate d’amore. “Ti amo e ti perdono, ma non telefonare a casa altrimenti lei mi mena e fa la valigia e porta via la bambina”, tanto per fare un esempio di ciò che ho dovuto sentire. Le accuse che lui mi rivolge è di non averlo aiutato ed abbandonato. Queste accuse chiaramente mi hanno anche fatto venire dei sensi di colpa ponendomi molte domande. Per questo ritorno alla mia domanda iniziale: “E' giusto fuggire da una situazione che vediamo chiaramente che non potrà andare, oppure è più giusto vivercela fino all'inevitabile tracollo, sperando che non avvenga?"

entro anche io per la prima volta in un forum, e cercherò di vedere come funziona. Per quanto riguarda la storia che hai raccontato è una storia molto comune alla situazione di coppia- I genitori non dovrebbero influenzare i figli, eventualmente dare un consiglio se viene richiesto. Questo è un sistema che io da madre ho adottato con la mia unica figlia. Solo tu puoi sapere cosa vuoi e darti le risposte, se c'è amore vero non esiste differenza di età, difetti non accettabile (in questo caso il fumo)e se consideri un difetto il fatto che vuole avere sempre ragione, prima di giudicare chiediti il perchè. Anche se siamo in molti a voler avere sempre ragione. Se non ricordo male,dopo un anno di convivenza probabilmente hai superato la fase dell'innamoramento che è la fase in cui quelli che ora vedi come difetti prima non lo erano per te, ora sei nella seconda fase che quella di decidere se lo ami o meno. Buona fortuna