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Larissa

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  1. Da 5 mesi sto con un ragazzo a cui hanno diagnosticato una sindrome schizofrenica di tipo paranoide. Ha avuto una psicosi 4 anni fa e prima di allora non seguiva alcuna terapia perchè la sua ex era contraria a qualsiasi tipo di psicofarmaco ed era convinta di poterlo curare con i fiori di Bach. Dopo la psicosi, con deliri persecutori e di riferimento, comprese allucinazioni uditive a schema persecutorio e continui sospetti sui tradimenti della ex, è stato ricoverato per un mese in ospedale. Più volte lui aveva desiderato andare dal medico per farsi curare ma la sua ex gli aveva negato il tutto. Da parte sua, pertanto, c'è sempre stato il desiderio di collaborare e di curarsi perchè non stava bene. Dopo il ricovero è tornato dalla sua famiglia, ha lasciato la sua ex con la quale conviveva da 1 anno e ha cominciato a curarsi. Attualmente è in cura con 6mg di antipsicotico la sera e, oltre a una terapia famacologica, è seguito da una psicologa. Prima di conoscere me prendeva ansiolitici e antidepressivi che ora non prende più sotto suggerimento della psichiatra, che, vedendolo considerevolmente migliorato, ha anche deciso di ridurre il dosaggio da 6mg a 3mg. Non sente voci nè ha allucinazioni visive, ha solo pensieri "negativi" che riguardano solite tematiche e che, puntualmente, mi espone, per cacciarli via. Per il resto è dolcissimo, premuroso, artista, affabile, adorabile... Insomma, tutto ciò che una donna possa desiderare. E' pienamente cosciente del suo problema e accetta di buon grado le cure perchè vuol farmi star bene. Fa ricerche su internet su come possa fare per pensare più a cose allegre e belle perchè vuole migliorarsi e mi ha chiesto se può cambiare qualcosa per rendermi felice sempre. Vuole donarmi tutto l'amore che possiede e non mostra appiattimento affettivo. Se non sapessi che prende farmaci non immaginerei nemmeno lontanamente che abbia questo problema. Abbiamo passioni in comune, suoniamo e cantiamo insieme, condividiamo moltissime cose insieme e sostiene che sono la sua medicina e che non ha paura più di esporsi e mostrare il fianco. Lavora, ha una vita sociale, usciamo con amici e colleghi, suona in una band, è laureato e ha conseguito titoli post lauream. L'unica cosa che noto è che non riesce a gestire bene lo stress... E fuma. Anche sotto pressing psicologico le emozioni che prova sono dalla rabbia alla tristezza in poco tempo... Dice che non è più abituato a gestirle perchè assopite da tanto tempo. La psichiatra lo vede recuperato al 100% e afferma che stia meglio di altri con la stessa patologia e che non è detto che avrà ricadute. E qui il punto... La paura delle ricadute. Alla luce di quanto scritto, qualcuno può aiutarmi a fare un po' di ordine e a valutare il tutto? Cosa ve ne sembra? Qualcuno che ha una storia simile
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