Già il fatto di condividere le sensazioni, le emozioni e le paure è il primo passo.
Attraverso la condivisione e la conoscenza di altre storie simili alla nostra capire che non siamo sole.
Quando ho cominciato il mio percorso di guarigione ho cominciato dal mio corpo, cominciando a fare una dieta.
Pesavo 115 kg e credevo di essere l'unica donna sulla faccia della terra ad essere così cicciona.
Avevo "troppi" kg da smaltire e mi sembrava un'impresa impossibile.
Anche quello era un disagio psicologico, mi rendeva insicura, chiusa, non facevo nemmeno più sesso conio mio compagno, mi sentivo uno strano pesante animale.
Non mi vestivo, non mi guardavo allo specchio, volevo diventare invisibile come donna e invece tendevo ad ingrandire il mio corpo in maniera smisurata.
Mi sentivo delusa e frustrata, inventavo mille scuse per rimandare la partenza e finiva sempre che mi arrendevo buttandomi nel cibo, con l’illusione di riempire vuoti molto più profondi di quello che sentivo nello stomaco.
Mi sono poi iscritta ad un forum che parlava di dieta ed alimentazione, una parte del sito aveva una sezione forum di esperienze di altre persone che avevano o stavano seguendo diete e che si davano consigli o semplicemente condividevano il loro percorso… è stata la svolta.
Con grande coraggio ho aperto “il mio diario”, mi sono presentata li, con i miei kg e le mie insicurezze e nel tempo ho conosciuto tante persone, persone "pesanti" come me, persone che ce l'avevano fatta, persone che stavano facendo il mio stesso percorso ed stata un'avventura meravigliosa perdere quei kg con loro, rendere partecipi altri dei miei successi, e anche i momenti down, loro erano sempre li a comprendere i miei stati d'animo e a ricaricarmi.
Oggi ho quasi 4o kg in eno addosso, ma i kg che ci trasciniamo dietro non sono solo quelli della ciccia.
Ho cominciato poi un percorso di consapevolezza, mi sto avvicinando alla meditazione oltre che all'analisi psicologica con un terapista e so che il sentiero è ancora duro e lungo.
Oggi Non ho le risposte, ho solo delle intuizioni, degli stimoli, spunti di riflessione che sento di voler condividere con gli altri, che come me si sentono soli nella "mappa".
Dico mappa perché ieri mi è stata riferita una frase che dicono sia il riassunto di quello che vuol dire fare terapia.
e” cioè comprendere che “la mappa non è il territorio".
Io la passo a te, a voi che avete risposto a questo messaggio che sicuramente mi tocca (perché anche io riconosco me stessa e la me di un anno e mezzo fa).
La mappa è una interpretazione del nostro territorio, il territorio è la vita, e noi possiamo e dobbiamo ridisegnare la nostra mappa ogni giorno.
La paura ci blocca, l'insicurezza ci chiude ma noi esistiamo, ci siamo, abbiamo delle idee e dobbiamo venire fuori per quello che siamo.
Senza giudicarci, senza giudicare gli altri. Dopotutto siamo tutti sulla stessa barca, chi con qualche possibilità in più, chi meno ma ognuno di noi ha delle carte nelle mani.
Se adesso siamo qui a parlare, a confrontarci abbiamo una grande opportunità di confronto e di crescita, potremmo cominciare proprio da qui.
Gli errori e le debolezze sono (se colte e comprese) delle grosse chance di crescita e riflessione.
Facciamoci caso.