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scisma79

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  1. scisma79

    Non so come uscirne

    Già il fatto di condividere le sensazioni, le emozioni e le paure è il primo passo. Attraverso la condivisione e la conoscenza di altre storie simili alla nostra capire che non siamo sole. Quando ho cominciato il mio percorso di guarigione ho cominciato dal mio corpo, cominciando a fare una dieta. Pesavo 115 kg e credevo di essere l'unica donna sulla faccia della terra ad essere così cicciona. Avevo "troppi" kg da smaltire e mi sembrava un'impresa impossibile. Anche quello era un disagio psicologico, mi rendeva insicura, chiusa, non facevo nemmeno più sesso conio mio compagno, mi sentivo uno strano pesante animale. Non mi vestivo, non mi guardavo allo specchio, volevo diventare invisibile come donna e invece tendevo ad ingrandire il mio corpo in maniera smisurata. Mi sentivo delusa e frustrata, inventavo mille scuse per rimandare la partenza e finiva sempre che mi arrendevo buttandomi nel cibo, con l’illusione di riempire vuoti molto più profondi di quello che sentivo nello stomaco. Mi sono poi iscritta ad un forum che parlava di dieta ed alimentazione, una parte del sito aveva una sezione forum di esperienze di altre persone che avevano o stavano seguendo diete e che si davano consigli o semplicemente condividevano il loro percorso… è stata la svolta. Con grande coraggio ho aperto “il mio diario”, mi sono presentata li, con i miei kg e le mie insicurezze e nel tempo ho conosciuto tante persone, persone "pesanti" come me, persone che ce l'avevano fatta, persone che stavano facendo il mio stesso percorso ed stata un'avventura meravigliosa perdere quei kg con loro, rendere partecipi altri dei miei successi, e anche i momenti down, loro erano sempre li a comprendere i miei stati d'animo e a ricaricarmi. Oggi ho quasi 4o kg in eno addosso, ma i kg che ci trasciniamo dietro non sono solo quelli della ciccia. Ho cominciato poi un percorso di consapevolezza, mi sto avvicinando alla meditazione oltre che all'analisi psicologica con un terapista e so che il sentiero è ancora duro e lungo. Oggi Non ho le risposte, ho solo delle intuizioni, degli stimoli, spunti di riflessione che sento di voler condividere con gli altri, che come me si sentono soli nella "mappa". Dico mappa perché ieri mi è stata riferita una frase che dicono sia il riassunto di quello che vuol dire fare terapia. e” cioè comprendere che “la mappa non è il territorio". Io la passo a te, a voi che avete risposto a questo messaggio che sicuramente mi tocca (perché anche io riconosco me stessa e la me di un anno e mezzo fa). La mappa è una interpretazione del nostro territorio, il territorio è la vita, e noi possiamo e dobbiamo ridisegnare la nostra mappa ogni giorno. La paura ci blocca, l'insicurezza ci chiude ma noi esistiamo, ci siamo, abbiamo delle idee e dobbiamo venire fuori per quello che siamo. Senza giudicarci, senza giudicare gli altri. Dopotutto siamo tutti sulla stessa barca, chi con qualche possibilità in più, chi meno ma ognuno di noi ha delle carte nelle mani. Se adesso siamo qui a parlare, a confrontarci abbiamo una grande opportunità di confronto e di crescita, potremmo cominciare proprio da qui. Gli errori e le debolezze sono (se colte e comprese) delle grosse chance di crescita e riflessione. Facciamoci caso.
  2. Buongiorno per un anno ho seguito una terapia e questo percorso ha svelato delle caratteristiche del mio io che non mi aspettavo davvero di ritrovare... sono stata vittima di violenza psicologica, una relazione di qualche mese che mi ha veramente segnata.. e dopo un po di tempo di terapia e guarigione qualche mese fa ho conosciuto un ragazzo che mi ha subito conquistata con i suoi modi felici e il suo entusiasmo. Bello come il sole, amante dei viaggi come me, musica e sensazioni bellissime che mi hanno coinvolta e sconvolta... ancora una volta. Perdo il mio equilibrio. Perdo ogni interesse e mi butto nella relazione a capofitto. La vita di tutti i giorni diventa il ritaglio dei momenti vissuti con lui. Le ore tra un incontro e l'altro solo momenti da riempire e da far passare al più presto. Lui cosi prende sempre più potere e più piede... comincia a lamentarsi per un messaggio ricevuto con qualche minuto di ritardo. Non esistono che i suoi bisogni. Si sente offeso se prendo una decisione senza prima interpellarlo, lui è il mio uomo, a chi altri dovrei chiedere? Troppi amici nella mia vita, per lui ci sono solo io. Devo dedicarmi solo ed esclusivamente a lui. Io ascolto queste parole e resto perplessa. Mi piace, non lo nascondo. Gli dico di essere innamorata, di pensare a lui ogni singolo istante, ma non è mai abbastanza. Lui dice di stare male, che preferiva il nostro rapporto da "non fidanzati" perché si sentiva meno pressato dalle preoccupazioni (di perdermi?) e non fa altro che attaccarmi su tutto. Sul mio essere vegana, sulle sciocchezze fatte per gioco (tipo farmi fare le carte da una cartomante una volta), sul fatto di avere bisogno di così tanti amici... e io non riesco più a ragionare. Gli dico che l'amore è questo, venirsi incontro. Che bisogna cominciare un percorso insieme per poter raggiungere l'equilibrio ma lui 2 gg fa mi lascia dicendomi che non è per lui, che il nostro rapporto lo fa stare male, che non è abbastanza preso per continuare. Io resto in silenzio. Un silenzio profondo... e lo lascio andare. E ora sto male, malissimo... comincio a pensare di essere sbagliata, di non avere nulla da offrire... Ho 36 anni e un po di casini da risolvere... e lui mi piaceva tanto. Non so da dove ricominciare.
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