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Demian88

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  1. Ciao Rufuge, ti dò gli aggiornamenti: ho parlato direttamente con il titolare dell'azienda: questi ha minimizzato i comportamenti della responsabile definendoli come screzi personali e nulla più. Ha detto che il rinnovo o meno del contratto dipende dal raggiungimento di obiettivi di performance stabiliti nel contratto. Io so già che non li ho raggiunti, ma credo di avere diverse attenuanti: in primis, il comportamento di certo non collaborativo e anzi ostruzionista della responsabile, poi il fatto che ho iniziato a lavorare da pochi mesi (ci sono altri colleghi che all'inizio non raggiungevano gli obiettivi e lavorano lì da molti mesi), infine l'estrema difficoltà oggettiva degli incarichi che mi hanno dato (qui non posso scendere nel dettaglio, quindi credimi sulla parola). Inoltre nel contratto c'è scritto che oltre al raggiungimento della performance si possono prendere in considerazione altri fattori per decidere il rinnovo (non sono specificati quali, quindi penso siano decisi caso per caso dal titolare e dal CDA). Secondo te è possibile "aggrapparsi" a questi elementi per contestare un eventuale (e a questo punto ritengo altamente probabile) licenziamento?
  2. Buonasera, vi scrivo la mia storia perché ho molti dubbi e mi servono urgentemente consigli. Ho iniziato a lavorare presso un'azienda privata a ottobre con un contratto Co.Co.Pro con scadenza a fine gennaio. Fin dai primissimi giorni i rapporti con la responsabile (non la titolare) dell'ufficio sono stati tesi, nel senso che da parte sua c’è sempre stato nei miei confronti un atteggiamento acido e di malcelata ostilità. Rispondeva sempre sgarbata e scocciata alle mie domande, mi accusava di non capire, mi rivolgeva battutine assai poco simpatiche, faceva di tutto per farmi sentire inadeguato e incapace. Tutto questo mi lasciava perplesso, ma non interferiva in modo grave con il mio lavoro, a parte il disagio e il malessere quasi fisico che provavo ogni volta che dovevo andare da lei per chiarire un dubbio o risolvere un problema (spesso ero costretto a chiedere a colleghi più esperti). Le preoccupazioni sono aumentate quando un bel giorno la responsabile mi ha convocato nel suo ufficio minacciandomi un'interruzione anticipata del contratto. L'accusa era quella di disturbare e interrompere il lavoro degli altri. In realtà io mi ero limitato a fare a un collega più anziano una domanda, domanda a cui lei si era poco prima rifiutata di rispondere. Inoltre il gruppo era già in pausa e stava chiacchierando da molto prima che gli facessi la domanda. In quell’occasione la responsabile non si è limitata a minacciare il licenziamento anticipato, ma mi ha anche accusato di essere arrogante, presuntuoso, indisponente, e altri epiteti non certo elogiativi. Una vera e propria ramanzina, insomma. Peraltro non giustificata! Una seconda volta ha minacciato di licenziarmi perché, a seguito di un errore da me commesso, le ho chiesto spiegazioni per evitare di ripeterlo in futuro. La responsabile, oltre a rifiutarsi di darmi chiarimenti (come quasi sempre), mi ha accusato di non assimilare niente di ciò che mi viene spiegato (in pratica, di essere un’idiota) e che ciò avrebbe potuto determinare un interruzione anticipata del contratto. Queste purtroppo erano soltanto avvisaglie di ciò che poi sarebbe successo. Infatti, dopo un periodo di relativa tranquillità, le prepotenze della responsabile sono aumentate: in un’occasione mi ha "sequestrato" un mezzo importante per svolgere il mio lavoro (con l'accusa mai provata che ne "abusavo") e non mi ha permesso di riutilizzarlo per circa due-tre giorni, causandomi molti disagi. In un’altra occasione (pochi giorni fa) ha pensato bene di impedire l’accesso ai servizi igienici dell'ufficio per un’intera giornata, in quanto, secondo lei, il sottoscritto li aveva resi "inagibili" (e non sto a dirvi cosa intendesse lei per inagibile, ma tanto per farvi capire: una cosa molto meno grave di qualche schizzo di pipì lasciato sul bordo del water). Faccio anche notare che, non contenta di aver chiuso il bagno e averne impedito l'accesso a tutti gli altri colleghi, si è pure preoccupata di dire a voce alta davanti a tutti come "qualcuno" (il riferimento a me era palese) avesse reso “inagibile” il bagno e mancasse di senso della civiltà. Se questa non è istigazione all’odio… Oltre a questi simpatici comportamenti, c’è stata anche una netta riduzione del carico di lavoro a me assegnato; mentre nei mesi scorsi avevo da sbrigare, poniamo, 1000 pratiche, questo mese me ne sono state affidate sì e no 200. Non mi sono state fornite motivazioni in merito. Ho anche un po’ di “paura” a chiederlo, perché ogni volta che faccio domande vengo trattato in malo modo. Visto che sono molto veloce a lavorare le pratiche, ho calcolato che entro domani o tutt’al più la prossima settimana avrò esaurito il carico di lavoro e quindi che farò? Dovrò stare a casa a girarmi i pollici? Dal momento che il nostro è un lavoro “a obiettivi”, ho paura che questa riduzione di pratiche sia una tattica usata dalla responsabile per impedirmi di raggiungere l’obiettivo e avere quindi il pretesto per non rinnovarmi il contratto. Bene, questo è quanto (ho tralasciato molto per essere sintetico). Quello che vorrei chiedervi è se avete consigli sui comportamenti migliori da adottare in una situazione come questa. Dovrei denunciare o segnalare la responsabile direttamente al sindacato? Posso fare qualcosa per impedirgli che non mi rinnovi il contratto? E se quest'ultimo non mi verrà rinnovato, posso fare causa all'azienda per mobbing o per licenziamento ingiustificato? Devo informare della cosa il titolare dell’azienda? Grazie. Se avete bisogno di informazioni più dettagliate sull’intera vicenda chiedetemi pure.
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