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CfG77

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  1. CfG77

    LE PAURE...

    io penso che tu sia una donna invece molto coraggiosa. Ti stai ponendo delle domande a cui giustamente cerchi di dare una risposta. E fai bene. Parlare con se stessi non è facile. Sono le nostre paure che ce lo impediscono. Bene. Stai vivendo la tua vita con consapevolezza. Devi ora solo accettare che ci sono dei rischi, per tutti ci sono. Un compagno arriverà quando lo vorrai e ti sentirai di averlo. A tutto c'è una ragione ed è quella che esisti! Tu esisti. Ci sei. E' vero che ci sono i rischi ma ci sono anche altre cose nella vita: imparare cose nuove, leggere, studiare, prendere passione in cose che scopri essere interessanti, scoprire cose dentro di te che non pensavi esserci, scrivere, scrivere e parlare quanto vuoi, si vive per tutto......Si vive perchè ci siamo al mondo e ci siamo per tutto...e per tante cose....anche per tendere una mano e prendere quella di altri.... ciao amica
  2. non credo ci sia bisogno di un parroco. Credo invece che tu non ti debba far carico dei problemi di tua madre. TU sei semplicemente la figlia e devi accettarla per come è. Più che un parroco (anche se in effetti potrebbe servire a fare opera di convincimento) tua madre ha bisogno di una figura professionale in grado di curarla. Ma se la decisione non viene da lei è difficile. Difficile anche proporle un percorso di cura, perchè non riconoscerebbe mai il suo problema. Si credo che tua madre ne abbia uno. E non credo sia solo nevrosi purtroppo. Conosco bene la problematica. Ma non voglio dare giudizi, quelli rimandiamoli ad un professionista. Tuo padre? E' ancora vivo? Che rapporti hai con lui? Dovresti fargli capire che deve convincerla a curarsi. So che è dura, molto dura. Tu nel frattempo cerca un'indipendenza economica e fai tutto quello che nella vita ti piace fare. Cerca il piacere nella vita. Ciao amica, in bocca a lupo!
  3. CfG77

    crisi esistenziale

    Provocatorio ma utile. Si lo so perchè. E non ha senso. Quanto al resto del mondo. Lo accetto, la conseguenza non è rabbia e perdita di sentimento e significato. Solo colpa mia? non credo. Ieri ho letto un libro di 300 pagine in una volta. A chi ne soffre o chi si occupa della tematica lo consiglio: La dissociazione: i cinque sintomi fondamentali. M. Steinberg. Bello. Interessante. A chi non dubita del mondo esterno consiglierei la parte della dissociazione nella società come malattia di questo secolo. Interessante. Buona lettura.
  4. CfG77

    crisi esistenziale

    A volte ho come l’impressione che tutto sia costruito. Tutto finto, che non rispecchia ciò che l’uomo sente davvero. In realtà ho questa percezione perché sono io. Credo che ho avuto e ancora ne ho paura di tirare fuori qualcosa da me, quello che in fondo c’è sempre stato, soffocato da rapporti familiari dove occorreva fingere di essere più forti per difendersi. Ma al tempo stesso i miei genitori e l’ambiente dove sono vissuta mi hanno dato qualcosa. Forse appunto ne devo prendere coscienza, devo saper prendere tutto ciò che è stato soffocato ma che mi è stato dato. Sentimenti di tenerezza, compatimento, solidarietà, il sentimento dell’amicizia, dell’aiuto, del tendere sempre una mano. E cercare di capire che i sentimenti di risentimento, a volte anche il sadismo, quella violenza fisica repressiva verso chi come una bambina era indifesa e non capiva perché, che cosa avesse fatto di così orribile per meritarsi gli schiaffi, le botte, le grida di non capire niente, di essere una p…., per avere semplicemente parlato durante la cena. Quella bambina brava a scuola, brava nello sport, quella bambina sensibile che si sapeva assumere responsabilità, che sognava con la nonna nel terrazzo guardando le stelle, o che parlava di essere giusti e che siamo tutti uguali già a dieci anni. Quella bambina che ogni tanto diventava aggressiva nelle parole e nei gesti, che ha osato dare qualche spintone alla mamma e alla nonna e che continua a sognarlo anche oggi, quella bambina che non capiva perché sua madre era così assente, morta. Quella bambina che usciva da sé, dal suo corpo per analizzarsi, per capirne le emozioni. Quella bambina fin troppo analitica, amata morbosamente. Quella bambina che ancora è lì, sempre più piccola però. Ma ancora tanto arrabbiata. E soffocata. E ora c’è quella adulta, quella che vuole tirar fuori le cose belle della bambina, vuole amare, ci vuole riuscire, vuole fare il lavoro che le è sempre piaciuto, vuole trovare conferma delle cose belle vivendo se stessa e gli altri, vuole sedare la rabbia piangendo. Questa sono io. E so che là fuori nel mondo è dura perché è difficile trovare spazio per i buoni sentimenti. E’ più facile trovarne per quelli cattivi. E’ più facile trovare spazio per le emozioni represse. Vediamo. Sono d’accordo: alla vita e di quel che sarà
  5. CfG77

    crisi esistenziale

    vero. E' perchè credo in quello che dici che voglio cambiare. Non voglio più sovrapposizioni. Mi accontento di lavorare e non ci cercare altro come carriera o ancora meglio comportamenti finalizzati a ciò che non mi serve (opportunismo). L'ho capito. Ho destrutturato la realtà. Era quello il problema. Vedere in faccia le cose per quello che sono. E fare ciò che sento. Trovare o almeno tentare di trovare qualcosa che mi faccia star meglio mi pare normale. Ho fatto un bel pò di considerazioni prima e mi pare di aver somatizzato abbastanza.
  6. CfG77

    crisi esistenziale

    si. penso che si debba vivere per amare. Ma non ci credo più. Per quello che volevo fare nella vita. Ma non ci credo più. Per la prima cosa: farò ciò che sento, senza più paure. Per la seconda: cambierò se ci riuscirò con coraggio lavoro e ambiente. Spero di trovare un senso a tutto. Partendo da me. Non mi sembra di tenere a qualcosa in particolar modo. Forse perchè non sono stata brava a tirarmi fuori quello che voglio. Ma è così difficile. Stabilire poi il confine tra il dovere e il potere.... Vorrei vorrei....ma chissà se ci riuscirò... Io non so perchè ci siamo. Prima avevo uno scopo. Mi dovevo laureare per orgoglio, per chissà quale causa superiore. Poi mi sono accorta che il lavoro è solo un gioco. Se lo trovi non è mai quello che avresti pensato. L'etica se ne va a quel paese. Tutti lavorano per i soldi. E nessuno fa quello che avrebbe voluto fare. Ho provato a cambiare le menti dove lavoro ma non ne ho più la forza nè la voglia. Avrei voluto fare qualcosa per gli altri. Mi ritrovo a lavorare in un posto dove gli altri sono sfruttati. Avrei voluto essere amata con il dialogo, l'intelligenza, la cultura, l'affetto, LE PAROLE. Sono stata amata con il contatto fisico, le ansie, le paure, le nevrosi, ed anche l'affetto e poche sono state le parole. Avrei voluto amare un uomo come mio padre, con il contatto fisico ma intelligente e con il quale parlare molto. Non è possibile. Gli uomini che mi sono piaciuti sono sfuggiti, gli altri li ho avuti e non mi sono bastati. I miei sono lì ed io sono sempre tra l'incudine e il martello. Sto cercando di amarli ma ogni volta sento salire l'ansia e mi rifugio nei miei cattivi pensieri. Cosa dire. Penso che l'unica soluzione sia cambiare, dentro fuori, ovunque. Cambiare pensiero soprattutto. E se nella vita dovrò farlo spesso lo accetto. Mi va bene. Non siamo statici.
  7. CfG77

    crisi esistenziale

    è vero. non analizzarsi ma percepirsi. Ed è ancora più vera un'altra cosa: che devo esternare i miei veri sentimenti. Non averne paura. Non avere paura di perdere il controllo di me stessa o di perdere qualcos'altro. Chi vorrei abbracciare? I miei genitori, il mio ex ragazzo A chi vorrei dare un calcio? C'ho provato: ancora loro, i miei genitori e il mio ex ragazzo. Il resto è ed è stato un modo per difendermi. Tutto, dai miei pensieri a quelle esperienze di vita per cercare di mettere una pietra sopra ai miei problemi ed inquietudini. Ed ho capito che le mie reazioni emotive, la depersonalizzazione e gli altri pensieri, sono appunto altro che difese da qualche situazione, e ho capito che c'è sotto un mondo. Troverò forza in me stessa, nuovi stimoli, nuove ragioni per esistere. E soprattutto pace, lascerò andare i miei schemi mentali, cercherò di lasciarli passare, mi vorrò bene e di conseguenza ne vorrò anche agli altri che in fondo non sono che una proiezione di noi stessi. E' difficile, ma voglio esserci nel mondo. Mi piacerebbe trovare ragioni profonde per esistere, ma smetterò di analizzare vivrò e poi ancora vivrò. Grazie ancora per le risposte. Belle. A cosa servono le gambe? per correre, le braccia? per amare Non perderò mai più di vista il loro significato: farò ciò che sento...
  8. io ti capisco. Anche io ho paura di perdere il controllo. Del tipo ho paura di uccidere qualcuno o di sbottare da un momento all'altro. Ma sono solo pensieri, paure di perdere il controllo, non significa che li farai davvero. Sono insicurezze. magari ti sei creato una situazione che ti sta stretta e ne vuoi uscire. Vedi un pò.
  9. CfG77

    crisi esistenziale

    in questo periodo sto vivendo delle sensazioni molto sgradevoli. Durante un rapporto con un ragazzo ero portata a pensare che avrei potuto uccidere lui o chi mi stava intorno anche persone sconosciute. Il mio malessere era arrivato a tal punto che ho deciso di lasciare il mio ragazzo. Dopo sono spariti quei pensieri ma ne sono sopraggiunti altri anche se adesso stanno svanendo piano piano anche quelli. Soprattutto ne faccio uno in continuazione: mi chiedo perchè siamo fatti in questo modo. Perchè l'essere umano ha due braccia, due gambe. So naturalmente la spiegazione razionale ma è l'irrazionale che non riesco a spiegare. e' come se avesse perso tutto di significato. Come se le persone ed anche io avessero perso di significato. Fino a qualche giorno fa non avevo più percezione del bene e del male, non sentivo niente ero come morta. non sentivo pena, gioia, dolore, malinconia, tristezza, serenità. Oggi sto un pò meglio ma mi chiedo perchè sono così anestetizzata e perchè mi faccio tutte queste domande. Vorrei precisare che prima del mio ragazzo ho vissuto una storia che mi ha fatto soffrire e nella quale ho messo tanta passione ma poco della mia personalità.
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