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irma

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  1. irma

    Comincio a demoralizzarmi

    Grazie Veronika, hai ragione, ero tanto presa a parlare di me che ho tralasciato la cosa più importante della mia vita, i miei 2 figli (uomini) e mio marito con il quale ho percorso questi anni coinvolgendolo anche troppo. I miei figli si sono presi un tale spavento (poveretti) che mi devono sentire almeno una volta al giorno (gioia per le mie orecchie). Io sono ripartita da loro e dalla mia famiglia di origine (siamo in tanti) ma veniva a galla sempre la paura di non avere un futuro e nel futuro ci sono incluse tutte le persone care (le mie prime crisi le ho avute per la perdita di mio padre quando avevo 15 anni e che nonostante le iniettassero la morfina ed i calmanti urlava: non voglio morire!!)Ora ho 55 anni ma come vedi il dente batte dove duole. Mi devi credere che mi attacco anche alle più minuscole cose belle che la vita mi ha dato e che mi offre, ma non basta, mi sento sola in questa battaglia quotidiana, pur circondata di persone che mi vogliono bene, e da sola non ce la fo'!!!. Grazie per avermi risposto Irma
  2. irma

    Comincio a demoralizzarmi

    Ciao a tutti, mi sono presentata giorni fa spiegando il mio problema, ma siccome penso che sia complicato, ho ricevuto poche risposte. Ho una malattia del sangue da 5 anni (in parole povere è una leucemia benigna e sono soggetta anche a trombosi), ciò comporta un prelievo all'anno del midollo osseo e ogni mese un esame del sangue e visita ospedaliera (oltre ad ecografie ecc.). Inizialmente, stavo per morire per trombosi all'addome, presi o pensavo di aver presom bene la batosta, invece 3 anni fa le prime avvisaglie dell'ansia (ho già avuto un periodo grigio 20 anni fa), gli ematologi mi consigliano la psicoterapia e mi reco al CPS dove sono stata seguita sino a febbraio di quest'anno da una psicologa specializzanda in malattie importanti e raramente dallo psichiatra. L'estate del 2007 il crollo, smetto di andare a lavorare, corse continue al pronto soccorso, insomma una paura terribile di morire (avevo cominciato a capire quanto era importante la mia malattia), mi sono persino fatta ricoverare in day hospital (pregando i medici) perchè l'ospedale era il mio posto sicuro. Hanno cominciato a darmi gli psicofarmaci e ad ottobre ho ripreso a lavorare. E' passato un anno e l'ansia la sento come alone, come se da un momento all'altro casco come l'anno scorso, ciò non mi impedisce di prendere i mezzi da sola, di lavorare, di aver ripreso a fare i ritratti (per diletto), compera-vendita su internet, l'uscita settimanale con le mie sorelle per una pizzata, ma e c'è un ma, mi sono rimasti dei blocchi, 1) il sesso (con mio marito poverino sono spenta) e l'andare in vacanza; difatti quest'anno ho lavorato tutto agosto e a chi mi invitava per passare qualche giorno o al mare o in montagna inventavo scuse, non dicevo la verità che era l'angoscia di partire e stare fuori casa. Stamattina ho rivisto lo psichiatra del CPS chiedendogli se non era il caso di continuare la psicoterapia (la psicologa che avevo a febbraio ha finito il contratto con il mio CPS) e lui ( contrario alla figura della psicologa) mi ha fatto mettere in contatto con delle psicologhe dell'ospedale dove lavora. Mi chiameranno e valuteranno la situazione. Scusatemi se ho scritto tanto, ma tante cose erano da scrivere. Vi chiedo, ma se non imparo a convivere con la batostona che mi è capitata, come faccio a vivere almeno all'80%, visto che il 20% me lo toglie la malattia? Chi ha voglia di rispondermi e dire la sua?
  3. irma

    ARTE

    Ciao, sono nuova e spero di non incasinarmi nelle varie discussioni A me piace disegnare ritratti, ma per mancanza di scuola riesco solo dalle foto. Posso affermare che disegnando la mia mente si è liberata un pochino dei miei pensieri fissi. Ciao Ciao
  4. irma

    ciao

    Ciao a tutti, era tanto tempo che ero iscritta, ma non ho mai partecipato. Ora tolti gli indugi mi voglio presentare. Ho 55 anni e da 5 anni ho una malattia importante del sangue, ciò comporta ogni hanno un esame midollare ed ogni mese visita e prelievi ospedalieri e cure abbastanza pesanti. Circa 3 anni fa le prime avvisaglie di ansia (20 anni prima ne avevo sofferto) e l'anno scorso il crollo, in agosto ho insistito per essere ricoverata e mi hanno accontentata per 3 settimane come day hospital. Sino a febbraio del 2008 ero seguita da una psicologa del CPS (specializzata sulle malattie importanti), poi è scaduto il contratto e mi sono ritrovata con lo psichiatra che mi vede una volta al mese, ma più che altro per i medicinali (gocce di EN e antidepressivo) ed è abbastanza contrario alla figura della psicologa. Io ho fatto passi da gigante dallo scorso anno, ad ottobre ho ripreso a lavorare e le mie crisi d'ansia sono diminuite, ma e c'è un ma, ho ancora paura dei grandi spostamenti, ad esempio non ho fatto vacanze perchè mi angoscia la partenza ed allora ho lavorato tutto il mese di agosto. Ora vorrei parlar chiaro allo psichiatra perchè non vorrei che questo mio stato diventi stagnante, non sono le 5 gocce in più, secondo me, che mi danno la spinta a superare tutte le paure rimaste, devo, dobbiamo capire se ho ancora bisogno di un supporto medico. Comunque la mia più grande paura era di morire, non volevo convivere con la mia malattia (leucemia benigna), non so se ora me ne sono fatta una ragione, vivo alla giornata e come mi dico vivo al 50% delle possibilità che la vita mi offre. Vorrei un vostro parere. Grazie Ariete
  5. Ciao, benvenuto nei forum di Psiconline®, ti auguro un sereno e costruttivo confronto con tutti gli altri. Un saluto, Alessandro Martinelli.

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