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TonyMF

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Reputazione comunità

  1. Ho citato un brano del tuo intervento e ne approfitto per rispondere sia a te che a lapina. Vorrei premettere che sono d'accordo con lapina quando dice che la stessa cosa può suscitare emozioni diverse a persone diverse, e che, anche se mi piace assumere dei toni provocatori e accesi, io rispetto le opinioni diverse dalle mie e non voglio passare come quello che ha "capito tutto" o che "ha la verità in tasca". Detto ciò, la sensazione è che nei "riassunti" o commenti a questo film qui forniti vengano spesso omessi alcuni punti fondamentali. Questo film racconta la parabola di una vita di un giovane. Sappiamo tutti che da giovani si tende ad essere più drastici nelle proprie scelte. L'energia che abbiamo dentro pulsa, preme, e a volte non è facile avere l'equilibrio per orientarla nelle direzioni giuste. Da qui nasce il detto "Nasci incendiario, muori pompiere". La scelta del protagonista del film scaturisce da un rifiuto verso i suoi genitori, dal loro modo superficiale e allo stesso tempo opprimente di voler guidare il proprio figlio. Attraverso un tipico esempio di generalizzazione, il rifiuto verso i genitori diventa rifiuto per quel tipo di vita, per quella società. Così il giovane parte alla ricerca di qualcosa di diverso. Il suo pensiero è che eliminando le contaminazioni e le influenze di una società che lui rifiuta, e intraprendendo un percorso nella natura in compagnia solo degli autori letterari che stima, potrà trovare una dimensione migliore, potrà trovare "il senso della vita" (parole sue). Quindi il suo cammino è una RICERCA. Un tentativo di trovare la giusta dimensione di essere umano. Nel raccontarti questa ricerca, Sean Penn non si esime dal darne dei giudizi, ma lo fa con grande sensibilità e grande rispetto. Ad esempio, proprio nella scena citata da lapina del vecchio che scala la montagna, c'è un momento in cui il vecchio si ferma, ha il fiatone, gli duole il petto, e anche la musica suggerisce che sta per succedere qualcosa di brutto. Un infarto. Poi, per fortuna, il vecchio si riprende e raggiunge la cima. Io leggo la scena come un monito per quello che succederà: McCandless parte da un'idea nobile, ma le scelte che compie in nome di quest'idea sono scelte pericolose, forse anche sbagliate... L'idea romantica di spingere il vecchio a raggiungere la cima poteva risolversi drammaticamente. Da questo punto del film (o forse anche da prima, ora non ricordo, visto che ho visto il film solo una volta ed è passato del tempo...) lo spettatore comincia a intuire che c'è qualcosa di distorto in quello che supertramp sta facendo: da una parte non puoi non ammirare l'intenzione del giovane, ma allo stesso tempo gli eventi stessi suggeriscono che c'è qualcosa di sbagliato. Sono suggerimenti velati, proprio come spesso fa la vita, che il protagonista infatti non coglie. Perciò il film non è l'esaltazione di quel personaggio e di quello stile di vita. Sicuramente in certi momenti esalta la bellezza di riappropriarsi di un contatto con la natura, e fa venire anche allo spettatore una gran voglia di viaggiare libero per il mondo, ma allo stesso tempo fa vivere una strana sensazione di disagio: il disagio di "sentire" che c'è qualcosa di profondamente sbagliato in quel tipo di percorso. Ed è esattamente ciò che diceva esdra riguardo al "bisogno di una comunità umana". E infatti anche lo stesso Supertramp alla fine si rende conto di aver sbagliato percorso: mentre il fisico viene sopraffatto dalla natura, finalmente anche il suo animo capisce che isolarsi non porta risposte. La sua ultima frase nel diario è qualcosa tipo: "La gioia e la bellezza della vita non hanno senso se non sono condivise". Ecco la chiave del film. Questa frase è potentissima, perché è l'ammissione del protagonista dei suoi sbagli e contemporaneamente la VERA RISPOSTA! Il senso della vita che aveva cercato! Io penso che ciò che è mancato a Supertramp sia stato un vero maestro. È difficile interpretare sempre correttamente i libri se si è da soli, senza una guida. Decidere di isolarsi dal mondo a quell'età significa escludersi la possibilità di incontrare quegli "illuminati in mezzo alla società" di cui parlava esdra, quelle persone da cui si può imparare davvero. Saluti a tutti.
  2. Avrei preferito se avessi approfondito il tuo discorso, invece tu lanci una piccola critica, una piccola provocazione, ma subito la chiudi lì, come a voler ritrarre la mano dopo aver scagliato la pietra. Io invece sarei curioso di capire cosa intendi, dove volevi arrivare... Intanto ti dico cosa penso io: Stiamo parlando di una persona vera, che è vissuta realmente e che è morta a causa della sua scelta. Non parliamo di Buddha, di Gesù, o di qualche altra "infallibile" guida spirituale, ma di un ragazzino americano appena laureato, nato nella nostra epoca, cresciuto nella società occidentale contemporanea e in una famiglia tipica alto/borghese americana. E tu, in un film del genere, ti soffermi sul fatto che "sfrutta" il passaggio di un treno (oltretutto un treno merci, se non ricordo male) "alla faccia di chi paga"... E' tutto qui il tuo commento alla storia umana che questo film racconta? Tra l'altro, il destino lo punisce terribilmente proprio per essere salito su quel treno: picchiato a sangue, minacciato di essere ucciso, lasciato malconcio ai bordi della ferrovia.
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