Spero tanto che abbiate la pazienza di leggermi e di darmi un consiglio.
Sono una donna di 39 anni.
Quando avevo 30 anni rimasi incinta durante un rapporto occasionale. Il partner occasionale mi comunicò che non se la sentiva di accettare quella paternità. Io decisi di tenere la bambina e di riconoscerla da sola.
Nel corso della gravidanza ho conosciuto l'uomo meraviglioso che oggi è mio marito. Abbiamo avuto due nostri bambini (che oggi hanno 5 e 3 anni) e mio marito ha adottato la mia prima figlia (che oggi ha 8 anni). Del suo amore e del suo sentirsi padre a tutti gli effetti della mia prima figlia io non ho il minimo dubbio.
I miei suoceri sono bravissime persone, anche se, per i miei canoni, forse un po' invadenti. Capisco però che la loro invadenza nasce dal profondo amore che hanno per mio marito (loro unico figlio). Inoltre viviamo a 150 km di distanza, le occasioni per vederci sono circa due volte al mese (trascorriamo lì due interi weekend), so che mio marito li adora e pertanto ho sempre abbozzato ed evitato di mettere paletti anche di fronte ad atteggiamenti che, se fossero stati quotidiani, avrebbero finito sicuramente con l'infastidirmi.
Il problema è che, da quando sono nati i nostri figli "biologici", i miei suoceri fanno delle "differenze" fra i nipoti biologici e la mia prima figlia (che, a tutti gli effetti legali, è diventato anch'ella la loro nipote).
La questione è molto sottile, nel senso che nei fatti queste differenze non ci sono: ad esempio hanno fatto un sostanzioso rgalo in denaro a tutti e tre i nipoti, in parti rigorosamente uguali; sul calendario sono segnati i compleanni di tutti e tre i miei figli, e così via...
Si percepisce però la "differenza" nel tono di voce, negli abbracci e baci (rigorosamente inferiori per la nipote adottiva), nella facilità a perdere la pazienza con la nipote adottiva e nella facilità all'"intervento difensivo" verso i nipoti biologici quando vengono rimproverati da noi genitori.
Mio marito sembra minimizzare e ipotizza che potrebbe essere una mia impressione dato che nei fatti (concreti ed economici) i suoi non fanno differenze.
Anch'io sarei tentata, "per amor di pace", di abbozzare.
Il problema è che queste "differenze" cominciano ad essere sempre più percepite dalla mia prima figlia che ancora non sa che mio marito non è il suo padre biologico e che si è sinceramente attaccata ai nonni, ma finisce spesso per rimanere delusa.
Sono sempre più frequenti le frasi del tipo "non è giusto che qui M. e G. (il fratello e la sorella) facciano il principe e le principessa a casa dei nonni".
Io non me la sento i liquidare le tristezze di mia figlia come normale gelosia fra sorelle, anche perchè sono certa che queste differenze vengono inconsapevolmente percepite anche dai figli più piccoli che si sentono "favoriti" in casa dei nonni e lì diventano più capricciosi e prepotenti, soprattutto nei confronti della sorella più grande.
Negli ultimi tempi questa situazione ha minato la mia imparzialità e nelle ultime occasioni ho finito col rimanere "invischiata" da questo sistema. Mi sono infatti accorta di avere assunto, in casa dei miei suoceri, atteggiamenti più benevoli e permissivi nei confronti della prima figlia e più rigidi e severi nei confronti degli altri due.
Cosa dovrei fare?
Quando decido di affrontare la questione vengo assalita dai dubbi che forse sono tutte mie fantasie perché nei “fatti” non posso rimproverare nulla ai miei suoceri e rischio di rovinare un rapporto che è fondamentalmente buono.
Se scelgo la strada del silenzio mi sento però una pessima madre ogni volta che gli occhi della mia prima figlia si fanno tristi o tutte le volte che mi accorgo di rimproverare “più del dovuto” la mia seconda figlia per le prepotenze fatte alla sorella maggiore quando è a casa dei nonni.
Cosa dovrei fare?
Grazie a tutti.
Anna