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zazà

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messaggi di zazà

  1. aaah bello sto topic, quanti bei ricordi...anche qualcuno brutto a dire il vero...ma non legato al topic ma al periodo che vivevo. Sembra sia passato un secolo....mi piacerebbe poter salutare i vecchi amici che hanno scritto su questo topic... :air_kiss: e sapere come stanno.

    Ciao!! Ogni tanto ci penso anche io....anche se era un secolo che non venivo a sbirciare, piacerebbe anche a me avere notizie! Un abbraccio :):

  2. Qualcuno sa indicarmi il nome di un bravo psichiatra ed anche i suoi recapiti, magari in una struttura pubblica!

    Grazie

    Che io sappia, gli psicologi del distretto 51 della Asl napoli 1 (alla Marina, vicino il Loreto Mare) dovrebbero essere buoni. Mi pare che ci siano liste di attesa e non so se ci siano anche psichiatri. Purtroppo di più non so dirti :pardon:

    Ciao!

  3. Ciau Zazà, son contenta di leggerti! :): Grazie, appena ho un attimo mi ci metto... in effetti c' è un sacco di roba in rete, spero solo di non perdermici.

    In effetti il rischio è alto, se ti occorre qualche consiglio possiamo anche sentirci in privato. Ciao! :wink:

  4. ne ho prese tra quelle che mi piacciono di più... certo, sono fatte alla come mi viene, però i posti erano davvero spettacolari!

    Scusate il formato ma non son riuscita a rimpicciolirle.

    Sono buone Ransie, brava. Se ti piace fotografare e vuoi approfondire, internet è pieno di forum zeppi di consigli e tutorial, certo mischiati anche a tante fesserie però si può imparare parecchio.

    Ciao!

  5. Non sei tanto chiara, stavolta.

    Cosa significa che "sei stanca" per te?

    Definisci "stanchezza", se ti va.

    E l'opzione "carezzevole" vs "costoso"?

    Sarai stanca al momento in cui non rispondi, se rispondi vuol dire che non sei stanca, ma possiedi le energie per rispondere.

    Carezzevole contro costoso, significa che ti è costato caro mandarmi un caro saluto? :D:

    ultimo quesito: definisci cosa è una tranquillità vera, questo vera mi incuriosisce.

    Non è certo il sonno della morte, e non è neppure uno stato di coma, immagino.

    Ci sono tante forme di Vita, io tranquillità lo associo al sonno, e quindi alla non-esistenza.

    Ieri sera ero stanca perché avevo passato la notte in bianco e tutto il giorno per accudire mio padre, dato che tre giorni fa si è fratturato il femore e appena tornato a casa ha avuto una ricaduta della bronchite. Tuttavia, avendo visto che mi avevi scritto già da qualche giorno, volevo comunque darti un minimo di risposta, forse avrei fatto meglio ad aspettare di avere più tempo per farlo meglio. Per questo sono stata breve, senza rendermi conto che potessi risultare poco chiara.

    Ho tenuto a precisare che ero stanca perché non volevo dare l'impressione di essere menefreghista liquidando il tuo post in quattro parole che ho scritto.

    Il doppio senso che ho attribuito al "caro" saluto dipendeva dal fatto che non sapevo come interpretare il tuo commento a cui ho risposto perché da un lato io tendo a salutare affettuosamente, ma dall'altro mi sarebbe potuto anche costare salutarti dato che per come ti sei posta nei miei riguardi sembrava che tu mi criticassi.

    Questo perché io avevo detto che sono tendenzialmente pacata e moderata e tu hai dato a questa definizione un'accezione sostanzialmente negativa.

    Dato che io non mi ritrovo nella descrizione che hai fatto, volevo instillarti il dubbio che forse non sempre è così. Forse, più semplicemente, le persone moderate sono sinceramente tranquille, senza troppi retropensieri, secondi fini, ecc.ecc.

    E forse associamo a questo termine tranquillità significati diversi, come è evidente dall'ultimo post che hai scritto.

    Se dovessi fare io un'associazione, direi che tranquillità mi rimanda la desiderio di pace, voglia di spiegare e spiegarsi con pacatezza.....poi sarò una gran palla, ma questo è un altro discorso!

    E' interessante notare le differenze che alimentano le incomprensioni....per esempio io mai assocerei la tranqullità al sonno perché io non faccio sonni tranquilli (i vecchi utenti del forum forse se lo ricorderanno :D:) e non considero il sonno non-esistenza. Un tempo lo pensavo anch'io, poi leggendo un libro di Winnicott e parlandone anche in seduta mi sono resa conto che non è vero. Anche il sonno è vita, quando ricordiamo i sogni spesso ricordiamo anche le emozioni che abbiamo provato mentre lo facevamo, appunto emozioni vissute.

    Spero di essere stata più chiara, nonostante sia comunque stanchina (ma meno di ieri) e mi aspettino altre notti, spero più tranquille!!

    Ciao ciao

  6. Di solito non amo le persone tendenzialmente "moderate e pacate",le trovo indisponenti, sono quelle che per amor di diplomazia si tengono fuori dalle grane e non dicono mai in faccia le cose che pensano veramente, non prendono mai parte a nulla, appaiono tendenzialmente menefreghiste e opportuniste.

    io poi le percepisco subito,ho il radar incorporato. :Batting Eyelashes:

    Però può anche darsi che al tuo radar manchino le coordinate di una tranquillità vera, per cui non la vedi.

    Quanto al concetto di partecipazione si potrebbe discorrere un bel po', per ora mi astengo. E nun so' menefreghista, SO' STANCA!

    un caro saluto (carezzevole o costoso?! :Thinking:)

  7. Tanto soleggiato questo posto non dev'essere, altrimenti non saresti andata in terapia. In fondo lo sai che porti una maschera che non ti permette di vivere pienamente. Ho l'impressione che anche il tuo avatar denunci questa situazione, vedo una maschera appariscente che però ti tappa la bocca.

    Intimamente sai anche che la seduzione non equivale ad un affetto sincero e tutti sappiamo che il tempo ci porta il conto prima o poi e la stessa maschera non vale per tutte le stagioni della vita.

    Buona fortuna, so benissimo che non è facile smontare e poi ricostruire, ma se non lo fai poi è certamente peggio.

    Ciao

  8. cmq il quadro era una cascata, che stava appesa da secoli e secoli ed ha deciso di cadere proprio stanotte... sono rimasto sconvolto (a dire il vero ero sotto shock da un bel pezzo prima, ma vabè) :Straight Face:

    ah, è cascata la cascata...

    Dopo secoli di noncuranza ha deciso di fare una morte significativa, sì da essere ricordata finalmente per altrettanti secoli!

    Va bene come primo tentativo di gustosa interpretazione?! Batting%20Eyelashes.gif

    Oppure: ha fatto la fine insita nella sua natura -_-

    ciao ciao

  9. Una buona regola che ho imparato nelle chat di automutuoaiuto è di non dare consigli o giudicare, l'unica proiezione deleteria è esprimere anche involontariamente giudizi sull'esperienza altrui, ma utile all'interlocutore invece sarebbe cercare di dire la propria esperienza, cioè ciò che viviamo noi, o abbiamo vissuto, in relazione all'argomento trattato.

    mai essere intrusivi, ti potrei fare mille citazioni di intrusività arbitraria, qua dentro.

    Tipo: "Quell'idiota del tuo convivente,del tuo fratello, della tua sorella, hai ragione, è proprio un idiota, forza, mandalo a cagare! Se lo fai sei tutti noi!" :icon_nav1:

    Un'automoderazione in questo senso in tal direzione, la direzione del non giudizio e della neutralità, ci protegge, e interferisce sì, ma in maniera positiva, sempre, poichè ci consente riflessione, e serena rielaborazione.

    vedi zazà, tu lo hai sempre fatto in maniera spontanea, ma non è stato MAI stabilto questo accordo, che è FONDAMENTALE per poter parlare in serenità insieme, delle nostre esperienze terapeutiche e di vita.

    una volta accordatisi su questo patto, siamo intesi.

    per quanto riguarda il rendersi conto delle proiezioni, si può fare, qui come nella vita, ma certamente non può essere comunicato, l'autoanalisi toglie spontaneità al dialogo, diventa una cosa non più veritiera.

    Tu ci staresti a mettermi a parte della tua autoanalisi? non credo proprio.:)

    Un bel patto, ma forse un tantino utopico, ahimé.

    Se penso a tutto ciò che ho scritto nel forum, soprattutto in questo topic, dico che chiunque avrebbe potuto tentare qualsiasi tipo di intrusione nei miei riguardi. Non ricordo che sia mai successo, probabilmente perché sono una persona tendenzialmente moderata e dai toni pacati. Tuttavia ho sempre messo in conto che questo potesse avvenire, ho misurato la mia fragilità e intimamente ho sempre saputo che ero così convinta di quello che affermavo o raccontavo che nessuno avrebbe potuto scalfirmi. Faccio delle mie onestà e sincerità il mio punto di forza, se non vengo compresa non me ne faccio un cruccio più di tanto, forse è per questo che non mi sono mai ritrovata in grosse polemiche, non sono un'insistente né dò spazio all'insistenza, non ho voglia di convincere a tutti i costi. Se si riesce a dialogare bene, sennò pazienza. Credo sia questo che mi ha permesso di parlare liberamente senza la sicurezza di un patto.

    Riguardo le proiezioni, non mi pare di aver detto che debbano essere comunicate, quando riguardano le persone con cui dialoghiamo, quindi su questo sono d'accordo con te, ci mancherebbe, finisce che si confondono ancora di più le acque. Idem per l'autoanalisi, che per me è una cosa diversa, che ingloba anche il vedere le proprie proiezioni; scusa se preciso, mi è sembrato che tu l'utilizzassi come sinonimo.

    Ma sempre per quanto riguarda i rapporti qui sul forum, diversamente è se ti racconto qualcosa che mi è accaduto dove tu non c'entri nulla. Lì posso raccontare e anche fare autoanalisi, quindi riportare la mia visione dei fatti e anche le mie eventuali proiezioni e altro ancora, tipo emozioni provate ecc. ecc.

    Lo apriamo un bel topic: "La gestione dei rapporti interpersonali tra gli utenti del forum" ?!:rofl:

  10. Non mi è mai capitato di frequentare un forum per tanti anni quindi magari dico delle stupidaggini però credo che il problema delle interferenze nasca proprio dal fatto di conoscersi da "vecchia data" per cui si finisce per mischiare sentimenti, discussioni, recriminazioni, insomma un po come succede nei rapporti di amicizia "reali".

    Oltretutto con le persone che abbiamo accanto spesso non ci imbarchiamo in discussioni così "personali", molte delle cose che ho scritto quì non mi è mai capitato di dirle ad altri e scrivo solo da pochi mesi ^_^

    Ti capisco perfettamente quando dici di non sentire il bisogno di condivisione perché per me è stato cosi per tantissimo tempo...

    Ciao anche a te :):

    Sicuramente accade questo e mi sa che è anche inevitabile. E forse proprio per questo servirebbe rimanere in topic, come a dire: ricordatevi che Turbo vi ha fatto una domanda, ha chiesto "capita anche a voi?". Rispondete a questo e il resto fatelo in privato o al "bar". Il problema fondamentale di questo forum è che è tutto un bar. Io non mi ritengo una persona rigida, anche a me piace uscire dall'argomento principale, ma entro certi limiti.

    E' verissimo che qui si parla di cose molto personali, a volte con la condivisione di una profonda intimtà. Proprio per questo si dovrebbe avrebbe un particolare riguardo per la comunità, quindi cercare di "ascoltare" piuttosto che fare continue invettive.

    Qua tutti abbiamo le proprie fragilità ecc ecc, ma mi sembra che quasi mai ci si renda conto che rivendicare il proprio diritto al lamento, alla presunta difesa o non so cos'altro significa in termini comunicativi essere egoisti ed egocentrici.

    Sia ben chiaro che non nessuna intenzione di polemizzare, per me si tratta di alimentare uno spazio per il dialogo; lancio delle riflessioni, ognuno ne faccia quel che vuole, come d'altronde è sempre stato.

    Ciao Lis :;):

  11. non mi volevo riferire tanto alla "figura", ma più al tipo di relazione che tu (non) instauri con coloro che ritieni anaffettivi, tra i quali ci sono anche io: infatti guarda come sono i nostri scambi (cosi come probabilmente anche quelli passati), d'altronde lo hai anche ribadito:

    "oooh caxxo, alterati! ma non lo vedi che te sto a da contro, caccia fuori quelle tue emozioni di miedda, reagisci! chiedimi, dimmi qualcosa! guardami caxxooo, guardami!!" (non è vero, guardami guardami ce l'ho messo perchè ci stava bene, ma pò esse pure).

    naturalmente una persona anaffettiva, questi tipo di feedback non è in grado di darteli (men che meno quelli del versante opposto: incaxxati vs abbracciami, ad es.), o te li riesce a dare solo se tu accentui il tipo di segnale a cui, secondo te, ste persone sono più sensibili; segnali e comportamenti che hai imparato ad usare con l'esperienza, visto che dici di conoscerne tanti di anaffettivi.

    cosa che poi, il ricevere o meno quel tipo di feedback comporti per te, è un altro discorso, ma per ora, siccome anche a me mi consideri uno dei tali, vien da se che mi "cucini" con la/e ricetta/e che conosci; tuttavia, non tutti i tipi di relazione sono necessariamente uguali (perchè non lo sono anzitutto le persone, ovviamente), e sta a te scegliere di provare o meno a sfruttare le situazioni che ti si presentano, per vedere se esistono altri modi di cucinare lo stesso piatto, modi che magari, gli cambiano anche sapore. (misa che ho fatto casino con la metafora :Thinking: ).

    Ego, scusa se rispondo con tanto ritardo. Guarda, riflettendoci forse su una cosa ti dò ragione, ossia sul non aver mai tentato di rivolgerti la parola direttamente. Dico forse perché non mi ricordo bene. Evidentemente mi sono fatta un'idea di te tale da non ritenere possibile una risposta "normale" da te! :D:

    Metto un sorriso per sottolineare che non voglio entrare in polemica e francamente non so nemmeno cosa risponderti perché ho anche perso le fila del discorso, comunque ci riprovo.

    Di anaffettivi è pieno il mondo, difendersi dai sentimenti e quindi negarli è atteggiamento comune, io stessa non ne sono immune, ma in alcune persone questa situazione, che diventa anche modalità di (non)relazione, è particolarmente evidente. Forse è meglio trovare un altro termine che ci piaccia di più?

    Chissà, magari potrebbe essere argomento di un topic apposito, ma per ora chiudiamola qui perché non credo porterebbe a nulla un continuo rimpallo tra me e te. Già questo mio intervento potrebbe sembrare un mio ribadire che tu sei anaffettivo e non mi va di continuare su questa linea.

    Inoltre non è di questo che io volevo parlare principalmente, io avrei voluto rimanere in topic. Però, vabbé, abbiamo aperto l'ennesima parentesi, cerchiamo di concluderla con un minimo di senso. Ego, io non cerco il tuo sguardo né tanto meno chissà quali reazioni, vorrei solo una "normale" conversazione, possibilmente collettiva, che non si areni su quelli che mi sembrano i soliti punti di vista di ognuno di noi.

    A me sembra di aver fatto delle osservazioni, forse sono sbagliate, forse non sono state colte, a questo punto non lo so più né lo ritengo fondamentale. Confesso di accusare un po' di stanchezza, magari ci ritroveremo su qualche altro topic, sempre che non si proceda con la solita "ruota libera". Io credo che un po' di contenimento giovi a tutti, poi fate voi. Ciao :;):

  12. credo (e questo e' un mio parere personale),che molti di noi si siano trovati bene o male,in un momento di "stasi" nella terapia,specie se molto prolungata.

    personalmente,penso proprio che per quanto mi riguarda,io debba andare a fare un giretto ogni tanto dallo psi,per darmi una rinfrescatina (ovvio,che non tutti abbiamo problemi,terapie uguali ecc...),quindi credo che se non per tutta la vita,ma per molto tempo dovro' in un qualche modo rimanere in terapia.

    il mio problema non ha una scadenza,o una guarigione,diciamo che se non ho bisogno dello psi,e' un buon risultato.

    ah,un giorno vado in seduta,e dico allo psi,che ero imbarazzato a dover riparlare per l'ennesima volta dello stesso argomento,piccolo scrupolo sciocco mio,che pero' puo' succedere,insomma,l'importante e' parlarne,in fondo si va' per questo.

    Sono d'accordo, anche perché i problemi si risolvono a tappe e solo le occasioni che ti presenta la vita ti fanno rendere conto veramente a che punto stai.

    Arrivano delle prove che ti danno la misura dei risultati raggiunti.

    A proposito dello scrupolo, anch'io sono molto seccata di dover ritornare sempre su certi argomenti ma non posso non farlo. E mi ha fatto piacere sentirmi dire che se questo accade è perché non sono superficiale. Se effettivamente c'è una situazione generale che mi provoca sofferenza, non esprimerla perché data per scontata, non serve a nulla.

  13. La tua perplessità è comprensibile umanamente, ma non del tutto corretta, semplicemente perchè in qualunque avvenimento umano, ipotizzare un fattore diverso da quanto realmente avvenuto, porta semplicemente a un'altra ipotesi, non sostenibile, in quanto non si può provare a posteriori.

    Si parla di sensazioni, come giustamente hai detto e di un "mi viene da chiedermi" che in fondo è una manifestazione di malinconia..quasi infelicità.

    Sembra che tu ti chieda se avresti potuto essere e adesso non sei:)

    Sensazioni..

    Una cosa importante: per riuscire a sopravvivere ai lutti bisogna attaccarsi a qualcosa di molto forte, a un credo, oppure a un sentimento forte nei confronti di un'altra persona.

    In realtà ciò che ho scritto è il prosieguo del mio intervento precedente, in sintesi io volevo invitare chiunque a provare sempre e comunque a parlare del problema col medico oppure a non esitare a provare con altri, senza soffermarsi troppo in congetture e valutazioni culturali sulle terapie. Cerco sempre di rimanere in tema, pur facendo esempi su di me, sulla mia esperienza.

    La malinconia la provo per l'affetto che avevo per lui, ma è a prescindere dall'argomento.

    L'infelicità ce l'ho, ma per tutta una serie di guai che devo risolvere. Il lutto l'ho superato e in generale penso che la morte si superi quando si accetta che è una cosa naturale e fa parte della vita.

    Per me quando ci si attacca ad un credo o ad altro non è un buon segno.

    Ogni cosa e persona deve avere il suo spazio dentro di noi. Se credo, lo faccio perché sento la spiritualità. Se amo è perché ci sono persone da amare. Nessuno deve essere il sostituto dell'altro.

    E' ovvio che si spera che la nostra vita sia piena di affetti, e di realizzazioni. In questo io vedo l'equilibrio e la sanità. Per esempio gli eremiti non mi hanno mai convinto.

    Parlando sempre di me, è ovvio che se ho un problema che per comodità genericamente definiamo "dipendenza affettiva", ho sempre bisogno di qualcuno che mi veda per esistere, per attivare la parte migliore di me. E' questo il problema che mi ha impedito di parlare chiaramente in passato, l'ho già detto. Suppongo che oggi, se si ripresentasse il problema, avrei meno remore a farlo. Forse qualche progresso l'ho fatto.

  14. già hai ragione e credo che il transfert in parte sia anche questo bisogno!essere visto!notato!desiderare di essere amato dal terapeuta è anche questo no?comunicare al proprio medico che si prova qualcosa per lui e sperare in qualche modo...fantasticare che lui possa dire altrettanto infondo è questo.e genera senso di colpa.perchè per prima cosa già in partenza è impossibile e poi il terapeuta non è nella posizione di essere così schietto da mandarti via,deve trovare un modo per aiutarti a gestire questo sentimento.ti deve accompagnare,non solo nei problemi che già avevi ma a gestire il tuom amore per lui.

    Rispondendo ad Aikon hai chiarito la tua personale situazione. Infatti stavo per dirti che ciò che si prova dipende da ognuno.

    Per esempio quando capitava a me, io non provavo senso di colpa. Semmai una frustrazione tremenda (il mio passato era costituito di rifuti -non nel senso di munnezza Just%20Kidding.gif) e un imbarazzo notevole.

  15. sì, grazie, ma io non voglio distinguerle se non dentro la stanza, fuori sarebbe una forma di nevrosi allucinante e insopportabile:))

    beninteso che siamo liberi di proiettare a oltranza:)))

    mettiamoci d'accordo, qua vietato distinguere proiezioni.

    Ma ti ricordi quando qui si usava "te proietti", come difesa da messaggi ostici? :Just Kidding:

    A un certo punto "Te proietti!" era una minaccia di risposta :Drooling:

    Me lo ricordo bene e penso che, in generale, ogni uso può diventare un abuso.

    Ma a prescindere da questo penso che non sia salutare non distinguere tra realtà e proiezioni, in qualsiasi contesto.

    Secondo me dobbiamo sforzarci di farlo anche fuori la stanza, perché altrimenti rischiamo di precluderci le relazioni col prossimo.

    Per me la confusione non giova mai, come si fa a recuperare un sano senso della realtà se ci si confonde continuamente tra questa e le proiezioni?

    E certamente è un lavoro faticoso, perché non permette di sfogarsi liberamente, ma da qui a vederlo come forma di nevrosi non sono d'accordo.

  16. mi pare abbiate detto la stessa cosa in sostanza,tutto e' relativo,tutto e' soggettivo,l'unica cosa concreta,e' il dolore,e la forza per combatterlo.

    Questo è poco, anzi molto, ma sicuro!

    Tornando sempre a Turbo (ma è fuggito?! :icon_mrgreen:) che ha sollevato il problema, possiamo fare solo ipotesi sul perché lui continui ad andare pur con la sensazione che non serva a molto. E infatti lui giustamente ha chiesto confronti, scambio di opinioni e di esperienze.

    Per parte mia posso dire che può capitare che la terapia cada in un periodo di stanchezza. A me è successo e non avevo la forza di esternarlo in seduta, mi facevo qualche fantasia di cambiare analista perché vedevo la mia vita imballata e desideravo qualche stimolo che non mi sembrava di ricevere.

    Oggi per me è impossibile stabilire se questo dipendeva esclusivamente da me (quindi anche cambiando sarei rimasta imballata comunque) o anche da lui.

    C'è da dire anche che quando questi rapporti terapeutici si protraggono a lungo, si crea un rapporto affettivo mica facile da trasformare.

    Infatti io ero imbarazzata a raccontargli queste fantasie, gli volevo bene e non avevo nessuna intenzione di perderlo come presenza nella mia vita. Non sarebbe successo proprio nulla se gliene avessi parlato, ma penso che il problema era sempre il mio modo di pormi nel rapporto in genrale, un modo "dipendente", quindi paura del confronto ed eventuale distacco (fosse solo di opinioni su una questione così spinosa). Mi viene da chiedermi se lui se ne fosse accorto, ma poi si è ammalato ed è morto. Quella apparente situazione di stallo mi sembrava durasse da un annetto circa, chi può dire come sarebbe andata se lui fosse rimasto in vita?

    A questo punto mi piacerebbe sapere se Turbo ha mai parlato direttamente al suo dottore di questa sensazione, ma dubito ripassi da queste parti!

    ciao

  17. ma tu lo scrivi facilmente?

    Io per esempio provo senso di colpa ogni volta che scrivo un fatto molto personale, c'è una sorta di pudore e al tempo stesso un impulso irresitibile, una compulsione a mettere in piazza.

    c'è qualcosa di perverso in me che spinge a comunicare in questo senso, e a sua volta dopo c'è la violenta autofustigazione del senso di colpa.

    Qualcuno si potrà chiedere. "e allora perchè lo fai?"

    la mia impressione è che che c'è una forma di esibizionismo in me, io trovo questa risposta, un sottile piacere nell'essere letta, un sensazionalismo un po' malato, come se fossero cose originali, figuriamoci.

    Il bisogno di essere visti, perchè se non sono vista sono invisibile, e io non sopporto che non mi si veda, mi sono sentita troppo invisibile, boh?

    Scusate se m'intrometto ma trovo l'argomento interessante.

    Ovviamente ragiono con la mia testa. Penso che il bisogno di essere visti implichi il bisogno di essere compresi, accettati. Altrimenti è una sfida, un'imposizione.

    Mi vengono in mente gli scugnizzi, che per strada sentono il bisogno di disturbarti. Lì secondo me c'è un misto di bisogni. Bisogno di buttare fuori un'aggressività subita e bisogno di attirare l'attenzione con modalità distorte. In fondo è sempre una mancanza di affetto che la fa da padrone.

    Se provi un senso di colpa può essere sia perché sai intimamente che l'esibizionismo è un surrogato, sia che avverti la tua fragilità e sai che rischi di farti del male se ti esponi.

    Per esporsi, per esporre la propria intimità senza problemi, ci vuole sicurezza e convinzione delle proprie emozioni....e anche un buon senso della realtà. Secondo me bisogna essere il più possibile onesti....e pronti ad eventuali colpi. Non è la corazza che protegge ma una genuina stabilità.

    Solo così si abbandona un atteggiamento difensivo che fa temere nemici prima ancora di avverli avvistati oppure, se questi esistono davvero, non li si teme più di tanto perché si avverte nettamente una separazione. I tuoi problemi, i loro problemi. E magari, parlando con te stessa il più sinceramente possibile, distingui meglio anche le tue proiezioni.

    ciao.

  18. Sono belle le utopie e da sempre qualcuno cerca di venderci la soluzione perfetta, ma io preferisco vedere la realtà nuda e cruda, tanto alla fine ritorna sempre a bussare la nostra porta.

    non so citare e non ho voglia di rispondere punto per punto,prendo spunto da quest'ultimo pensiero.

    Dunque, la realtà nuda e cruda è quella invisibile.

    Come posso sapere come io, tu, noi, percepiamo la realtà nuda e cruda?

    la mia bisnonna aveva quattordici figli, ne ha persi sette, uno schiacciato da un carro guidato dal suo fratello maggiore, una si è impiccata a diciannove anni per un amore osteggiato dalla famiglia!, uno è morto di difterite, uno si è addormentato al sole bagnato, ed è morto, ecc ecc.non ricordo tutte e sette le tragedie.

    Lei è sopravvissuta.

    ora, se io perdessi anche uno solo dei mei figli, non so se sopravviverei.

    Qual è la realtà nuda e cruda della mia bisnonna, e qual è la mia?

    tutto è relativo.

    non esiste una realtà nuda e cruda, esiste un sistema di valori variabile nelle epoche, una sensibilità individuale alla vita, un modo di percepire unico per ciascuno, e una forza interiore diversa.

    non lo so

    Mi spiego meglio allora. Quando ho parlato di realtà nuda e cruda pensavo a situazioni tipo in cui la persona inizia un percorso e lo finisce pure. Dopo un certo tempo sente il bisogno di riprendere. Conosco situazioni del genere personalmente, se non ricordo male è accaduto anche a qualcuno qui e in fondo anche a me.

    Io l'ho raccontato ma probabilmente pochi lo ricordano: quando è morto il mio analista io non ero sicura di riprendere con un altro, apparentemente non ne sentivo il bisogno, ma questa situazione fittizia è durata poco.

    Con questo esempio voglio dire che molto probabilmente qualsiasi percorso terapeutico porta dei benefici, ma non è detto che sia definitivo questo risultato. Qualche volta lo è e qualche volta no. E a distanza, senza conoscere le persone e le loro situazioni non possimao stabilire se queste conclusioni momentanee e le riprese rappresentino una presa in giro oppure si tratta di un percorso che ha un andamento a tappe, che nessuno può prevedere. Per questo non mi convincono troppo le pianificazioni. Ma è anche vero che io non conosco affatto i presupposti teorici di certi indirizzi di cura. E ribadisco che nelle nostre condizioni è abbastanza improbabile che ci possiamo raccapezzare in questo mare magnum, quindi tanto vale affidarsi alla nostra capacità di ascoltarsi e barare il meno possibile con noi stessi.

    Conosco persone che hanno superato la soglia dei sessanta e non hanno risolto completamente certe fobie, tipo paura di volare, ansie, ecc ecc, tanto per fare qualche esempio. Venendo a conoscenza dei loro traumi, delle difficoltà che si sono presentate lungo il corso di una vita, non mi stupisco. Ma non pensare che vivano ancora in un mare di sofferenza, con certe difficoltà s'impara a conviverci, si gestiscono in tanti modi.

    Quindi io non sto dicendo: Rassegnatevi!

    Per niente, guarda. Solo penso che tutto è terribilmente opinabile, discutibile, e tanto vale procedere con lo spirito dell'esploratore.....vediamo cosa mi succede....le provo tutte....ma non mi confronto con studi statistici di riuscita o meno, o non so cos'altro........tipo sfera magica.

    L'ignoto del futuro, il non sapere se starò meglio prima o poi mi mette un'ANSIA ENORME e allora cerco qualche "oroscopo" che mi prefiguri.....cosa?!

    Insomma, farei meno congetture culturali del piffero e penserei al mio pecorso come un percorso mai tracciato da nessuno, senza programmi. La terapia non è un esame universitario o un lavoro, che si può pianificare.

    Questa è la mia opinione, fine.

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