Vai al contenuto

vagus

Membri
  • Numero di messaggi

    6
  • Registrato dal

  • Ultima visita

vagus's Achievements

Newbie

Newbie (1/14)

0

Reputazione comunità

  1. purtroppo sappiano piu o meno tutti qui che non si puo' raccontare molto, ci vorrebbeun libro, e vale per tutti. Quindi grazie della premessa. Tralasciando le analisi psicologiche spicce, una cosa è certa: le sue reazioni a certe situazioni normalissime, sono eccessive e immature. Il problema del lavoro, so benissimo che è importante, per questo mi sono dato da fare. Ma non riesco a risolverlo. Lei non trova lavoro, e io non sono riuscito ad aprire l'attività (normalmente non è facile, di questi tempi è un suicidio economico). Qui sono impotente. L'affaticamento con la bimba. Anche qui, capisco benissimo, è dura stare tutto il giorno con uan bimba di due-tre anni, mattina e sera. Durissimo. In piu non mi aiuta il fatto che non abbiamo neanche un nonno disponibile. Che altro posso fare se non proporre un aiuto a pagamento? Ma niente, anche qui non si puo'. Non vuole. Poi sono sopraggiunti problemi fisici, tutte cose minime, ma a mio modesto parere ingigantite. Questo suo stress lo sta scaricando somaticamente, e su di me (fortunatamente non sulla bambina per ora). Certo, io sono un tipo non comune, bisogna dirlo. Ho notato che lei va in crisi perche non reagisco come farebbe la maggioranza delle persone di fronte alle sue manifestazioni di pianto in occasione dei suoi "grandi drammi" (la bambina si è presa il raffreddore", "mi è venuto l'erpes", ecc.): non la assecondo. Lei vorrebbe che io andassi li a consolarla, a dirgli che ha ragione, in altre parole dovrei mettermi li a piagere conlei. Non posso farlo perche so esattamente che se lo facessi farei o perpetuerei un danno a me e a lei. Io invece mi irrigidisco, divento apatico, e distaccato, e come posso provo a farla ragionare, ma inutilmente... il punto è che questa cosa è aumentata. Ecco qui potrei sbagliare, forse dovrei intraprendere una via di mezzo. Ma io sono non sono un terapeuta, e sono abituato ad affrontare i problemi razionalmente (il che non vuol dire che sono freddo, ma solo che no mi dispero difronte ai problemi, almeno di questo tipo). Tanto non sono freddo che io stesso sto subendo il dispiacere di questa situazione, a livello emotivo per cui adesso ho questo problema fisico... una leggera impotenza, mai avuto un problema simile ... se l'andrologo mi scongiurerà problemi fisiologici, allora sarà confermato che dipende dalla mia situazione. mah.. vedremo. Come diceva padre turoldo: aiutiamoci a sperare... ;-) (grazie della tua risposta)
  2. Ho letto tutti i post. Io vedo una gran confusione, e una grande insicurezza (e a volte ho la sensazione che ti ci croggiuoli un po'). Per quello che hai scritto si vede che non hai chiaro cosa vuoi tu da un rapporto. Questa storia poi, che sento in continuazione, per cui siccome io ho avuto esperienze negative, ho dato tanto e non ho ricevuto adeguatamente, e allora non do piu neanche io, mi sembra una totale assurdità. Come dire "siccome rubano tutti, alla fine mi sono deciso a rubare anch'io". Nella vita bisogna fare delle scelte, avere il coraggio di scegliersi dei valori, dei riferimenti (quella che Kant chiamava "l'autonomia", che non è autoriferimento pero'). Il contrario, l'eteronomia, ci fa diventare come una foglia in balia del vento. Dici che adesso "giochi", pero intanto hai aperto una discussione lamentando che vorresti piu serietà e coinvolgimento nel tuo rapporto attuale. Allora vuoi giocare o fuoi fare sul serio? Se vuoi fare sul serio, visto che non sei una ragazzetta immatura, decidi quello che vuoi, sia pure il minimo sindacale, e portalo avanti. Faccio un esempio: se io vivo con una donna e questa esce 3 volte al mese coi colleghi, e a me non mi invita mai, a me non sta bene. Punto. Non c'e' da discutere. Se non ti sta bene, quella è la porta. E' solo un esempio inventato, ma voglio dire che uno deve avere alcuni punti, pochi senno si rischia l'eccesso opposto, fondamentali su cui non si transige. Ma se vuoi fare sul serio, non puoi cominciare un rapporto con l'approccio "non mi metto in gioco, anzi gioco", perche con un approccio cosi non vai da nessuna parte, perche se ti capita quello giusto, questo ti vede e dice "Ah, questa gioca, io volevo una cosa seria, e niente... vabbe allora gioco pure io...".
  3. è un anno che non sono ne preoccupato ne apprensivo, apprensivo non sono di natura. Adesso sono un po' preoccupato. Qui non si tratta di "modi di vedere le cose", quando una si incazza perchè ho comprato il farmaco generico e non quello di marca (come dicevo sopra), siamo fuori dal campo delle opinioni. Ma appunto non ho escluso questo, pero' poi le congetture devono in qualche modo accordarsi coi fatti, soprattutto nel tempo. E proprio perché cerco di non sottovalutare il peggio, che lo controllo sempre cercando di vedere segnali di questa. Ci torno sempre su. Pero, no, la base del problema è il suo carattere, a tratti depresso, ereditato dalla madre, che io conosco e che ha atteggiamenti simili (puerili) di fronte a piccole difficoltà quotidiane. A questo carattere apprensivo per piccole cose, e preesistente il nostro rapporto, si è aggiunta la stanchezza dovuta alla fatica di essere mamma. "inutile che glielo provi a chiedere perche' la risposta reale nn ti verra' mai data,piuttosto vedi di intuire le cose lasciandogli un'po' piu' di spazio e si meno apprensivo " Ripeto che non sono apprensivo, semmai non mi piace essere trattato male senza motivo, gratuitamente, solo perché lei ha un problema e non sa affrontarlo e cosi scarica le sue piccole frustrazioni su di me. "A parere mio la miglior cosa che puoi fare e' starle vicino ma senza farti trasportare troppo dal suo malessere" E' impossibile, siamo in famiglia e i problemi di uno coinvolgono necessariamente tutti gli altri. Questo anche non è una opinione, si chiama "responsabilità". Grazie del tuo intervento, mi aiuta lo stesso anche se è un po' diverso. :-)
  4. pero', come saprai, tra affaticamento e depressione non c'e' un abisso, nel senso che una stanchezza se non riesce a risolversi e si ripete sempre piu frequentemente nel tempo puo' diventare depressione. E non vorrei arrivare a quel punto. Condivido tutto quello che dici. Alle prime posposte che le ho fatto, mi ha risposto "mi vuoi trattare come una povera deficiente". Io purtroppo non sono un campione di diplomazia (anche per certe mie scelte), e questo non mi aiuta. Purtroppo è disarmante constatare come alcune persone si legano da se stesse alla sofferenza e all'infelicità, senza alcun motivo oggettivo. Siamo piu fortunati ti molta altra gente. Io mi sveglio ogni giorno ringraziando di tutto quello che ho. Lei invece oggi mi ha fatto una scenata perché al posto dell'antibiotico di marca , ho preso il generico (che è esattamente lo stesso principio attivo e identica quantità, in pratica cambia la scatoletta di cartone).
  5. vagus

    Aiuto...

    Sono assolutamente in disaccordo. Questa è una forma di egocentrismo non sano. se una cosa +generalmente+ insignificante è ritenuta di massima importante per una persona, e se questo importanza dipende dal vissuto, ne segue necessariamente che il vissuto è molto ristretto, povero, autoriferito. Si vede quindi facilmente che piu si allarga il proprio vissuto, piu esso include sempre piu esperienze, piu i problemi si dispongono su una scala di valori piu grande e quindi si relativizzano, e quindi diventano meno problemi. L'equilibrio, o l'armonia psicologica di un individuo ha delle radici sociali (anche la scienza neurologiche vanno ormai in questa direzione, vedi ad es. i neuroni specchio, e le origini biologiche dell'empatia). E da un punto di vista sociale o comunitario, c'e' una scala di valori, e non è affatto vero che tutti i valori o tutti i problemi sono uguali.
  6. Sono un po' preoccupato. Ho 44 anni mia moglie ne ha 30. Siamo insieme da 8 anni e sposati dal 2005. Abbiamo una bimba di di 3 anni e mezzo. Da circa un anno e mezzo, forse due, mia moglie è sempre piu' sofferente. Non abbiamo problemi economici. Io faccio due lavori. Prima c'era il problema che non riusciva a trovare lavoro (mi sono prodigato per aprire un'attività per lei in modo che potesse essere indipendente, ma non ci siamo riusciti: è iniziata la crisi economica), insieme con il sempre crescente impegno costante con la bambina. Poi sono cominciati a spuntare fuori i problemi di salute. La bimba si ammala in continuazione (come la pressoche totalità dei bimbi che cominciano ad andare a scuola), Lei soffre di mal di gola e deve operarsi per il setto nasale, che gli provoca otiti (prima mai avute). Di recente ha scoperto di avere un scoliosi. Poi ultimamente è successa una "tragedia", un medico le ha dato un antibiotico sbagliato che gli ha provocato la candida e questo le ha provocato fastidi. In piu siamo soli, io non ho piu i genitori, scomparsi prematuramente, e lei ha solo la mamma che vive all'estero. Ogni volta, crisi di pianto, sfoghi continui. Ci sono giorni che si parla solo del mal di gola. Altri giorni crisi profonde perche la bimba si è presa un altro raffreddore. Stamane èer esempio mi chiama in lacrime, è andata al pronto soccorso perche ha l'ennesima otite, provocata da il setto nasale. Qual è il problema? I problemi che ho evidenziato sono problemi comuni che hanno piu o meno tutti, qualche acciacco fisico, i problemi quotidiani con la bimba (che mi rendo conto sono pesanti), ecc. E' il suo atteggiamento che sta rendendo il tutto invivibile. A poco a poco si sta autodistruggendo. Ogni volta che c'e' un problema dice "non ce la faccio piu", "siamo sfortunati", "ma perche proprio a me?", "sono stufa, stanca" e altre frasi di questo tipo, brevi crisi di pianto, e "logorrea" monotematica. A queste fasi si alternano periodi di relativa tranquillità, ma ultimamente questi periodi si stanno assottigliando sempre piu. La situazione forse non è grave, ma sento che potrebbe diventarlo, e siccome tengo molto a lei , alla bimba e alla nostra unità e serenità, preferisco prevenire che curare. Non riesco a comunicare. Ho provato a spiegarle, che tutti i bambini si ammalano i primi anni di scuola, glielo detto io, mia sorella che ha due figli, le amiche... e piano piano comincia a farsene una ragione. Ma.. mentre si risolve un problema con grande fatica, zac... si apre un altro fronte, compare un nuovo "problema". Ho provato a proporre un aiuto fisico (una babysitter, o una donna delle pulizie), ma non lo vuole, dice che starebbe peggio per i sensi di colpa. Questo infilarsi in un vicolo cieco mi pare tipico di atteggiamenti depressivi, e la cosa mi preoccupa molto. La prima cosa che ho pensato è: forse ha problemi con me, si è pentita di avermi scelto come compagno e non sa come uscire fuori,e non vuole ammetterlo neanche a se stessa, e cosi sfoga su tutte altre cose. Ma non mi convince... è la spiegazione piu' dietrologica e meno probabile, perché il nostro rapporto è andato sempre abbastanza bene. Non c'e' dubbio che lo stare dietro alla bambina tutto il giorno è molto dura, e questo è un altro punto, ma lei non vuole neanche un aiuto. A tutto cio pero' secondo me è determinante che lei è portata a stati depressivi. Da quello che so anche la madre ha queste tendenze, crisi. E da quello che mi ha raccontato sempre, lei è sempre stata un po' cosi. Pero' adesso la faccenda sta peggiorando. Io comincio anche ad avere dei problemi "fisici".. non so se mi spiego.. e credo che se continua cosi dovro' andare da un andrologo. Anche questo è un segnale preoccupante. Un altro campanello che mi ha messo in guarda è stato un recente fatto, apparentemente insignificante: è andata dal medico di famiglia per questi problemi di candida, per giorni molto turbata dal medico che le aveva prescritto l'antibiotico sbagliato. Ebbene è tornata a casa, ed era pure infastidita perche la dottoressa, che è una persona gentilissima e disponibile, non stava bene (sospettiamo che abbia un cancro) e non le ha dato la giusta attenzione. "Che stesse a casa se sta male" ha detto. A me pare un fatto grave, di chiusura alla realtà esterna. Ho provato a dirle che secondo me non è l'otite o la scoliosi il problema, ma il suo atteggiamento verso questi problemi. Ovviamente si è irritata e sostiene che io nego e svaluto le sue sventure, e che la voglio far sentire una stupida. Mentre io ho un grande amore e stima per lei, perche so che quando reagisce, è un treno, si impegna molto, è molto capace in tutte le cose che fa. E' un anno e mezzo che cerco di non dare peso, di assecondarla, ma non mi pare serva. ora non so come procedere. Credo di aver bisogno di un aiuto esterno, sento che sto perdendo lucidità, e mi vengono meno le forze psicologiche.
×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Navigando questo sito accetti le nostre politiche di Politica sulla Privacy.