cipi77

Un saluto a tutti, a chi mi ha risposto e a chi passa da queste parti. E' trascorso un pò di tempo da quando ho buttato lì il mio primo messaggio. Nel frattempo il mio cammino alla ricerca della maternità è proseguito, ho fatto alcuni accertamenti diagnostici e subito un 'piccolo' intervento. Ora sono speranzosa e relativamente tranquilla, ma anche consapevole che i medici non hanno la verità in tasca, non hanno tutte le risposte. Fanno solo delle ipotesi, tentano una strada che non necessariamente è quella giusta quindi... vedremo. Il mio desiderio di diventar madre è sempre forte, impossibile 'non pensarci' e cerco quindi di conviverci. Un desiderio a lungo insoddisfatto porta dolore, un dolore che si fa sentire in modo inaspettato come una fitta quando meno te lo aspetti. Può risvegliarlo un qualsisi stimolo: un'immagine, una frase, un film, un ricordo,... Ho smesso di combattere questo dolore, di sentirmi in colpa perchè lo provo, in questa fase della mia vita fa parte di me e combatterlo non avrebbe senso. Certo questo mi rende vulnerabile, come ho già detto è forte la tentazione di chiudermi in me stessa perchè gli altri potrebbero ferirmi ma cerco di non farlo perchè alla mancanza della maternità aggiungerei solo la perdita di relazioni, contatti, amicizie. A proposito dell'adozione, da sempre mi interessa ma credo che sceglierla come reazione all'infertilità sia sbagliato... non sono anzi, io e mio maarito, non siamo pronti. In questo momento sarebbe solo una scappatoia, un modo per alleviare il dolore appunto. Cla.

Perchè proprio a noi doveva capitare? Credo che tutte le coppie con problemi d'infertilità si facciano questa domanda. E' la prima che ti viene in mente appena inizi a prendere in considerazione che possa riguardarti, appena ti rendi conto che non è un incubo ma la realtà. Poi seguono tante altre domande che ti investono a raffica insieme a sentimenti e stati d'animo che non avevi mai provato. Ti senti diversa, menomata, vittima di una profonda ingiustizia, ti senti tradita dal tuo stesso corpo. Ti chiedi se parlarne e con chi, hai bisogno di farlo ma ti rendi conto che l'infertilità è un enorme tabu alimentato molto spesso dal dolore di chi la vive e che per difendersi costruisce muri di omertà intorno a se. Vedi crescere inesorabilmente una profonda voragine tra te e le donne-madri, non lo vorresti e allora inizia la 'resistenza'. Questa cosa ti sta cambiando e tu lotti per non cambiare in peggio, per non chiuderti in te stessa, per non farti ferire dalla superficialità e dall'ignoranza altrui, per non diventare cinica e perennemente arrabbiata con 'le altre'. Con quelle che, malgrado loro, non possono capirti... in quanto madri appunto. E questo è solo l'inizio.