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pippopappa

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  1. In pratica, Stefano.or, Massimo dovrebbe ringraziare la moglie che lo ha cornificato e umiliato perchè questo lo porterà ad una conoscenza superiore? E secondo te quale sarebbe questa conoscenza? Il fatto che la moglie è una persona superficiale ed infedele? Sarebbe bastato che glielo avesse detto prima di sposarla, non credi?
  2. pippopappa

    suicidio

    Tutti noi subiamo le conseguenze di un potere religioso che non si limita a professare dogmi ed a non rispettarli ma anche a dettare pesanti condizionamenti sociali, politici ed economici. Non volerli vedere è un'esplicita e diretta scelta personale. Vengo da un papà ateo ed una madre cristiana. Ho fatto catechismo a scuola fino a più o meno 12 anni circa, dopodichè ho scelto di allontanarmi dalla religione cattolica e poi di essere completamente e convintamente ateo. Non sono solo gli eventi violenti che ci fanno cambiare idea, a volte basta una profonda convinzione. E dico profonda perchè in qs paese essere ateo non è semplice.
  3. pippopappa

    suicidio

    Confermi appunto il mio pensiero sulla differenza fra l'atteggiamento laico e quello religioso.... che è un pò come la differenza fra chi possiede un proprio pensiero e concepisce ed accetta che anche altri ne abbiano da quelli che invece conoscono un solo modo: quello delle sacre scritture.
  4. pippopappa

    suicidio

    No, ovviamente non l'ho sempre avuta. Ho avuto un'infanzia felice ed un'adolescenza un pò tormentata ma ancora non così "nera". Diciamo che da quando sono in piena età adulta ho una consapevolezza che mi porta a non nutrire più speranze ed a raccogliere le macerie di una vita di delusioni.
  5. pippopappa

    suicidio

    Chi professa una religione, qualunque essa sia ha dogmi, pregiudizi, idee, condotte immodificabili, scritte, preordinate. Il laico non ha, per contratto, pregiudizi o condotte morali, e non etiche, stabilite da qualcun altro in modo arbitrario. E allora perchè ci inzecchiamo per forza la religione dentro? Il mio è anche un problema di libertà, ma soprattutto di nonsenso e pena. Il suidicio non è, a mio avviso, l'ultimo gesto libero, ma può rappresentare il più estremo atto di rivendicazione dell'autodeterminazione. I genitori non si scelgono, tutto il resto dipende da noi, almeno da me. Non mi vedo il tuo Dio cliccare su edreams per prenotarti la vacanza e magari pagare con la VISA Celestion; ne tantomeno costringerti a stare in compagnia di "Franco" che ti sta sul culo, o non credo che una qualunque divinità si preoccupi della tua iscrizione al corso di taglio e cucito. Se poi ti riferisci all'oggettiva impossibilità di comprarmi una ferrari - cosa a cui non aspiro - o a giacere con una stragnocca non stiamo parlando di libertà ma di fantasia. Se invece ti riferisci alla nostra situazione politica per la quale esistono condizionamenti tali per cui si è privati fattivamente della libertà di scelta beh..., allora concordi con me che forse non vale la pena vivere. Scusa la brutalità, ma se non credi davvero che sia stato lo spirito santo allora forse è stato un uomo che ha giaciuto con te e non ha estratto il suo membro prima che da questo fuoriuscisse un liquido seminale che ha provocato l'inseminazione del tuo ovulo.... e la "giacitura", di solito, spero vivamente anche nel tuo caso, è consensuale e cosciente delle possibili conseguenze. Questa a me sembra un'ambiguità comoda tanto quella della prole inaspettata Non è una cosa che ho ancora deciso. Credo che improvviserò.
  6. pippopappa

    suicidio

    Ciao, purtroppo mi vedo costretto a rigirare la domanda ed a rispondere: mi rimane difficile trovare qualcosa, qualcuno, qualche luogo, qualche motivo per apprezzare la vita...... E se mi guardo intorno non riesco a capire come facciano gli altri, tutti, a non pensarla come me seppure nella mia stessa condizione. Non credo di essere più sfortunato di altri: qui la vittima non sono io, ma siamo noi. Eppure questa "media" relativa, in termini assoluti, non è assolutamente dignitosa. Viviamo ben al di sotto delle aspettative minime esistenziali. A questo si aggiungono tutti quegli avvenimenti che drasticamente ti trascinano in un baratro mefitico e asfissiante. Siamo sicuri che valga la pena? Questa è la domanda.
  7. pippopappa

    suicidio

    Come dicevo nel mio primo topic Cristo è forse stato lui stesso un suicida.... ma non simbolico. L'argomento di qs topic non è teorico: si sta parlando della morte FISICA, non di un simbolo. Della cessazione di tutte le attività psico/motorie, sociali, dopo dele quali non ci può essere una nuova vita, almeno non per come la intendiamo noi: cuore che batte, occhi che vedono, interazioni sociali, alimentazione, rabbia, sballo, fratture ossee, grida e mugolii di piacere. Nulla di tutto questo. Chi si suicida e MUORE, se non si chiama Cristo e viene da Nazareth ed è morto nell'anno 33 non lo fa per vivere nello spirito.... anzi, se potesse ammazzerebbe solo lo spirito per vivere una vita senza tormenti. E' proprio il dolore spirituale che porta ad uccidersi; è proprio il mal di vivere che porta al suicidio e raramente, e solo raramente, la condizione fisica che porta all'ultima ratio. Chi si suicida o pensa seriamente di farlo, crede che questo lo libererà da un'oppressione quotidiana e costante: non esiste nulla di più lontano dalal sua intenzione il desiderio di tramutarsi in spirito. Sarebbe come se ad un assetato gli proponessi di dormire e sognare di essere nel deserto: gli togli la fisicità della realtà ma ne rimane il bisogno insoddisfatto, la frustrazione, la pena. Il sacrificio che porta all'illuminazione è solo un dogma cattolico e neanche cristiano che illude e che promette. Prova a promettere questa cosa ad uno che si sta per suicidare e forse ti butta dalla finestra insieme a lui.
  8. pippopappa

    suicidio

    Questo discorso è assolutamente non laico e pertanto non obiettivo. Se non posso decidere per la mia vita cosa vivo a fare????? Se non potessi decidere liberamente del mio destino non sarei un essere pensante, ma un animale da cortile. A me non piace vivere come una gallina per la quale qualcuno più alto di essa ne decide la vita e la morte. Non è una questione di saggezza: quando decidi di fare un figlio chiedi a qualcuno più in alto di te? E a chi? Chi è l'eletto, e da chi come il "saggio"? La pena di morte non c'entra nulla con questo discorso: non la commina qualcuno più in alto di te/noi ma un tuo simile (e da qui la differenza tra omicidio e suicidio) diverso da te.... mentre l'accanimento terapeutico è assolutamente in linea con il suicidio: e perchè uno non si dovrebbe togliere la vita solo perchè non è malato terminale? Solo i malati terminali, secondo te, hanno la saggezza per decidere della propria vita? Forse, allora, dovresti chiedere a loro il permesso di fare un figlio. In bocca al lupo.
  9. pippopappa

    suicidio

    Wikipedia: "L'omicidio consiste nella soppressione di una vita umana ad opera di un altro essere umano." Il suicidio è un'altra cosa. Generalizzare invece spesso ha lo stesso significato di "superficiale".
  10. pippopappa

    suicidio

    Se la chiesa ammettesse il suicidio negherebbe il principio della divina provvidenza stessa: "dio ha un disegno per tutti noi..." Chi si suicida si sostituisce a Dio, che vede e provvede anche per la ns morte. Io non ho mai voluto credere ad un dio così e men che meno ad una chiesa temporale, avida, manipolatrice e corrotta. E quando deciderò di suicidarmi non mi preoccuperò certo al torto che farò al "pastore tedesco".
  11. pippopappa

    suicidio

    Dopo aver letto tanti post che forse non fanno bene a qs sito e neanche all'anima, per non parlare della grammatica che se potesse userebbe le mani e forse anche i piedi, eccone uno che merita l'impegno di essere letto e compreso FINO ALLA FINE. Sappi, Alcatraz, che qualcuno prima di noi, molto prima, ha teorizzato che il primo suicida sia stato proprio Cristo: avrebbe potuto salvarsi dalla crocifissione e non lo ha fatto. Secondo me il suicidio non è solo la fine. Proprio in questo portale c'è chi sostiene che quando finisce un amore si viene illuminati, si subisce una raffinazione e ci si aprono le porte per una vita nuova; insomma, una fortuna! Nello stesso modo chi si suicida si libera di queste idee ipocrite, della falsità che l'ha circondato per tutta la sua esistenza, per le angherie che ha subito e forse, per la prima volta, riesce a fare un atto autodeterminato. Una scelta netta, pulita, dove gli altri, tutti, ne rimangono fuori, per sempre. Si potrebbe altresì dire che sotto l'ottica dell'autodeterminazione suicidarsi sia un pò come tagliarsi i testicoli per fare un torto alla moglie.... e perchè no? Se questo è l'unico modo per provocare qualcosa di diverso e soprattutto se non se ne vuole più subire il tritamento quotidiano o l'opposto, l'indifferenza, che sia pure il taglio netto. E che non se ne parli più. Vorrei, inoltre vedere chi sostiene che ogni vita valga la pena di essere vissuta se la scambiassimo con quella di qualcun altro.... mio padre dice "purtroppo la bocca ce l'hanno tutti" e questo ci costringe, appunto, a sentire un mare di banalità gratuite e veramente non richieste. Ma il modo per farle cessare c'è e vale tanto quanto quello per farle continuare.
  12. Non pensate che le persone e le situazioni siano tutte diverse e che dire che essere lasciati è un lutto o una rinascita sia molto banale? Non è forse come dire che gli internauti sono dei nerds o che i napoletani sono dei ladri? La filosofia è bella, farla in luoghi dove le persone soffrono è un pò come masturbarsi in un centro per la cura della frigidità..... "Ogni storia d'amore che finisce apre la coscienza a un piano di consapevolezza sempre più elevato." Se fossi stato/a qui davanti a me ti ci avrei mandato con un bello scappellotto!!
  13. Ciao, io ho bruciato le tappe e non a caso ho usato il termine "io". Ho fatto tutto da solo: mi sono trasferito al nord per stare vicino a lei, ho subito tutte le sue insicurezze che si sono trasformate in richieste. Fra queste richieste c'era un figlio ed una casa, ho subito l'influenza pesante dei genitori, le rotture di xxxxxxx su mille cose - le mie abitudini quotidiane - i suoi continui "o fai cosi oppure te ne puoi andare" e poi ho provato ad arrabbiarmi. A distanza di tre anni ho fatto un trasloco - da casa mia a quella sua, un secondo trasloco in una casa più grande e relativo mutuo, una gravidanza ed il relativo parto - sì perchè la bimba la tiene lei ma noi maschietti teniamo tutte e due: madre e figlia - una paternità assolutamente non cercata - a detta di lei non poteva avere figli.... probabilmente - prima di fare il mutuo mi ha pure chiesto l'affitto per stare da lei e allora per vincere la sua diffidenza gli ho versato tutti i miei soldi nel suo conto (ancora sto aspettando il bancomat) e da qualche mese prima di partorire il sesso è sparito (negli ultimi 18 mesi lo avremo fatto 3 volte). Da quando ho iniziato ad arrabbiarmi lei ha interrotto le richieste e le rotture di xxxxxxx - almeno ho ottenuto qualcosa - e si è rintanata in un'ossessione fatta di lavoro, pulizie e babysitteraggio. Quando ho cominciato a "mettere a fuoco" la situazione ed a rinfacciarle la sua aggressività precedente e tutti i modi in cui non mi stava considerando o, addirittura, diffidando di me non ho ricevuto nessuna risposta se non tentativi di giustificazioni sul suo passato o sulle sue incapacità di questo o di quello - a me non aveva mai consentito giustificazioni sulle mie perplessità circa la paternità o sull'acquisto di una casa - se non sentirmi rinfacciare le scelte compiute fino ad allora... "se veramente non volevi fare quello che hai fatto allora sei scemo". Dopo mesi di allontanamenti sono riuscito a nascondere in un angolo del cervello la rabbia che provavo per lei ed ho provato un riavvicinamento, ma lei è assolutamente incapace di avvicinarsi...... continua a comportarsi come se fossi un coinquilino al quale, in fondo, anche se ce l'hai in casa da tre anni, non ci si può fidare e comunque chiccazzosenefrega di lui, delle sue esigenze - emotive - della sua situazione o della sua rabbia o del fatto che a differenza di lui io non mi sia mai messa in discussione e men che meno mai comportata come una persona che ci tiene. Ha chiesto insistentemente, ha ottenuto tutto in un anno e mezzo e poi, quando non otteneva più nulla, non ha dato più nulla; neanche le richieste assurde con le quali mi ha tritato i xxxxxxx per un anno intero. Dopo l'ultima litigata - di sabato - c'è stato un tentativo - l'ennesimo - di chiarimento: la colpa è solo la mia perchè reagisco male. Sono tre notti che dormo sul materassino gonfiabile nella stanza che sarebbe dovuta essere di ns figlia. Ho un lavoro precario, nessun amico qui, nessun familiare, non conosco neanche un posto dove andare a piangere senza rotture di xxxxxxx, ho fatto una vita piuttosto vagabonda fino ad ora (ho viaggiato molto cercando di realizzarmi professionalmente senza riuscirci), questa doveva essere la mia "sistemazione definitiva", non ho nessuna intenzione di cercarmi un altro posto dove continuare la mia vita di merda; se vuole che me ne vada deve chiamare i carabinieri. Ha ragione lei è tutta colpa mia, non per questo lei non merita la mia rabbia e tutto il risentimento che io possa provare. Caro Massimo, al peggio non c'è mai fine; purtroppo la bottiglia la fine ce l'ha ma costa molto meno.
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