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Renesys

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  1. Ho contattato il medico, che non mi è stato di grande supporto. In sostanza mi ha detto una cosa anche vera, ossia che non può in alcun modo "creare" alleanze con me per affrontare il problema in quanto per la mia ragazza sarebbe una sorta di "tradimento". Quello che poteva fare è contattarla direttamente per discutere con lei sulle motivazioni della sospensione della cura. Alle volte ho come l'impressione che la lasci un po' "al suo destino" nel senso che mi sembra che lui la lasci arrivare sempre da sola al bandolo della matassa senza preoccuparsi eccessivamente del percorso che, da sola, (i genitori non svolgono alcun ruolo positivo, anzi, la danneggiano) deve compiere. Spero in una svolta... ma so che dovrò avere molta pazienza...
  2. Ciao Mimmo, ti ho mandato un messaggio privato, leggi appena puoi! :)
  3. Grazie Lis, lunedì procederò in tal senso. Buona giornata!
  4. Renesys

    Rifiutato dalle donne

    Ciao a tutti e ciao Nico! Ho risposto perchè ero nella stessa tua condizione fino a poco tempo fa. Ti racconto la mia storia, non riuscirò a essere prolisso, perchè ne ho provate davvero tante, e per molto tempo. Alla fine sono arrivato ad una soluzione e la mia vita è cambiata, anche se non esattamente come avrei voluto, nel senso che la mia attuale ragazza l'ho proprio conosciuta su internet (e non è stato mai questo il mio obiettivo, ma sono stato contattato e non ho ignorato la cosa). In ogni caso prima di lei ho avuto dimostrazione di essere riuscito a superare il problema, che adesso ti spiego. Quando iniziai ad affrontare il mio problema, lo definii come "ansia da approccio". Io avevo il terrore di approcciare qualsiasi ragazza. Nel tuo caso hai già un vantaggio: rileggendo il tuo primo post mi è parso di capire che non hai avuto problemi ad approcciarle, ma solo a farti vedere attraente (e ti garantisco che per me "approcciare" è sempre stato un incubo). Io ho fatto questo errore, quando ho iniziato a cercare di venirne a capo: ho iniziato a leggere manuali di seduzione. Ne avrò letti penso una decina. Avevo gli strumenti (vabbè quì ci si può credere o no... poi ho provato e se riadattati alle ragazze italiane (è quasi tutta roba scritta da inglesi e americani), hanno il loro senso e la loro efficacia), ma non avevo la cosa elementare: le palle per metterle in pratica. Dopo innumerevoli scene mute ho capito una cosa: quelle cose legate alla seduzione (ci si può credere o no ripeto... io le ho provate e posso dare il mio parere) non mi servivano. Dovevo lavorare facendo inner-game, ossia lavorare su me stesso. Capitai quasi per caso su una pubblicazione online che parlava di inconscio, gestione delle emozioni, linguaggio del corpo e soprattutto AUTOSTIMA. E lì mi si è aperto un mondo, perchè mi è servito per crescere anche "nella vita", molto più che "con le donne". Perchè ti dico questo? Perchè nel tuo caso, se hai coraggio di approcciare, lo stai facendo nel modo sbagliato, e ancora più importante, con l'impostazione mentale sbagliata. Nel mio caso c'erano traumi passati, problemi familiari... e la tendenza a "restare nel mio dolore" senza provare a fare il passo più lungo della gamba. "Per ottenere qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto" (non è mia). Ho iniziato un lungo lavoro di gestione delle emozioni utili da quelle meno utili, dialogo con l'inconscio (meditazione e similari), accrescimento dell'autostima e affrontare traumi e ferite irrisolte. Siccome non so se posso pubblicare i titoli delle cose che ho letto, ti scriverò un pm appena rientrerò a casa sta sera. Spero ti sia utile in qualche modo! Fatti coraggio, conosco persone nella tua situazione che hanno accettato di vivere senza osare, senza provare a risolvere i propri problemi, e il fatto che tu ti stia muovendo dimostra che sei sulla buona strada, perchè chiedendo aiuto dimostri di VOLER BENE A TE STESSO!
  5. Buonasera a tutti, mi chiamo Alex e sono nuovo del forum. Mi sono da due mesi fidanzato con questa ragazza che soffre del disturbo dissociativo dell'identità e sono in difficoltà in questo senso. Capita con una frequenza per fortuna non esagerata per ora (è successo per la terza volta in due mesi l'altra sera) che improvvisamente lei diventi rabbiosa. Non è mai arrivata a gridare o fare scenate isteriche, probabilmente perchè finora sono riuscito a restare risoluto e a trattarla con rispetto e calma in queste situazioni, spesso chiudendo un occhio sul fatto che "manco di rispetto a me stesso" per far star buona lei. Lei è in cura da tempo da uno psichiatra che le ha somministrato due diversi medicinali. I problemi sono sempre ciclici, nel senso che ad un momento di rabbia ne segue uno di rifiuto di accettazione della propria condizione (ossia accettare di avere il disturbo DDI) e smette di prendere le medicine (proprio perchè dice "non ho niente"). Segue poi una sorta di rifiuto a uscire dal nido, nel senso che si rifiuta di uscire di casa. Fin'ora è successo che il giorno successivo trovasse da sola il bandolo della matassa, capendo che le medicine sono necessarie. Al che torna "stabile" e passa del tempo fino alla crisi successiva. Che parole devo usare per convincerla a non interrompere mai la cura? Cosa fare durante le crisi? Stare zitto e aspettare che "finisca" o come ho sempre cercato di fare usare parole "di mediazione" che la invitino a capire la situazione arrivandoci da sola con il ragionamento... ma è molto difficile. In più le sedute che dovrebbe avere settimanalmente dallo psichiatra non vengono rispettate, nel senso che ogni tanto ci va ogni tanto no. Vi ringrazio anticipatamente, essendo il suo ragazzo mi fa soffrire doppiamente sentirmi dire certe cose e vederla in quello stato. Alex
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