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Psiche, dolore e...???


planeswalker1

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Innanzitutto, grazie per l'attenzione.

Dunque, ho deciso di rivolgere una domanda a psicologi ed esperti di psicologia (oltre che a tutti voi utenti) per chiarirmi una questione:

è possibile fare inconsapevolmente qualcosa?

Nello specifico vi spiego la vicenda che vorrei sottoporvi.

Una persona mossa da un grande dolore affettivo, nei tempi immediatamente a seguire la causa di esso, come spesso accade, non riesce a liberarsene dall'oggi al domani (ovviamente) ma tenta di placarlo cercando di trovare una forma di dialogo, di contatto, con la persona causa del proprio dolore (cosa che ovviamente non è possibile, almeno razionalmente). A mio modo di vedere questo è diventato una quasi "ossessione" per circa un mese, alla ricerca di quella forma di contatto, di interlocuzione SCRITTA, con qualcuno, causa del dolore, che per ovvie ragioni non poteva interloquire. Ora la domanda che vi pongo è: è possibile che in seguito al dolore, diventato ossessionante, per quanto già profondo fosse, questa persona abbia potuto SCRIVERE in uno stato di incoscienza (o qualcosa di simile), le parole che avrebbe voluto tanto sentire dalla persona causa del dolore? Anche perchè le parole SCRITTE non hanno molto senso, e sembrano scritte da una svariata quantità di persone diverse, dalla calligrafia diversa. Tutto ciò mi ha fatto pensare che la persona stessa abbia potuto scrivere quelle parole senza rendersene conto, magari durante una fase sonnambula, o magari cosa?

Per cui, la domanda che rivolgo a voi psicologi è: c'è qualche disturbo legato alla psiche e al dolore (di una persona che durante la sua vita è sempre stata LUCIDISSIMA) che possa aver determinato la vicenda di cui sopra?

Spero di essere stato chiaro, altrimenti specifico meglio per quanto possibile. Grazie Anticipatamente per le eventuali risposte. Saluti!

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La mente e soprattutto la memoria sono facilmente influenzabili, specialmente da noi stessi. E' possibile programmare e riprogrammare, nascondere e soprattutto cambiare. Specialmente nei casi di ossessione o di eventi traumatici, dove c'è un corto circuito fra fra realtà e ricordi, è possibile dare vita a situazioni mai esistite che, col meccanismo della ripetizione, diventano vere o perfino vive. Magari un giorno è iniziato per "gioco" ma quel gioco è diventato talmente l'ultima speranza per una possibilità, che consciamente si considera remota, e per la propria "salvezza" da generare una doppia personalità transitoria in cui quella aggiuntiva è l'angelo salvatore della propria serenità. Non serve necessariamente una fase non cosciente, per esempio il sonnambulismo, può accadere anche di giorno, perfettamente svegli dove il tamburo ossessivo della speranza annebbia e confonde.

Consiglierei comunque un colloquio esplorativo da un terapista.

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