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misia

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  1. Caro papà, in realtà ora il nostro rapporto non è così disperato, forse perchè ti ho lasciato in pace, e ho smesso di cercare in te tutte quelle risposte che neanche tu hai saputo trovare. Caro papà, il dolore nella mia adolescenza nel cercarti disperata, è ancora così vivo e forte in me, che ha vederci ora sembra che porto con me ricordi di qualcun'altro. Non riconosco me e non riconosco te nei miei ricordi. Ho solo questo urlo che brucia quando son sola e ho bisogno, brucia..brucia. Lascio solo un ricordo qui in questa mia lettera: erano tanti anni fa, tanti tanti,i miei 13 anni. Avevo incontrato due delle esperienze più dure che anche nella vita di un adulto son difficili da superare: la morte di un amico e un abuso sessuale. In entrambi casi mi hai trattato male. Perchè? io ho sempre voluto vedere che era il tuo dolore nel vedermi soffrire già così piccola, il rifiuto che fosse andata così, e il volermi stimolare con durezza ad andare avanti. Era la sola spiegazione che ero in grado di sostenere, altre mi avrebbero ucciso. E anche se non mi parlavi io la pensavo così, con la tenacia di un eroe solitario davanti a un esercito infinito. Ma non reggevo più quell'isolamento, avevo bisogno di segno, percepire una sfumatura che confortasse la mia cieca convinzione. Per convincerti ad aprirti,mi facevo vedere forte, fingevo normalità, e il giorno di san valentino ti ho fatto un regalo, un piccolo pensiero, una dichiarazione d'amore, uno spazio aperto per il si dell'amato di cui avevo bisogno. Un pacchettino sul tuo comodino.. era lì, il pomeriggio sbircio a vedere se lo avevi aperto.. no, non ancora. Il giorno dopo mi affaccio ancora alla tua camera è ancora lì e il giorno dopo ancora. Passano i giorni, penso che forse non lo hai visto perchè troppo piccolo e timido (così come me), così lo sposto più vicino e in evidenza (mi faccio coraggio). ... Non lo hai mai aperto. Lo hai visto?! Se si perchè non hai avuto il coraggio anche tu? e perchè, e questo è il perchè che vorrei urlare, perchè lo hai lasciato lì a riempirsi di polvere??!!! Ho pianto così per i quattro anni a seguire, poi per fortuna un ragazzo mi ha rivolto tanti perchè da aprirmi un varco nel cuore, un interesse verso di me che mi era estraneo e mi ha scaldato. Anche se non è vero dico che non ho più avuto bisogno così tanto di te. Oggi ti lascio in pace, forse tutti i tuoi ricordi parleranno per me, forse no, meglio, non voglio rivivere il passato, non mi interessa scorgerlo nei tuoi occhi, lo ignorerei. Così è la vita, ciao!!
  2. misia

    storie di famiglia

    salve! avrei bisogno di un consiglio e di confrontarmi su una spiacevole vicenda nata tra i miei genitori ma che alla fine ha coinvolto anche i figli. Mi esce un molto difficile parlarne, perchè fino ad ora ho cercato di convincermi che non erano fatti miei, che era meglio che non mi intromettevo sopratutto per me stessa, visto che avrei potuto fare ben poco e avrei di certo sofferto. Mio padre anni fa ha avuto una relazione, in realtà la cosa non mi turbò tantissimo, per lo meno non quando lui temesse. Ero cosciente che i rapporti tra i miei non andavano bene e che lui di certo non poteva sopportare da solo tutta quella tensione, mia madre la sentivo piangere lui invece era calmo, sopportava le liti con mia madre, lui credeva di far intendere che era perchè lui è superiore di carattere a mia madre, emotivamente ha sempre ragionato in modo estremamente semplicistico, ma io da figlia lo sentivo soffrire, soffriva perchè amava mia madre e voleva un matrimonio riuscito, ma anche e molto per il terribilissimo dubbio di sbagliare, quasi un eresia nelle sue certezze. Quando tornava quel dubbio non c'era più, le bugie che diceva a se stesso venivano rimpinzate da qualcosa e qualcuno, che lo rassicurava sulla sua grandezza e sulle sue azioni. Per me scoprire la relazione, è stato scoprire la sua umanità, cosa che credevo non avesse e mi faceva sentire terribilmente inferiore a lui. Questa relazione non so quanto è durata e non mi importa so che è saltata fuori era perchè lui l'aveva chiusa. L'altra non accettando si è vendicata telefonando a mia madre. Mia madre che conosceva questa persona capii subito cosa poteva essere successo. E fin qui forse resta chiaro che è un problema che è solo tra i miei genitori, ciò che invece saltò fuori dopo cominciò a riguardare tutti. Per tutto il periodo che seguì quella "rivelazione" fummo bombardati da telefonate anonime, notte e giorno, sui cellulari di ognuno ecc.. ognuno intendo anche dei figli. Mio padre si rifugiò nella famiglia a modo suo, soprattutto con me che sono l'ultima ed ero di più in casa. Spesso stava dove stavo io, stessa stanza intendo, sbrigando delle faccende, forse era eprchè temeva di aver perso il mio amore o forse perchè aveva bisogno di sentirci vicino in quel momento che scopriva anche lui che non era più il dio che credeva di essere. Cmq sia ci furono dei vari tentativi nostri per farla smettere, ma inutili. Lo ricattava, tentò il suicidio, ma forse era una finta forse lo tentò un altra volta, ma dai racconti erano più grandi sceneggiate, non so, ci chiamava il padre furibondo. non so che colpe poteva aver avuto mio padre, ma quello era un ricatto. Lui si preoccupò di andare da lei con uno psicologo e cercare di aiutarla. Ma lei voleva solo lui, mio padre è un uomo abbastanza grezzo, non uno che ti sa parlare e fare bei discorsi, un uomo che patisce molto le resposabilità emotive, il fatto di porsi ad aiutarla e portare con sè uno psicologo amico è proprio segno che si è impegnato molto anche a superare quei suoi limiti. L'ha per il suo senso di colpa, ma anche per senso di responsabilità e nel tentativo di rimettere le cose apposto. A noi ci chiese di ignorare le telefonate, poi cominciò a dirci che non erano di questa persona. Da allora si seguì questo tacito accordo ingnorarle o ingorarne la provenienza. Io che non stavo passando di mio un bel periodo cercavo solo di tirarmene fuori e pensare a me. Ma era abbastanza impossibile, quando i miei andavano via in vacanza e me ne stavo in città da sola, mi tartassava di telefonate, e questa cosa è durata altri 3 o 4 anni, nonostante che io non l'abbia mai vista ne ci abbia mai parlato, nè abbia fatto alcuna azione specificatamente attiva in questa faccenda. Credo non sopportasse che lui stesse con mia madre, credo che la sua frustazione di non essere riuscita a togliere a mia madre il marito, (perchè più che essere "innamorata" di mio padre odiava e invidiava profondamente mia madre) gli abbia fatto dichiarare una sorta di guerra a vita. Un estate smise perchè io fregandomene di ferire mio padre tradì il "tacito" patto e gli feci pesare che io a causa dei suoi casini ero costretta a passarmi le estati col dubbio di aver paura di essere spiata seguita o minacciata da qualcuno o di essere inca..ata perchè vittima di una pazza che lui aveva introdotto in casa nostra. Mio padre che cmq era preoccupato per i problemi che io stavo vivendo(non riguardandi questa vicenda) credo fu disposto a cedere su qualche altra cosa per farla smettere. Io cercai solo di non pensare che prezzo aveva o avevamo dovuto pagare sta volta per la mia tranquillità. di fregarmene assolutamente e per sempre. Fino ad oggi, saranno passati altri 3 anni forse.. bhè qualche telefonata anonima c'è stata ma poteva benissimo non essere di quella persona diciamo così.in questi giorni, dal primo dell'anno, dalle 8 del mattino del primo dell'anno esattamente mi richiama. Poi alle 5 della notte dopo la sera a pranzo ecc.. Il perchè forse lo immagino, il fatto che la mia famiglia ritrova serenità, ho passato il capodanno con i miei, i loro amici e il mio compagno, dopo anni in cui ho voluto tenermi distante. Il rapporto con mio padre è divenuto più sincero e adulto, dopo che io ho superato i miei problemi. Ora da adulta, non mi aspetto più che mio padre cerchi di sistemare la situazione per farmi stare tranquilla, vorrei dar fiducia al nuovo rapporto che abbiamo e chiedergli se per farla restare buona ogni volta che sapeva che mi chiamava, aveva dovuto subire dei ricatti dare delle concessioni che continua a portare avanti ancora oggi, vorrei sperare che mi venisse detta la verità, che si fidasse di me e ammettesse che si sta facendo ricattare, vorrei che trasmettergli la forze di non farsi ricattare. E' questo la cosa di cui vorrei consiglio e che mi fa avere paura di soffrire, ho paura che mi menti, io non sono mia madre, sono la figlia, non c'è antagonismo o vecchi rancori o incomprensioni. I miei problemi erano sempre stati legati dalla distanza che avevo con mio padre, dalla paura di lui, del suo giudizio, di non essere all'altezza. Dopo 30 ho cominciato a capire che non lo dovevo temere e ora che ne ho 36 mi riconosco in lui, ho bisogno di lui nel senso bisogno di un rapporto con lui. Forse una bugia l'accetterei, ma temerei che le mie domande lo facciano allontanare. Per non contare la rabbia di sospettare forti ricatti verso una persona che ami. Scusate forse sono stata un pò confusa nel far capire ciò che intendevo chiedere, è stato una messaggio molto lungo per me da scrivere, ho dovuto sforzarmi di mettere da parte un mondo di emozioni che risaliva, ricordi aneddoti rabbie, che facevano da cornice al succo della questione, e forse non ci sono neanche riuscita più di tanto. Magari se qualcuno mi risponde potrò essere più lucida dopo, ora ho rotto il ghiaccio così. ciao a tutti e grazie per avermi letto
  3. ciao. la mia delusione è stata sapere che il mio compagno aveva raccontato i miei problemi a un collega, col quale non era neppure particolarmente legato. La cosa è successa anni fa, ma io l'ho saputo solo da poco. Per tutto questo tempo a volte se ne parlava, in occasione di qualche invito rifiutato con una banale scusa, se per caso non si capisse che c'erano dei problemi a monte. Non che se i suoi colleghi intuivano qualcosa mi pesasse molto, ma ovvio ognuno credo che i propri problemi se li tiene per sè, e non li dice di certo a persone con le quali non hai nessuna confidenza. Era solo un far finta di nulla, poi quando la cosa sarebbe passata credo che a nessuno sarebeb importato molto se avevo passato un periodo difficile. Per me era anche una spinta pensare che poi mi sarei lasciata tutto alle spalle e non avrei più dovuto giustificarmi per il fatto che ho avuto dei problemi. Quando è capitato che abbiamo accettato per la prima volta un invito il fatto che già sapevano tutto è saltato fuori. Non so quale delusione mi colpisce di più: che non mi ha detto nulla prima di incontrarli, che mi ha mentito tutte le volte che ne parlavamo, che la voglia di non vedere più faccie che mi scrutano cercando quel qualcosa di strano, che ora non c'è più, con la quale ero uscita quel giorno sia stata stroncata, che ora se penso al suo lavoro ho perso la voglia di condividerlo.
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