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celina1962

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  1. No Juditta, purtroppo non è come credi tu. Io ho iniziato la psicoterapia completamente a pezzi....Depressione, ansia, insonnia, abuso di psicofarmaci. La mia vita( piuttosto lunga... mi piacerebbe sapere quanti anni avete voi) non è stata e non è facile; il mio malessere è iniziato molto, moltissimo tempo fa per motivi gravi. La storia della celina che non riesce a vivere positivamente la sua vita "dorata" è solo uno spunto per spiegare a fioriblu il concetto importante di riuscire ad essere capaci di diventare attori della nostra vita . E'solo un'angolazione di quella che è la vera storia di celina che aveva e ha ancora tanti disagi. TVB. Celina
  2. Ciao fioriblu.Il processo analitico dovrebbe renderci capaci di relazionarci sia con noi stessi, sia con gli altri con modalità diverse da quelle che soggettivamente da sempre ritenavamo corrette.Diventare più oggettivi in questo senso dischiude la possibilità di accostarci alla vita con una umanità più autentica.Spesso ci rapportiamo con gli altri attraverso la nebbia confusa del nostro intimo modo di vedere e sentire, dei propri desideri personali,delle frustrazioni, speranze, delusioni, vissute in funzione della visione distorta che si ci forma sia degli altri che di se stessi. Siamo incapaci di svolgere un ruolo di ATTORI, vediamo il mondo come un dato fisso, immodificabile che ci sovrasta e noi siamo il ricettacolo passivo della "nostra realtà". Poniamoci questa domanda:voglio diventare una madre, una moglie, una creativa, una professionista.Quale è la corretta visione del mondo sociale e del mio mondo interiore da usare per diventare a livello profondo quel soggetto che voglio diventare? Un esempio può chiarire.Celina si sente sempre insoddisfatta, delusa, insicura. Nonostante ha una vita piena di interessi. un lavoro gratificante, una bella famiglia, un aspetto gradevole, interpreta qualunque successo all'insegna dell'insoddisfazione, ad es.se riceve un aumento di stipendio o una gratificazione pensa che quel giorno il capo deve essere impazzito, se riceve un complimento è solo per educazione o ipocrisia, si il figlio la chiama "mammina bella": vuole soldi. se riceve un invito a cena, sarà perchè le altre anno rifiutato. Chi osserva da fuori vede chiaro, ma lei no, per la sua incapacità di sentirsi meritevole dei suoi successi. Il mio analista ha lavorato tanto per aiutarmi ad elaborare questi ripetitivi atti di insicurezza e delusione e per rivedere la mia visione del mondo . Ha fatto emergere in Celina la consapevolezza di chi è, di che cosa vuole veramente, indipendentemente dagli altri che ora finalmente comincia a vedere correttamente in maniera diversa , più oggettiva, come persone distinte e reali. Perdona la lunga blaterata ( ho pescato da un libro di Jonathan Lear), ma spero di essere stata capace di chirirti il concetto. Ma ,bando alle chiacchere, volevo farti una domanda a proposito della tua incapacità di lasciarti "correre" col tuo psy. Hai forse timore aprendoti, denunciando tutte le tue fragilità, errori, debolezze di scadere ai suoi occhi e perdere la sua stima? A volte un forte transfert può indurre a questo...Si ci vorrebbe mostrare sempre al meglio, forti, sicure, determinate. Ma non credi che lui ormai ha capito tutto di te e che vorrebbe essere messo in condizione di poterti aiutare efficacemente. Ma deve partire da te non avere pudori, vrgogna, inibizioni. Il tuo obiettivo è instaurare una bella alleanza terapeutica? Metticcela tutta e te lo ritroverai più intimamente vicino, partecipe, affettivo ed empatico. Stuzzica il suo narcisismo dicendogli che nutri nei suoi confronti sentimenti di stima, rispetto, gratitudine e che le sue intuzioni sono sempre azzeccate....Fammi sapere se funziona. A presto baci Celina
  3. Consigliare il lettino anzichè il vis a vis dipende anche dall'indirizzo teorico del medico. Per gli psicanalisti freudiani ortodossi o yunghiani ad es. è la sola condizione che consente al paziente un ideale relax, abbandono e dunque una maggiore capacità di entrare in contatto con il proprio mondo interiore. Basta lasciarsi andare completamente, rivivere le esperienze rimosse trasmettendole come le immagini di un film al teraoeuta che ti ascolta attentamente e anche se parla poco, ti aiuta a contenerle ed elaborarle, ti facilita un processo attraverso il quale autonomamente si arriva poco a poco a riconoscere che le nostre convinzioni sono deformate dal nostro modo di vederle soggettivamente e quindi si ci ritrova "inspiegabilmente"ad assumere un punto di vista più oggettivo...si riscopre di pensare in modo nuovo, diverso, avendo assimilato inconsciamente alcune capacità mentali che l'analista mette in atto ripetutamente. Io ci credo perchè lo ho sperimentato personalmente.Celina
  4. Ciao penni sono celina. Il vomito è un simbolo di rigetto nevrotico, come ad es.i bambini che al mattino ci provano per non andare a scuola. E' una via lasciata da un conflitto interiore a chi non può ammettere a livello conscio di rifiutare un'idea, una persona o una situazione. Elabora..... Stendersi su un lettino senza poter vedere l'analista, violentarsi a dire tuttte le cose intime... che ti vengono a galla in quel momento è sicuramente frustrante e può attivare una forte opposizione verso lo psy, dovuta anche al suo comportamento , che con i silenzi, possibili errori, inflessibilità, neutralità potrebbe rendere esponenziale questo tipo di reazioni del paziente. Io posso dire sinceramente che adesso adoro sprofondare in quel lettino, chiudere gli occhi e lasciarmi andare completamente a ricordi passati e e fatti più o meno recenti. Mi fido di lui e il sostegno me lo danno le sue intuizioni sempre azzeccate, mentre invece il suo modo di guardarmi mi inquieta perchè avverto la sua capacità di penetrare il mio inconscio oltre al punto che posso tollerare. Per ora va così. Lui mi ha lasciata libera di scegliere e mi piacerebbe farlo con motivazioni più significative del tuo vomito. Non me ne volere. Ciao
  5. Sono Celina, io non pago in anticipo le sedute ma ogni mese. Ma non cambia perchè è lo psy che decide se devo pagare o no una seduta saltata e decide a secondo della motivazione a sua discrezione, sostenendo che ci tiene che io non salti le sedute per motivi a suo avviso futili. Io ci resto male e glielo faccio notare ma è inutile. Ogni tanto però mi viene incontro, ma solo se lo ritiene opportuno lui. Pago anch'io in nero..... mi consolo non sono l'unica! Che vado dallo psy lo sanno pochissimi: mio marito, i figli, due amiche. Tutti gli altri non capirebbero, anche perchè , pure quando stavo tanto male non mi sono mai ripiegata su me stessa, in qualche modo reagivo, avevo un aspetto sempre curato e un sorriso sempre per tutti. La richiesta di analisi scaturisce da una profonda, intima sofferenza che nessuno può capire: solo chi la prova e rendersi conto che da soli non si può alleviare e affrontare richiede umiltà e coraggio. Ciao a tutte. PS.Ma quanto scrivete in questo forum! Come trovate il tempo?
  6. Ciao. vi va di parlare di setting?. il vostro psy vi fa pagare le sedute che disdicete anche molto in anticipo per motivi validi. Spesso lo fanno (il mio si) . Loro invece possono avvertirti che non ti ricevono anche lo stesso giorno.Perchè non c'è par condicio? Non è solo per i soldi, ma per l'abuso di potere che in qualche modo dobbiamo subire e che ricade sul rapporto terapeutico. Aspetto vostre nuove. Celina PS. Per restare in tema col topic, nonostante tutto questo non cambiamo terapeuta.
  7. Vorrei tanto capire cosa cambia. Il lettino mi rilassa tanto e mi consente di andare in fondo al mio inconscio.Ma poter osservare le espressioni del voltolto del mio psy, che nonostante la sua ostinata impenetrabilità, ormai forse dopo tre anni saprei cogliere qualche reazione o emozione, mi stimola tanto e penso possa portare nella relazione terapeutica uno scatto in più. So che non funziona ma vorrei che qualcuno me lo spiegasse. Help. Celina
  8. Care tutte:elli, froggy, stellina, arley, fioriblu, juditta. Grazie per avermi accolta nel forum con entusiasmo. Ero piena di remore perchè non sono molto open sul mio privato, ma leggendovi mi sono subito sentita a mio agio, anzi mi sento proprio nel mio habitat naturale. E' vero: aprirsi, confrontarsi, sparare a zero sui nostri psy, coccolarci un pò tra di noi (se aspettiamo che lo fanno loro diventiamo vecchie!) è una maniera per continuare a fare terapia anche fuori dal setting oltre che un'esperienza intrigante e stimolante. Avrei mille argomenti su cui mi piacerebbe relazionarmi con tutte voi.......! Tre anni fa, ho deciso di rivolgermi ad uno psy per problemi di depressione, insonnia e dipendenza da farmaci. Stavo proprio a terra. Pensavo di risolvere il miei gravi disagi in poco tempo...Non avevo ancora capito quanto difficile, anche doloroso, impegnativo e lungo è il percorso terapeutico e quanto scompiglio porta nella tua vita. Tutte le sicurezze, i pilastri su cui avevi costruito la tua precedente esistenza crollano, e ti ritrovi a dovere ammettere che fino a quel momento non eri stata capace di entrare in contatto consapevolmente con le tue paure, fragilità, frustrazioni. Ricordo come un incubo quei silenzi o mugolii tipo "humm," dello psy, al posto di un consiglio o di una dritta chiesti disperatamente. E le regole del setting, vogliamo parlarne..?., rigidissime, sopratutto i primi tempi, per me una vera sofferenza! Volevo fuggire, non so cosa mi abbia trattenuta. Lo odiavo ma ero sempre lì puntuale e carica di aspettative. Lui, lo psy, sostiene che avevo bisogno di essere inquadrata e difatti c'è riuscito alla grande. Dopo un anno devo ammettere che la relazione terapeutica è migliorata e anch'io stavo meglio. Sentirsi al sicuro, protetti, guidati mentre si esplora il proprio mondo interno, i traumi rimossi è un'esperienza sconvolgente ed impareggiabile che può comprendere solo chi la ha vissuta.Ora dopo tre anni, oltre che sentirmi quasi un'altra persona, penso di avere risolto buona parte dei miei problemi, ma ancora, dice lui, si devono esplorare ed elaborare diversi nuclei. Ma per fortuna oggi vivo la cosa meglio e mi pesa di meno, anzi spesso mi esalta, anche perchè finalmente si è creato un clima di reciproca fiducia...Il mio percorso di trasformazione è in corso e sono felice di poterlo adesso condividere e commentare con voi del forum.Vogliamoci bene. A presto. Celina
  9. Ciao sono Celina. Mi sona appena inscritta al forum. Tutti cerchiamo serenità ed equilibrio, per cui sono dei vostri. Mi piacerebbe chiedervi se per voi mettere in piazza sul forum le vostre cose intime non è un pò imbarazzante. Io personalmente preferisco scambiare email con chi mi trovo in unaintesa totale psy. Attendo riscontri. BYE .Celi
  10. Ciao sono Celina neofita, appena iscritta al forum. Leggendovi nel forum, mi accorgo che tutto quello che provo io non è personale o anomalo, ma succede a tutti. Da quando sono in terapia, la "cosa" mi prende tutta, completamente... ci penso sempre. Credo di essermi innamorata della psicoterapia non del mio psi. Leggo libri della materia in continuazione, per capire come possono scattare certi meccanismi inconsci, ma solo nel forum mi sto ritrovando completamente certe sofferenze emotive vissute. Mi piace. Onestamente mettere in piazza le mie fragilità, mi spiazza, ma qui mi sembra di trovarmi a casa mia. Help.Bacioni. :o:Celina
  11. Ciao Fioriblu. Mi sono iscritta a questo forum solo ieri, quindi mi sento come un pesce fuori dall'acqua. Non so bene ancora neanche come funziona! Comunque leggendoti ho sentito che proviamo le stesse emozioni verso i nostri psi. Mi piacerebbe tanto potere comunicare con te e con tutto il forum. Anche io mi sento sola e anche io cerco invano da tre anni di infrangere quella barriera di impenetrabilità che il mio dott. si ostina a mantenere sostenendo che il rapporto "amicale" non è terapeutico e che anche se non condivido il suo comportamento così burbero e poco affettivo, devo riconoscere che mi ha tirata fuori, con i suoi metodi, da un tunnel da cui non speravo di uscire mai neanche con un miracolo. A presto spero. Celina
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