Caro diario, che dirti oggi?
Che raccontarti della mia vita che sprofonda giù giù, si immerge e poi riaffiora, fa capolino dal caldo pomeriggio, da un attimo di noia, da un assolo al piano, da una scrivania rotonda.
Questo scrittoio c'era già quando sono nata, era lo scrittoio di papà, dentro al cassetto c'erano tante carte da riordinare e io bambina guardavo vecchie foto..
Le foto erano figure sbiadite di signore col cappello, ufficiali con sciabola, bambini in gale e collettini inamidati.
Ma vi erano anche spiagge in bianco e nero, e case ora inghiottite dal mare.
Il mare è avanzato, e si è portato via tanto della mia infanzia, lo culla tra le onde lievi, lo copre di alghe e lo nasconde alla vista.
Ma se mi bagno, ancor oggi posso immaginare le mura delle abitazioni delle vecchie foto, e i volti, i gatti in collo alle nonne e le divise lucide.
E se allungo le gambe sotto lo scrittoio ci trovo la bambina accoccolata che curiosa frugava nei cassetti cercando il tesoro sommerso.