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Finleylover92

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Reputazione comunità

  1. L'amore è un dolce donarsi reciprocamente l'uno all'altra. E' sentirsi un tutt'uno, come un'unica realtà. E' l'essere certi, inconsciamente, di essere sempre destinati a incontrarsi e volersi bene per sempre. E' il fidarsi ciecamente dell'altro, è il condividere la propria vita quotidiana con una persona con la quale si riesce a instaurare un tale feeling da non aver bisogno di parole per far capire il proprio stato d'animo o una propria necessità. E' il sentirsi assolutamente unici e speciali per la propria dolce metà, l'avere la certezza che tutto, senza di lei/lui, sarebbe vuoto, spento, privo di senso. Può, anzi, DEVE esserci amore senza sesso, che non è altro che il coronare questo dolce concedersi l'uno all'altra o viceversa con un atto fisico. Almeno, questa è la mia concezione di amore, estremamente romantica e forse stereotipata, ma io la vedo così <3
  2. Ciao, Grazie davvero delle tue parole. Hai ragione, e io mi sento decisamente nella parte della pecora, anzi, data la mia età, dell'agnello! E' quel che sto cercando di fare, non mi importa di avere pochi amici, se sai se che su quelli puoi davvero contare. Anche se, l'ho già detto, la maggior parte delle persone si fa idee sbagliate di me (snob, antipatica, asociale) mentre non ritengo di essere nessuna di queste cose. Solo che, inevitabilmente, mi capita di tornarci su col pensiero, ogni tanto, e a chiedermi che cosa sia stato, nel vero senso della parola, a farmi saltare quella fase di transizione della vita che è l'adolescenza. O meglio, fisicamente lo sono, ma mi sento come se fossi passata direttamente dalla fanciullezza all'età adulta, senza provare quel periodo intermedio fatto di sregolatezza, gusto di trasgressione e intensa vita sociale. Grazie ancora, a presto!
  3. Salve a tutti! Sono una ragazza di 17 anni, come avrete senz'altro intuito dal nickname, e scrivo su questo forum per parlavi della mia situazione...come dire...un po' particolare. Ora, non ritengo che questo sia un problema psicologico, o per lo meno non credo. Tutto quel di cui sto per parlavi non mi fa stare male, fa così parte di me che ho imparato ad accettarla e a convincerci. Ma a volte, vorrei tanto essere come gli altri della mia età, e smettere di essere vista dagli altri come una persona "strana". E mi chiedo, a questo punto...se devo rimanere come sono, o fare uno sforzo, in qualche modo, e cercare di cambiare un po'. Veniamo al dunque, spero di sapermi spiegare bene. Pur non avendo neanche raggiunto la maggiore età...mi sento come se la mia VERA età fosse molto più grande. O meglio... Guardando i miei coetanei, il modo in cui si comportano, la superficialità e a volte, permettetemelo, anche la stupidità con cui affrontano il più delle cose, il loro materialismo, c'è davvero da mettersi le mani ai capelli. E' per questo che quei pochi amici che ho (pochi ma buoni, dico io) sono tutti più grandi, anche di cinque o sei anni! E in generale, mi sento MOLTO ma molto più a mio agio in un discorso con una persona adulta che con un mio coetaneo. Ma forse tutto ciò è dovuto anche alla mia personalità del tutto particolare. Non credo di sapere cosa sia l'istintività e la spontaneità, sono una persona estremamente contenuta, prima di reagire o rispondere penso sempre, e soprattutto, non sono per niente facile alle risate e al coinvolgimento. Metto la famiglia, la scuola, i doveri prima di tutto il resto. Rimango sempre un po' seria e sulle mie insomma, persino con le persone che amo di più... Inoltre, in aggiunta, sono molto timida e riservata, non mi piace dar conto in giro dei fatti miei, e credo che la cosa che odio di più al mondo sia quando la gente cerca di farsi i fatti tuoi mentre fino ad un attimo prima non esistevi proprio...se non quando aveva bisogno di te! Ora, questo purtroppo ho potuto constatarlo di persona, coi miei compagni di classe. Credevo di aver instaurato con loro un sincero rapporto d'amicizia, ma col tempo mi sono resa conto che cercavano solamente di "tenermi buona" per avere degli aiuti per le verifiche e le interrogazioni. Non sono una secchiona, per carità, ma semplicemente la scuola è una cosa importante per il futuro, e quando faccio una cosa mi piace farla bene, perciò do' il massimo in tutto. L'ho capito quando, con la sfilza dei diciott'anni dei miei compagni, alle feste sono stata lasciata da parte...nonostante io (nei limiti delle mie possibilità) cercassi di inserirmi, la maggor parte delle risposte erano monosillabi, quando ne ricevevo! Tralascio i dettagli. Chissà che immagine hanno di me. E la cosa mi ha lasciata con un senso di delusione tale che...da allora, mi comporto come se non li conoscessi affatto, e ho rivolto la mia attenzione altrove. Non ritengo di essere una persona noiosa, semplicemente molto seria ed estremamente meditativa. E chi mi conosce lo sa, e ha imparato ad amarmi e ad accettarmi per come sono, anche perchè con le persone che conosco quest'indole estremamente diffidente che ho sviluppato, ad esempio, verso i miei compagni di classe, non esiste affatto. E' nel momento in cui mi rendo conto che la gente si approfitta di me che divento così. Anche in gita scolastica, l'esperienza è stata a dir poco traumatica. Trovarsi con le persone sbagliate è la cosa peggiore che possa accadere. Per non parlare, poi, di quando ti prendono in giro tre giorni no-stop. E di esperienze di questo tipo, negative, soprattutto con l'altro sesso, ne ho innumerevoli. A partire dalle elementari. Non sto qui a raccontarvi, ma...non credo di essere mai piaciuta a qualcuno dell'altro sesso... Forse, e ripeto, soprattutto per colpa di questo carattere che vedo molto meglio in una sessantenne piuttosto in una ragazza della mia età. Forse anche questo ha contribuito al mio diventare estremamente selettiva con gli amici, a costo di stare da sola ed uscire raramente. Preferisco la compagnia di me stessa a quella degli altri, passo molte ore da sola, e nei momenti di difficoltà piuttosto che confidarmi coi pochi amici che ho preferisco starmene per i fatti miei finchè non passa, anche a costo di evitarli o far finta di non essere in casa. Cosa che, alla mia età, ritengo del tutto anormale, così come anche la maggior parte degli aspetti del mio carattere. Ho degli interessi diversi della maggior parte dei miei coetanei (fotografia, grafica...), e spesso passo ore e ore a pensare, meditare, riflettere sui mali del mondo, su quanto faccia schifo la società odierna, e su come a volte, anche inconsciamente, si riesca a fare dal male a una persona. O anche su come valori quali la verginità e il pudore stiano sparendo ogni giorno di più. Anche nel modo di vestire, la gente mi vede come una persona strana. Forse perchè a quelle feste ero l'unica senza tacchi da capogiro e una scollatura da far girare la testa a qualunque esponente dell'altro sesso, ma piuttosto con una camicia e un gilet? Forse perchè non mi sono messa a fare fondini uno dietro l'altro? E anche a quelle feste...ecco ripetersi quel che succedeva in classe. Ci si ricordava di me solo in caso di necessità...quando c'era bisogno di fare una foto! Perciò, ho smesso di andarci. Non ho parole, veramente. Non so se attribuire il merito (o la colpa, perchè, purtroppo, come mi sto rendendo conto, è estremamente invalidante dal punto di vista sociale) all'educazione che ho ricevuto. Mia madre ha avuto un passato identico al mio, ma in una società decisamente diversa. Lo stesso mio padre. E anche i miei genitori, hanno lo stesso carattere. Forse devo dare la colpa anche al fatto, fino all'età di sedici anni, di non aver mai avuto dei veri amici e di essere uscita davvero molto raramente, la maggior parte delle volte con i miei genitori. Le cose sono cambiate di recente, come ho già detto ho una comitiva di amici con cui mi sento abbastanza affiatata, ma continuo a non sentirmi parte di questa società odierna. Grazie per l'attenzione...fatemi sapere cosa ne pensate.
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