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Erin

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messaggi di Erin

  1. intricato....quello che potevo dire lo ha detto juditta....la cosa che non capisco è come mai visto che la cosa va avanti da anni, non hai mai approfondito la questione con persone che dicono di ricevere MMS con le foto tue in posti in cui non sei stata! Anche gli MMS sono anonimi? Non sapevo fosse fattibile...

    Se vi siete fatti un'idea di chi può essere, avete provato a parlarne chiaramente, facendo un pò la voce grossa, visto che non sei sola insomma siete tre "vittime" e un solo stolker (o pensi siamo più diuno?). Ditegli che i carabinieri stanno svolgendo un pò di indagini ecc. ecc. anche per vedere cosa cambia, io a sto punto lo farei....

    Ma la persona che tu sospetti è una persona a te vicina? Se si, come fai a fare l'indifferente quando siete insieme avendo questo sospetto? Il motivo quale sarebbe? Non ti chiedo i particolari, ma sentimentale, lavorativo, familiare cosa?

    Purtroppo nè io nè il mio amico riusciamo a convincerla a fare denuncia.

    Con lei non ho confidenza. Ho tentato più volte di contattarla, ma non vuole parlarmi.

    Parla con lui, e gli dice che non vuole denunciare.

    Vuole protrarre tutta questa faccenda all'infinito...

    Il motivo? E' la sua ex-fidanzata.

    L'unica che finora è stata dai carabinieri sono io.

    Lui non si sbilancia, ha paura.

    Mi dice sempre che vorrebbe cercare questa gente, ma in realtà non lo fa. Ha paura della sua ex e delle sue reazioni (di quali, poi...?)

    Perciò in realtà mi trovo sola a dover guidare la cosa.

    Ho la possibilità di contattare la persona che io penso sia responsabile di tutto. Ma non so se posso farlo da sola...

    Non lo conosco, non l'ho mai visto, ma so come si chiama.

    Sono sola, ma penso che lo chiamerò e mi presenterò.

    Lo so che forse è un malato di mente, ma almeno che sappia che lo sto cercando, che sono andata dai carabinieri.

    Forse hai ragione tu, qualcosa potrebbe cambiare.

  2. è tutto molto contorto...

    ma... se non ho capito male... se questi messaggi alludono a fotografie scattate in posti dove NON sei stata, significa che non vieni seguita veramente. oppure ho capito male?

    e poi non ho capito come possano far pensare che sia stata tu a chiamare. intendo dire, la voce è diversa, no? e se anche facessero una denuncia, stai sicura che la dovrebbero fare contro ignoti, e non contro di te, perchè ci dovrebbe essere una prova reale che sia stata tu (esempio tabulato da cui risulti una chiamata dal tuo numero) ma dato che non è così la denuncia non può essere indirizzata contro di te. secondo me è un bene se questa conoscente fa la denuncia, così forse riescono a risalire al numero di chi chiama, anche perchè dubito usi sempre cabine telefoniche. (detto tra noi, quante cabine telefoniche ci sono in giro ormai? quasi nessuna...)

    Hai perfettamente ragione.

    Tuttavia l'ostacolo più grande è convicere questa ragazza a fare denuncia.

    Ci sto provando, ma è molto reticente.

    Io personalmente ho fatto il possibile, adesso tocca a lei, che è l'unica che viene "molestata2 nel vero senso della parola...

  3. Erin inche senso fotografata? E' stato il molestatore a dirtelo? Scusa se ti chiedo ma in cosa consistono le telefonate....ti chiede qualcosa in aprticoalre o gli paice solofarti sapere che ti sta alle costole?

    Ma tu hai idea di chi possa essere o no? Seconod te è qualcuno che conosci o un "maniaco"???

    Io andrei comunque a denunciare, ora lo stalking è un reato, certo è difficile poi arrivare a effettive condanne e finchè non si hanno prove certe è anche difficile diffidare la persona o arrestarla. Io lo farei anche per tutelarmi, insomma almeno è uan cosa che hai denunciato fin dall'inizio...nessuno può dire che all'inizio hai in qualche modo incentivato questi comportamenti....

    Mi spiace per quello che stai vivendo....non ho esperienze simili ti ho detto solo quello che credo farei!!! Facci sapere...

    La situazione è questa:

    l'unica molestia diretta che io ricevo sono solo squilli da numero sconosciuto. Ho risposto soltanto una volta (la prima volta), ed era qualcuno che si spacciava per operatore di non so cosa e voleva sapere il mio nome e cognome.

    Tutto il resto su di me mi viene riferito da un amico. Questo amico oltre a ricevere anche lui squilli anonimi, riceve anche:

    1. Sms da cabine telefoniche che alludono alla sua vita privata - sms nei quali compare anche il mio nome, quello che faccio, ecc... -

    2. Telefonate sul luogo di lavoro di tipo "minatorio" nelle quali gli viene detto che è "sotto controllo"

    Attraverso terze persone ci arrivano altre voci che alludono ad MMS, fotografie scattate in luoghi improbabili che ritraggono me in posti dove non sono mai stata, con persone che non ho mai visto. Io non ho mai visto niente di tutto questo, stento a crederci perfino.

    Informazioni date per far semplicemente sapere che i nostri movimenti sono sotto controllo.

    Solo soltanto voci riportate, lo so. E potrebbe essere tutto inventato.

    Me lo ha detto anche il Maresciallo dei Carabinieri a cui mi sono rivolta per discutere della cosa.

    Ma non voglio tralasciare un piccolo e importante particolare.

    Io penso di sapere chi è - o chi sono - queste persone.

    Sono arrivata a questa conclusione per una serie di collegamenti tra conoscenti (anche perchè, diavolo, sono due anni che andiamo avanti!).

    Il guaio/fortuna è stato che anche io vengo accusata di molestare telefonicamente una conoscente.

    Accusa pesante, passibile di denuncia. E mi sono preoccupata.

    Sono stata dai Carabineri a dire ciò, per tutelarmi.

    Mettendo insieme qualche pezzo ho capito che c'è qualcuno che sta cercando di mettere zizzania tra me, questo mio amico e questa conoscente e, non si sa come, riesce a non farsi beccare. Il motivo penso di saperlo.

    Nell'idea che mi sono fatta della cosa, esiste una "mente" da cui è partito tutto (che gioca a fare l'innocente), che ha abbastanza soldi per pagare investigatori privati per farci seguire tutti quanti, abbastanza amici compiacenti per farsi aggiornare sui movimenti di tutti e tre e che si diverte a fare scherzetti.

    I problemi sono soltanto tre (a parte il fastidio intrinseco nella cosa):

    n.1 Sta alzando il tiro con la ragazza (telefonate a casa dei genitori con urla)

    n.2 Sembra che a fare queste telefonate sia io (cosa penalmente rilevante)

    n.3 Il mio amico continua a ricevere i soliti sms e lettere anonime.

    Ci stiamo stufando tutti e tre, ma non abbiamo in mano niente per denunciare, perchè in realtà è solo un disturbo e non ci sono minacce vere e proprie.

    Vorremmo che smettesse, ma non riusciamo a capire chi è di preciso.

    E a me pesa moltissimo il fatto di essere seguita.

  4. Ciao!

    Mi trovo personalmente coinvolta in una situazione di stalking.

    Vi è mai successo di ricevere telefonate ed sms anonimi da cabine telefoniche?

    Di ricevere sul lavoro telefonate di persone sconosciute che sostengono di conoscere ogni aspetto della vostra vita privata?

    Mi è capitato di essere seguita, spiata e, a quanto pare, anche fotografata in luoghi dove non ero mai stata...

    Non desidero addentrarmi nei motivi di questo comportamento, che riesco ad intuire solo in parte e a collegare solo in parte alla mia vita.

    Desidero piuttosto chiedervi come vi siete comportati se e quando vi è successo di essere molestati "a distanza", se vi siete rivolti alle Forze dell'Ordine o se avete trovato qualche soluzione alternativa.

    Grazie!

  5. Comincio io:

    Johnny Depp

    17.jpg

    Josh Hartnett

    josh-hartnett-400-021507.jpg

    Roberto Bolle

    * ho tolto l'immagine...alla fine ripensandoci è troppo etereo e perfetto, anche per me...*

    per cominciare...poi se me ne vengono in mente altri ^_^

    Ciao a tutte!

    Io propongo FRANCESCO RENGA :icon_biggrin:

    Dal periodo Timoria in poi... perciò diciamo sempre!!!

  6. Tu cosa hai fatto per migliorare i tuoi rapporti sociali?

    Poi 3000 tutti e tremila così!

    Hai descritto delle Iene, dei mostri.

    Non è un paese è una combriccola a delinquere.

    Ma la tua sensibilità non è forse eccessiva?

    Poi tu padre non è influenzato forse voleva solo vederti tranquilla dal suo punto di vista....anche tu di comprensione non ne hai.

    Io invece conosco un mare di posti al Nord dove la gente è di parola, aiuta, è solidale....poi all'ignoranza quella grassa non c'è limite su questo convengo con Te.

    Beh, per quanto riguarda i rapporti sociali, ti dico: la mia vita sociale in paese si è fermata a circa 15 anni fa.

    Da adolescente incazzata, stanca delle prese in giro dei coetanei e un pochino fomentata da una mamma ipersensibile pure lei, sono andata a scuola lontano da casa. Ho preferito semplicemente cambiare aria.

    La vita sociale si è limitata a uscite settimanali con l'amica di turno per andare in discoteca, a qualche ora al bar.

    Tanto studio mi ha tenuto lontano dal divertimento, ma è stata una mia, tenebrosa scelta.

    Devo ammettere di non aver mai cercato di integrarmi e di aver evitato accuratamente qualsivoglia contatto con loro. Chissà, forse per paura.

    Lo so, sono eccessivamente sensibile.

    Mi rendo conto che soltanto ora, che sono passatti degli anni, che ho trovato altrove l'amore e l'amicizia, posso guardare agli anni dell'adolescenza paesana con un po' di tranquillo distacco.

    Quanto al papà... la storia è molto complessa, credimi.

    E' stato un momento di distacco e l'abbiamo entrambi vissuto molto male.

    L'importante è che ora le cose si stiano appianando.

    E quanto al "3000 tutti così"... ti dirò... quelli della mia età che sono "diversi" hanno tutti cercato di socializzare altrove. Ma magari mi sbaglio ;)

    ciao e grazie

  7. Ciao a tutti!

    Volevo sottoporVi il seguente argomento di discussione, che deriva dalla mia personalissima esperienza e che ha condizionato quasi totalmente le scelte della mia vita attuale.

    Ho vissuto per 22 anni in un paese del nord Italia (3000 anime, comprese le frazioni), senza sentirmi mai veramente integrata e senza mai condividere il modus vivendi dei suoi abitanti.

    La zona geografica non ha particolari problematiche di clima, non è un posto isolato, c'è un po' di turismo, la gente vive bene anche del lavoro dei campi.

    La cosa che mi ha sempre spiazzato di questo genere di persone è che per me hanno sempre presentato delle caratteristiche peculiari e molto negative, soprattutto se rapportate a persone un po' insicure e dal carattere mite come me.

    Il ritratto (al negativo, ovviamente) del paesano-tipo che io conosco è questo:

    a. Pettegolo fino alla morbosità

    b. Ignorante del mondo, della vita fuori dal paese, ma quanto basta per non sembrare scemo. Quel tanto che basta per fare bella figura al bar.

    c. Tirchio, spilorcio.

    d. Esibizionista, che ostenta il proprio denaro acquistando oggetti ed abbigliamento costosi.

    e. Estremamente diffidente verso TUTTI i suoi simili, nessuno escluso, persino verso i propri familiari.

    f. Cattivo, dispettoso, vendicativo, che gioisce delle sciagure altrui.

    g. Che DISPREZZA profondamente e DERIDE il prossimo, in tutte le sue manifestazioni intellettuali, affettive. Anche quando sarebbe il caso di tacere.

    Su questo ultimo punto vorrei soffermarmi.

    Ho notato, con molto rammarico, che l'atteggiamento del disprezzo è un atteggiamento GLOBALE all'interno del paese. Portato all'esasperazione, persino SIMULATO anche quando non sarebbe necessario -.-

    E' come se tutti fossero CHIAMATI da qualche forza superiore a comportarsi in questo modo.

    Ho personalmente assistito per anni a discussioni di ogni genere ed in tutte quanti i discorsi le persone si tagliavano i panni addosso.

    Era la prassi parlare di qualcuno e far credere che fosse la persona peggiore del mondo.

    Questo atteggiamento, come capirete, chiaramente preclude sin dall'inizio la possibilità di impostare un rapporto di fiducia o anche soltanto di "cortesia" ! sul lavoro, nel vicinato, in amicizia, in amore, persino. Il paesano medio risulta fortemente antipatico.

    E' un meccanismo di difesa secondo voi?

    Non sarebbe sufficiente essere diffidenti, un po' freddini, anzichè attaccare e distruggere un rapporto umano ancora prima che nasca?

    Chi non disprezza, ma tratta in maniera giusta, è visto male. E' considerato un "debole", è deriso e tagliato fuori, gli si manca di rispetto, lo si schiaccia. (cosa che è capitata alla sottoscritta).

    Ho quasi l'impressione che, soprattutto i deboli e i paurosi tra questi, traggano forza dall'atteggiamento del disprezzo. Li faccia sentire meno vulnerabili.

    Il problema mi tocca da vicino perchè putroppo, nelle situazioni familiari di crisi (litigi tra fratelli, genitori e figli, ecc...) questo atteggiamento è puntualmente riprodotto.

    Mariti e mogli si odiano, I letti sono freddi. A stento si salutano. I figli non si fidano dei genitori, nè i genitori dei figli. I fratelli si "accoltellano". I parenti, non ne parliamo...

    Mio padre subisce molto l'influsso di questa mentalità.

    Negli ultimi due anni abbiamo avuto diversi contrasti, legati alle mie scelte sentimentali e di vita.

    Con mia profonza tristezza, è arrivato a darmi non solo dell'ingrata, ma a togliermi il saluto per mesi. A comportarsi come se non esistessi.

    A disprezzare me, la mia famiglia, il mio compagno, accusandolo di volersi approfittare di me e dei miei soldi (mi sto ancora chiedendo quali, visto che non ne ho).

    Trattandomi esattamente come un'estranea.

    E' arrivato a SNATURARE l'immagine del mio compagno agli occhi della famiglia.

    Tutto questo perchè non mi vedeva felice, a causa di un periodo di crisi che stavo attraversando.

    Io non ne volevo tanto parlare, erano affari miei.

    Sentendosi escluso, ha "sfoderato" la tecnica del disprezzo.

    Almeno lui però, con tanta pazienza, sono riuscita a farlo rinsavire.

    Degli altri me ne frego, adesso, ma nell'adolescenza, quando uno desidera socializzare, è davvero dura fingere di essere ciò che non si è: meschini. Ed è altrettanto dura subire e non poter costruire rapporti veri.

    E questo, putroppo, segna.

  8. Ciao a tutti!

    Sono Erin, ho 30 anni e sono capitata in questo forum per caso qualche giorno fa... mi è subito piaciuto e mi sono iscritta!

    Ho una vita tranquilla, un lavoro modesto. Sono amante del nuoto, dei laghi alpini, dei gatti e della musica in genere.

    Ho tante cose da raccontare, tante matasse da dipanare e tanta disponibilità ad ascoltare.

    Ciao!

  9. Io non sto amando fino ad annullare me stesso. Solo mi sto "riducendo" un po'....!!!

    Vorrei dire una cosa : in un rapporto confluiscono le situazioni pregresse di due persone,i bagagli di entrambi, nella stessa carrozza. Si mette tutto in gioco e io non mi aspetto solo gioie e soddisfazioni.Che le cose vadano come vanno e andranno. Solo che scoperei moooolto di più. Semplicemente. Mi sento che i giorni senza sesso sono giorni privati del loro.....di qualcosa, non saprei dire,intensità,forse,profondità.....splendore.....

    In questo credo di essere un po' fissato,nell'importanza che gli do. Per me è TANTO importante. Per altri magari è un "optional",hanno cose più belle e/o importanti da fare......io ho cose belle e importanti da fare solo DOPO aver fatto l'amore. Le mie energie interiori passano di li......la vita e l'amore entrano ed escono da lì. Non esattamente attraverso al piacere....direi piuttosto attraverso il sogno,il fantasticare,il giocare,sperimentare,inventare,offrire,chiedere,rischiare......Credo di essere malato, ecco la verità. Malato di desiderio. Il mio "appetito sessuale" non è solo fisico :è mentale,morale,emotivo e spirituale....e questo mi rende delizioso e ingordo,sensuale e stremato, e devo sempre fingere di essere una persona normale,che invece non sono : sono uno che desidera troppo.

    Coraggio!

    Nessuna malattia, credimi...

    Io sono esattamente come te. E' solamente una questione di impulso vitale, di direzione dell'energia vitale.

    Io mi sento molto più attaccata alla vita quando sono soddisfatta in quel senso.

    Con il mio lui ne ho parlato a lungo, per mesi. Gli ho fatto una testa così...

    Alla fine, anche se anche la frequenza non è aumentata, almeno è migliorata la qualità.

    Non sentirti in colpa.

    Come consiglio personale: se la mente va da sola in altre direzioni, lasciala un po' andare... fantasticare variamente non offende nessuno... ed è un'ottima medicina :)

    Almeno puoi esprimerti.

    E se lei non si offende, parlale di quello che vorresti fare, con tranquillità...Sentiti vivo, sicuro di quello che sei.

    Potrebbe lasciarsi trascinare dal tuo entusiasmo ;)

    Erin

  10. Ciao Digi,

    il rapporto con mia sorella è molto cambiato da quando vivo fuori casa.

    Prima ero la sua confidente e lei, anche se solo per alcuni aspetti della vita, era la mia confidente.

    Con lei parlavo degli amici, delle esperienze amorose, sempre mantenendo una certa riservatezza.

    Soprattutto la consigliavo.

    Ero la classica sorella maggiore, insomma. Tenendo conto che, ai tempi, lei non aveva molte amicizie femminili.

    Lei comunque aveva la sua vita, io la mia.

    Il contrasto non era con lei, era con mia madre. Ma per proiezione, i miei contrasti con mia madre si sono riversati su di lei, allontanandola.

    Tutt'ora andiamo d'accordo, ma lei sostiene che mi sente distante.

    Tutt'ora mi confida i suoi dubbi e le sue esperienze.

    Tutt'ora la consiglio. Per lei ci sono sempre.

    Ma da quando ho rotto con mia madre non parlo più nemmeno con lei della mia vita privata (che, devo ammettere, è stata molto incasinata negli ultimi tempi).

    E mi rendo anche conto che nei miei confronti continua ad avere un atteggiamento di "pretesa": pretende che le presti questo, che le presti quello, che faccia questa o quella telefonata, che interceda presso mamma e papà per avere questo o quello.

    E' un po' viziata, soprattutto da mia madre. Visto che lei è così sprintosa e generosa, non vede perchè non venirle incontro.

    Tuttavia mi rendo conto che c'è bisogno, anche per noi due, di trovare uno spazio comune per poterci confrontare, lontano dai genitori, senza filtri.

    Io lo so che lei è ben disposta verso questo.

    Esco purtroppo da un momento di crisi coniugale profonda nel quale mia madre e mio padre hanno voluto mettere il naso giudicando il rapporto che ho con il mio compagno e "pretendendo" nel contempo troppe cose che non c'entravano niente.

    Capisco molto bene come ti senti quando si pretende da te quello che non puoi dare.

    Nella mentalità "quadrata" dei miei genitori la vita DEVE svolgersi in un certo modo. Ci sono delle cose che DEVONO essere fatte prima di altre.

    Indipendentemente da come ti senti, dal tuo umore, dal tuo carattere e dal tuo stato d'animo.

    Una macchina perfetta.

    Io non ho figli, per ora. Non ho delle priorità assolute.

    Ma metti il caso che tu non sei in grado di fare tutto? DEVE esserci qualcuno che lo fa per te.

    E cioè l'uomo che sposi. Eh, certo!

    Altrimenti?

    Altrimenti n.1: non va bene così. Non è serio (questo mi manda in bestia).

    Altrimenti n.2: ci arrabbiamo e ti escludiamo dalla nostra vita. Benissimo.

    E visto e considerato che ho sempre scelto gli uomini non perchè mi "facevano filare" e non perchè avevano nella testa delle idee troppo precise sul "come si devono fare le cose", l'incongruenza era inevitabile.

    Ma CI SONO altre basi su cui poter fondare una convivenza.

    CI SONO altri modi per gestire una coppia con le sue crisi.

    Non sono mica tutte rose e fiori, lo sappiamo tutte molto bene. Ma c'è l'amore e la comprensione.

    Ma sai cos'è sempre che dà fastidio? Quella sensazione di non essere all'altezza nemmeno per far valere il VALORE delle scelte che fai e dei SENTIMENTI che provi.

    Perchè nella differenza profonda con mia madre c'è l'importanza data ai sentimenti e al confronto e allo scontro costruttivo.

    Mi spiace un po' dirlo, ma lei è un po' come una macchina.

    Lo so che non è facile scontrarsi con chi non lo vuole fare, perchè fa fatica a darti ragione (sempre perchè non sei il figlio preferito).

    Io non ho mai combattuto per farmi spazio, perchè avevo sempre paura di perdere anche quel poco di stima che sentivo di avere da lei.

    Mio padre dice che non è così, ma io non gli credo molto.

    Anch'io sto facendo psicoterapia. Da un anno e mezzo. Insieme alla distanza che ho messo tra me e i miei genitori, che ha creato lo spazio "fisico" per potermi esprimere, mi ha consentito di avere anche uno spazio mentale e "neutro" in cui poter portare me stessa senza giudizi e senza preoccupazioni.

    A me è servita molto anche se, come te, a volte ci sto ancora male.

    Mi è servita a capire tante cose a sentire meno la paura dell'abbandono.

    Ho cercato anche di spiegare le varie sfaccettature del problema ai pochi amici che ho, ad ognuno di loro ho parlato di un aspetto diverso del problema. Mi ha confortato molto.

    Ti sono vicina in questa battaglia silenziosa. Che non può essere nient'altro che silenziosa, se hai un carattere mite.

    Essere miti non è una colpa, credimi.

    Valorizza l'amore che ricevi da chi ti è vicino. Da tuo marito, da tuo figlio, dagli amici. Lo so che non è lo stesso. Ma è diverso e ugualmente importante.

    E' IMPORTANTE.

    Sembra banale, ma è sempre un dare e un ricevere in queste cose, anche se si tratta di un genitore.

    E solo chi si sente amato, può amare senza soffrire.

    Per me è come inseguire un uomo che ti vuole bene ma non ti ama, che vive con te ma vuole mantere una certa distanza.

    La distanza ci spaventa.

    Ma c'è sempre chi ci è più vicino.

    Ciao,

    Erin

  11. Quoto pienamente Digi!

    Erin, ormai hai trent'anni, stacca definitivamente questo cordone ombelicale che ti passa solo veleno.

    Però lo so che non è facile, eh.

    Esattamente.

    Ma l'ho tagliato.

    Quasi tre anni fa mi sono trasferita per lavoro in un'altra città. Non molto lontano, certo. Ma abbastanza da non tornare a casa tutte le sere.

    Non sono sola. Accanto a me ci sono il mio paziente compagno (gli farò un monumento) ed il mio migliore amico.

    Per i miei è stato un trauma, e anche per me. Ho sofferto, ma come mi sento libera! Non tornerei più indietro.

    Non riuscivo più a gestirmi la vita (soprattutto quella sentimentale) come volevo.

    Avevo bisogno di sapere com'era lì fuori. Volevo la possibilità di SPERIMENTARE la vera me stessa.

    Se era proprio vero che comportarmi come avevo fatto fino a quel momento (e cioè assencondando in tutto e per tutto le loro idee, abitudini, ecc...) era la chiave per vivere bene.

    Non era proprio così. C'erano molte cose che DOVEVO cambiare.

    Senza davanti tutti i giorni un modello di madre e di donna da imitare per compiacerla ho dovuto fare i conti con la donna che volevo essere io.

    E ho capito che non volevo essere così. O meglio, che avrei conservato solo in parte quello che lei è e che il resto glielo avrei lasciato. Senza rimpianti.

    Ho accettato la mia diversità di modi e di carattere e ne sono felice, anche se ho potuto farlo solo lontano dalla sua disapprovazione.

    Solo lontano dal suo sguardo un po' di rimprovero per quel sentimentalismo che mi contraddistingue, per quel mio NON essere una donna tutta d'un pezzo.

    Putroppo ho dovuto accettare anche quello. Ma ne è valsa la pena.

    Credo che per lei sia stata una sconfitta e che questo ci abbia allontanato ancora di più.

    Lei mi ha sempre rimproverato di non essere decisionista, elogiando invece mia sorella.

    Ma io ho altre qualità.

    Ho altre qualità che fanno felice chi mi ama. E che, anche soltanto per questo, DEVONO essere considerate importanti e non vanno sminuite.

    Questo mi è bastato per scegliere la mia strada.

    Io ho fatto così: ho scelto la strada dell'allontanamento da mia madre per potermi ritargliare la mia "fetta", perchè sapevo che in uno scontro diretto avrei perso.

    Avrei perso per il mio carattere accomodante, avrei perso per il mio bisogno del suo amore, e avrei perso perchè comunque non sono la figlia preferita.

    Se non potevo partire da una posizione di vantaggio, avrei conquistato l'indipendenza sottraendomi alla sofferenza.

    Un abbraccio a tutti e grazie.

    Erin.

  12. Ciao, vorrei raccontare la mia esperienza a riguardo, vista come figlia.

    Nella mia famiglia siamo in due figlie: io di 30 anni, mia sorella di 22.

    Nostra madre si sforza di comportarsi in maniera equa, quasi se ne vanta. E mi dice che non capisce quelle madri che fanno preferenze. Sarà...

    Tuttavia mia sorella ed io siamo profondamente diverse. Ed in questa diversità, lei è molto più simile a mia madre in quanto a carattere, razionalità, autocontrollo, potere decisionale, testardaggine.

    Chiaro che mia madre ci si specchi.

    Chiaro come non capisca invece il mio carattere chiuso e cupo, taciturno e profondamente irrazionale nei sentimenti.

    Come so di non essere la preferita?: difficile da spiegare, ma provo a fare un elenco di impressioni.

    Prima cosa fra tutte: glielo leggi negli occhi.

    Quando si parla di quello che fai, lo sai bene che quello che fai le interessa di meno. Le interessa di meno di quello che fa l'altro figlio. La entusiasma di meno.

    Ricevi meno complimenti, meno parole di incoraggiamento.

    Più strigliate, più musi, meno perdono. Ti si richiede più intransigenza in toto.

    Uno sgarro fatto da te non ha lo stesso peso di uno sgarro fatto dal figlio preferito.

    C'è una SOSTANZIALE differenza nella CAPACITA' DI PERDONARE l'uno e l'altro figlio. (Nel mio caso pare che si concentri tutta su mia sorella).

    Il figlio preferito può anche permettersi di alzare la voce con il genitore. Tu NO.

    Il figlio preferito può pestare i piedi perchè VUOLE fare di testa sua. E trova consenso proprio perchè è aggressivo.

    Proprio perchè il genitore gli permette di essere aggressivo. Proprio perchè il genitore apprezza l'aggressività del figlio, perchè anche lui è altrettanto aggressivo nei confronti del prossimo. E approva.

    Il figlio preferito striglia anche te, per la tua indecisione e remissività. Ti dice COSA devi fare.

    Tu lo strigli a tua volta, perchè non si deve permettere di farti la predica.

    Il genitore cosa fa?

    Se interpellato, dà ragione al figlio preferito. Il figlio preferito è sempre quello che "segue le istruzioni" (mica vero...). Tu NO.

    Il figlio preferito ti cerca e ti sfrutta per avere dei favori e per avere intercessione presso i genitori riguardo al premesso per fare le sue cose.

    E se tu ti rifiuti di intercedere? scatta il ricatto globale: lo spettro della mancanza d'amore.

    Lo spettro del rimprovero da parte del genitore: tu non hai aiutato il mio figlio preferito?

    Male!

    Tu, figlio, sei diverso da me? Prendi delle decisioni che io non condivido? Che non comprendo?

    Affari tuoi.

    Ora io non ti amo più. Ora tu mi sei INDIFFERENTE.

    Per concludere, il nostro problema di figli non preferiti è che per noi basta davvero, davvero poco per essere rimproverati.

    Basta davvero poco per tirare fuori dai nostri genitori quell'atteggiamento di INDIFFERENZA che ci fa tanto male.

    Che ci riempie della paura del non essere amati profondamente solo perchè non siamo affini a loro.

    Ci riempie della paura che essere noi stessi per loro è fonte di dispiacere o, semplicemente, che se siamo A o B non gli interessa.

    La nostra mente si arrovella nel cercare una soluzione.

    A volte tentiamo la strada dell'assecondarli in tutto, per cercarne l'approvazione.

    Ma, come molti di Voi giustamente dicono, questo non cambia le cose, anzi. Ci mette in una posizione di estrema inferiorità e dipendenza. Non lascia spazio a noi stessi. E, diamine, se ne abbiamo bisogno, invece!

    La nostra vita non è mai veramente "nostra" e risulta sempre e soltanto finalizzata alla conquista del loro amore volubile.

    E viviamo nella paura della loro indifferenza.

    E riversiamo la nostra paura sugli amici, sui mariti, sui fidanzati.

    Che si domandano perchè non riusciamo a credere loro quando ci dicono "Ti amo".

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