ciao, sono una professionista del settore, nel senso che ho sofferto di attacchi di panico e ci ho studiato sopra (sono una psicologa-psicoterapeuta).
So come ci si sente...come se tu stessi sempre per crollare, per non farcela, come se tutto diventasse all'improvviso difficile. Anche fare le cose più banali, come uscire di casa e andarsi a prendere un caffè.
L'attacco di panico ti costringe a vivere in un recinto oltre il quale c'è la vita di sempre, che al momento non riesci a raggiungere. Cerchi di oltrepassare la staccionata ma lui è lì in agguato a farti sentire che c'è. L'isolamento, l'evitamento diventano stili di vita a cui, alla fine, non sai rinunciare.
Ma un'alternativa c'è.
Recarsi da un professionista (ma questo non è un modo per farmi pubblicità!!!) e chiedere un consulto.
Per la mia esperienza, ti consiglio di consultare uno psichiatra e un psicoterapeuta. Il primo ti aiuterà in senso farmacologico - nel caso sia necessario spezzare la dipendenza dagli altri per muoverti per essere libera di fare le cose più semplici...almeno quelle; il secondo ti aiuterà a ristabilire l'equilibrio interiore che in questo periodo hai perso e ti aiuterà a capire cosa sono i tuoi sintomi.
L'attacco di panico è la punta di un iceberg.
Non serve solo eliminare il sintomo (ho letto che molti si sono aiutati con l'autoanalisi o le medicine alternative), ma conoscere a fondo ciò che esso rappresenta.
Lo psicoterapeuta ti aiuterà in questo lavoro di interpretazione e svelamento del significato simbolico che tu, inconsciamente, dai all'attacco di panico.
Per fare questo serve, perciò, l'aiuto di un'altra persona. Il professionista infatti, estraneo alle tue vicende personali, avrà certamente la lucidità e l'oggettività per tradurre questo fenomeno.
Non voglio tediarti ancora, ma se avrai bisogno di qualche altro chiarimento, sarò qui disponibile a risponderti.
Auguri.