(ciao) 0 Share Inserito: 25 febbraio 2010 L' occhio di Gilliat rimaneva fisso, senza mai staccarsi dallo sloop lontano. Quell' occhio fisso non somigliava a nulla di ciò che si può vedere sulla terra. In quella pupilla tragica e calma c' era un che d' inesprimibile. Quello sguardo conteneva tutta la quantità di rassegnazione che lascia il sogno non realizzato: era la lugubre accettazione di un' altra fine. La fuga di una stella dev' essere seguita da sguardi simili a quello. A tratti l'oscurità celeste appariva entro quell'occhio il cui raggio visivo era volto a un punto nello spazio. Mentre l' acqua infinita saliva intorno allo scoglio ''Gild-Holm-'Ur'', l'immensa tranquillità dell' ombra saliva nell' occhio profondo di Gilliat. Il Cashmere, divenuto impercettibile, era, ormai una macchia confusa nella nebbia. Bisognava sapere dove fosse, per poterlo individuare. A poco a poco quella macchia, che non presentava più forma alcuna, si fece sempre più meno distinta. Poi rimpicciolì. Poi dileguò. Nell'istante in cui la nave sparì dall' orizzonte, una testa scomparve sott' aqua. E non ci fu altro che il mare. da I lavoratori del mare, Victor Hugo. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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