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Ansia sociale


Chiara90

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Ciao a tutti. Mi chiamo Chiara, ho 24 anni e sono una studentessa. Ho da poco scoperto di soffrire di questo disturbo, seppur non in modo grave. Fin da bambina sono sempre stata super timida, introversa, ansiosa. Crescendo, alcuni aspetti sono peggiorati, in quanto non riesco in alcun modo a socializzare a meno che non si tratti di persone che conosco da molto tempo e con le quali ho tanti punti in comune (ma anche in questi casi è raro che riesca ad instaurare un rapporto "sereno" senza il tipico imbarazzo del non sapere cosa dire, sembrare goffa ecc...).
Le uniche persone con le quali riesco ad essere naturale sono i miei parenti più stretti e il mio fidanzato. Premetto che non ho mai avuto relazioni sentimentali prima di conoscere il mio attuale ragazzo, perchè appunto ho sempre fatto fatica ad approcciarmi con altre persone, ma nel suo caso è stato tutto molto diverso forse perchè avendo un carattere praticamente opposto al mio (ovvero estroverso, chiacchierone, socievole) riusciva a farmi stare a mio agio facendomi evitare l'ansia del non sapere di quali argomenti parlare.
Con l'arrivo di un partner, la mia vita ha preso una svolta: ho iniziato a frequentare i suoi amici (coi quali però ad oggi, dopo quasi 4 anni, non sono riuscita ad entrare in confidenza), andare a feste ed eventi, uscire e svagarmi. Durante i primi anni era tutto abbastanza piacevole, forse perchè per me era una novità e comunque quello su cui avevo sempre fantasticato (il fatto di avere una vita "normale" nella quale facevo quello che fanno tutti) a parte la solita sensazione di disagio quando mi trovo al centro di un discorso e l'attenzione si focalizza su di me, oppure quando mi vengono poste domande troppo dirette che riguardano la mia vita, il mio modo di essere e le mie abitudini; in questi casi inizio ad agitarmi e arrossisco visibilmente attirando ancor più l'attenzione su di me e peggiorando il mio disagio... perchè quando capisco di stare per arrossire e avere queste "vampate", cerco in tutti i modi di evitare di farlo notare ottenendo però il risultato di sembrare ancora più goffa.
Sono riuscita ad individuare tutte le situazioni che scatenano in me ansia e disagio, come ad esempio parlare davanti a tanta gente, esprimere opinioni personali che potrebbero non essere condivise da tutti, far emergere certi lati del mio carattere ecc... insomma, tutte quelle situazioni nelle quali devo mostrare la mia personalità.
Ultimamente la mia ansia è aumentata a dismisura, credo sia anche per il fatto che non sto riuscendo a superare gli ultimi due esami che mi mancano per concludere l'università e il fatto che mi trovo in una brutta situazione economica e non riesco a trovare un lavoro che mi permetta di sostenere le spese universitarie. Ho sbalzi d'umore esagerati, riesco a passare dalla depressione più totale alla positività ed euforia nel giro di poche ore. Da qualche mese ho iniziato ad evitare di uscire e incontrare gente (cosa che invece facevo prima, nonostante qualche disagio), a parte il mio fidanzato, il quale non sapendo che io soffrissi di tutto ciò ha iniziato a pensare che qualcosa fosse cambiato nel nostro rapporto e io non lo amassi più come prima. Mi sono finalmente resa conto di dover fare qualcosa, che questo disturbo di ansia sociale mi stava facendo sprofondare in un abisso e che dovevo fare qualcosa prima che fosse troppo tardi. Così ho letto un pò su internet di persone che soffrivano del mio stesso disturbo, e ho finalmente potuto dargli un nome: sociofobia. Ho letto di gente che è arrivata al punto di non poter più neanche rivolgere la parola al vicino di casa, al postino o chiunque non rientrasse nella "cerchia". Nel mio caso, questo disturbo non è di grave entità, in quanto riesco a parlare con estranei (anche se a volte un pò imbarazzata), sostenere esami senza troppi problemi (a parte il fatto di arrossire e agitarmi) ma vorrei tenerlo sottocontrollo e non farlo progredire.
In questi giorni ho parlato al mio ragazzo del mio problema, e sta cercando in tutti i modi di aiutarmi a superarlo anche se non può capire a fondo come ci si senta dato che lui ha un carattere totalmente diverso. Mi sono sforzata di uscire la sera e frequentare i suoi amici, parlare un pò di più, affrontare la solita battuta ironica che mi viene fatta ogni volta: "Ehi, stai parlando troppo!", ho trovato un rimedio cosmetico per camuffare il rossore del viso che compare dopo una situazione "imbarazzante" e devo dire che inizio a sentirmi leggermente meglio, ma un'altro ostacolo si è parato in mezzo al mio percorso. All'interno di questo gruppo di amici, tutti fumano sia sigarette che spinelli ogni tanto. Io non ho mai fumato in vita mia, solo l'odore del fumo (anche di sigaretta) mi mette nausea e ogni volta che mi trovo in una situazione in cui tutti in gruppo fumano  faccio finta che non mi dia fastidio per non fare ulteriormente la parte di quella "esclusa". Fin qui nulla di strano, ma ogni volta (succede praticamente sempre) arriva qualcuno che insiste sul fatto di farmi "provare un tiro" e cerca di convincermi nonostante sappia già che rifiuterò. Tutto questo mi rende emarginata più che mai, in quanto queste persone fanno tutte la stessa cosa, si divertono, sono euforici e si crea una "connessione tra loro" , io invece me ne sto in un angolo a guardarli distraendomi magari col cellulare. In questo modo, do ulteriore dimostrazione a tutti di essere strana. Fin da piccola non mi è mai piaciuto fare qualcosa che veniva fatta dalla maggioranza delle persone, non so, forse soffro di un altro disturbo psicologico, ma ho come questo istinto anticonformista che mi vieta di fare qualcosa per seguire la massa. Se qualcuno soffre di questo disturbo può dirmi come cercare di uscirne? Vorrei semplicemente vivere una vita serena, fregarmene del giudizio altrui ed esprimere liberamente i miei pensieri. Grazie a tutti per la pazienza e l'attenzione, e mi scuso per essermi dilungata così tanto. Vi auguro una buona giornata.

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Ciao Chiara, 

comprendo la tua situazione perché sono il compagno di una ragazza con il tuo stesso problema, e mi sembra di sentire la stessa identica storia, quella nostra. Quando l'ho conosciuta aveva una cerchia strettissima di amici che dopo aver conosciuto me (senza però che io glielo avessi mai chiesto o preteso) ha abbandonato completamente. Anche io sono il suo perfetto opposto e ho cercato di farle in tutti questi anni da spalla per cercare di "farla aprire". Dopo anni ho capito che il modo in cui lo volevo io era quello più sbagliato possibile, purtroppo viviamo nella convinzione che la fobia sociale sia semplice timidezza e ci illudiamo di poter risolvere il tutto dicendo "vai apriti, non essere timida". Ancora oggi convive con questo problema e dopo aver lasciato la danza sembra essere diventato ancora più marcato, ma qualcosa per risolverlo lo stiamo facendo. Ti do pochi consigli:

  1. trova un bravo psicologo, lui sà come trattare il tuo problema, non ti affidare esclusivamente ad internet e credimi se ti dico che per quanto chi è intorno a te ti voglia bene molto probabilmente non è attrezzato per aiutarti. Lascia che il tuo ragazzo sia il "bastone" su cui tenerti in piedi, ma questo percorso devi intraprenderlo per te stessa;
  2. Nella tua vita quotidiana c'è sempre qualcosa che ti fa sentire bene anche nel momento in cui sei con gli altri. Non lasciare quelle attività, datti questo piccolo obiettivo come per la mia ragazza lo era la danza e quella specifica scuola in cui si sentiva "a casa". Per il resto fatti consigliare dal tuo psicologo che troverà la terapia adatta. Ricordati che non esiste una "cura" universale, aiutati trovando un bravo professionista;
  3. Esci con il tuo ragazzo, incontra i suoi amici, magari cerca solo di gestire i tempi. La miglior palestra per non sprofondare è farlo finché ci riesci. Uno dei consigli più importanti che ci dava il "nostro" psicologo era quello di provarci finché reggeva, più stai in casa e più ci vuoi stare. Ancora, vai dallo psicologo che ti da gli strumenti adeguati per gestire il problema;
  4. Essere "diversa" non ti rende stupida 

Un abbraccio 

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Ciao Chiara, le tue parole sembrano essere state scritte da me anni fa. In passato ho provato tutte le tue sensazioni e situazioni. La mia “ansia sociale” era dovuta al fatto che mi sentissi sempre mancante in qualcosa rispetto agli altri e, a differenza di te, rimandavo sempre gli esami universitari per l’insicurezza tanto che non sono più riuscita a laurearmi. Io non ho mai consultato uno psicologo per via dei costi, non me lo potevo permettere, ma credo che mi sarebbe servito. Adesso che ho 36 anni, sono sposata ed ho un figlio, continuo a provare un po’ d’imbarazzo a parlare in pubblico, ma la situazione è decisamente migliorata. Mi sono sbloccata quando ho cominciato a lavorare e, soprattutto, quando sono diventata mamma, ho acquisito più sicurezza in me stessa e non bado più al giudizio degli altri . Io ti consiglio di avere pazienza, vedrai anche tu che, con il tempo, la vita ti renderà più sicura di te stessa, conoscerai tante persone e avrai la possibilità di scegliere di frequentare persone più compatibili con la tua personalità. Intanto, libera la mente da paranoie e concentrati sullo studio così che ti laurei!! Un abbraccio!

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