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La funzione psicoterapeutica delle fiabe


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Dott. Antonio Vita

Psicologo, psicoterapeuta - Recanati

Quando un autore scrive una fiaba, una favola, un racconto per bambini, immette nel suo lavoro il suo stato d'animo, le sue aspirazioni, ma anche le sue angosce, le sue ansie, i suoi problemi. Inserisce cioè nella sua storia sia tutto quello che è noto all a sua coscienza sia quei sentimenti e quelle note affettive che giacciono

Dentro di sé ma di cui non ha un'immediata percezione. Usando un linguaggio psicologico diciamo che l'autore introduce nel racconto, ma specialmente nella fiaba, e gli elementi provenienti dalla sua sfera cosciente, e quelli provenienti dal suo Inconscio.

Il materiale inconscio è quello che giace ed agisce al di fuori dagli stati di coscienza. La nozione la ricaviamo dalla psicoanalisi ed è ampiamente conosciuta e condivisa sia dagli psicologi, sia dagli autori e dagli studiosi di letteratura dell'infanzia dopo gli studi condotti da Freud.

C.GT. Jung, allievo e poi avversario di Freud, unitamente all'" inconscio personale' dovuto al rimosso quotidiano e sede dei "cornp1essi' intesi come "nuclei a forte tonalità affettiva" (Freud, Jung, Janet) ipotizza l'esistenza di un inconscio trans-personale, o collettivo" cioè comune a tutti gli uomini. o almeno ad un intera razza.

L' "inconscio collettivo" è costituito dagli 'archetipi' che sono forme di funzionamento della psiche profonda: essi hanno una vita pressoché eterna o lungamente immutabile nel tempo, vengono ereditati geneticamente ed influenzano notevolmente il concreto operare dell'uomo.

Se essi invadono la coscienza senza "filtri" e senza "controlli" possono essere numinosi', cioè possono far vivere alla psiche umana esperienze intense, luminose, estatiche: ovvero possono dar luogo, al contrario, a fenomeni dissociativi e distruttivi per la persona.

Quando invece essi vengono mediati dai complessi del l'inconscio personale, o quando vengono utilizzati dall'attività simbolica espressa dall'Io cosciente, essi sono rivelatori di grandi e nuove idee e riversano nel soggetto la loro immensa energia psichica.

Gli archetipi assumono nel corso della storia dei popoli connotazioni diverse, che appartengono sia agli aspetti coscienti dell'lo personale (le esperienze individuali), sia a quelli dell 'Io trans personale (la cultura del tempo).

Essi costituiscono una forza impetuosa e dominante per la psiche umana e possono portare l'UOMO a grandi risultati personali o collettivi.

Nella fiaba, sia che essa venga scritta da un determinato autore, o soprattutto, che sia frutto di un sapere popolare che esprime e riporta la tradizione di un popolo - vengono proiettati gli elementi dell'inconscio personale e gli archetipi dcll' inconscio collettivo.

E proprio nel la fiaba come nel sogno, gli archetipi assumono forma e si manifestano in immagini e in rappresentazioni.

Ma la storia raccontata in una fiaba è ancora qualcosa di più importante: è la storia della psiche che , attraverso una serie di eventi, a volti pieni di rischi e pericoli, raggiunge una meta, un traguardo, un obiettivo. La fiaba diventa la metafora della storia della vita della psiche: narra le vicende, le peripezie, i tormenti, i dolori attraverso i quali la psiche giunge infine alla sua piena maturazione, liberandosi dai complessi che l'avvolgono e la mettono a dura prova, e nutrendosi della forza degli archetipi che, invece di distruggerla, finiscono con il fortificarla, riportandola a vita autentica.

Nella fiaba gli eventi sì snodano in quattro fasi, similmente ai quattro tempi di una sinfonia. di un sogno o di un dramma.

La prima parte della fiaba riporta il luogo, il tempo, i personaggi principali, l' inizio dell'azione: un secondo tempo è dedicato allo svolgimento dell'azione, con intrecci, avventure, episodi, fatti di ogni genere.

La terza parte è quel la della crisi, momento culminante in cui il soggetto si trova di fronte ad eventi catastrofici ed apocalittici che possono distruggerlo, e l'ultima parte è la ''lisi" durante la quale il protagonista viene fuori dalla vincitore e risanato.

Il bambino che legge la fiaba, o che l'ascolta, partecipa con tono se stesso alla storia (Bettelheim), perché avverte anche se In modo non chiaro e consapevole. che è una storia che lo riguarda. che è la storia della sua psiche, con tutti i conflitti interni di cui spesso egli è in balia, conflitti clic non riesce a razionalizzare, a capire, a comprendere, che coinvolgono il protagonista e gli altri personaggi

Cosicché attraverso 'L'IDENTIFICAZIONE' con i personaggi della fiaba egli riesce a vivere tutte e situazioni conflittuali, angoscianti, ansiose, e alIa fine, si lìbera da tutti quei senti menti ed affetti negativi che lo avvolgono come una spirale di nebbia e che vorrebbero trascinarlo verso abissi profondi e sconosciuti.

Nel]a fiaba appare sin dall'inizio l'elemento della "TRASGRESSIONE" cioè il deviare da un sentiero che, i] più delle volte, viene invano mostrato da istanze super-egoiche, non ancora completamente assorbite dal]e ligure parentali.

I Super Io, infatti, è ancora debole]e viene aggredito dalle istanze dell'"ES", diventanone preda. Pinocchio trasgredisce alle raccomandazioni del Padre, Cappuccetto Rosso a quelle della Madre. Padre e Madre stanno ad indicare la personificazione di istanze superegoiche non sufficientemente interiorizzate e quindi ancora deboli ed incapaci di guidare il bambino.

Ma anche questo primo passaggio è importante per far sì che l'io possa conseguire uno stadio superiore di organizzazione della personalità.

Nella trasgressione appare già il "rimorso" dell' IO e l'angoscia dell'ES, con una nascosta tensione ed un inconfessato desiderio di tornare a nuova vita.

La trasgressione tra sci n a il Soggetto in sventurate vicende.

Da un punto di vista della psicologia del profondo, la trasgressione comporta l'inizio di una specie di "IMMERSIONE" prima nell'inconscio personale, durante il quale il soggetto percepisce le forze contrastanti dei propri conflitti interni, mentre appaiono delle figure che sono rappresentazioni di elementi psichici che provocano al nostro protagonista "paura "e "panico".

Successivamente l'immersione va verso gli elementi dell'inconscio collettivo: l'immersione è una regressione verso l'inconscio trans- personale, negli Archetipi del collettivo.

Qui il soggetto sperimenta la potenza distruttiva o l'energia creativa degli archetipi.

Questo regredire è anche reso concreto, in molte fiabe o in molti racconti, dagli eventi che il soggetto vive..

Pinocchio passa attraverso varie fasi e il suo discendere verso stadi inconsci è progressivo:

Dapprima l'incontro con Mangiafuoco, poi il viaggio nel Paese dei Balocchi, infine l'essere inghiottito il venire incorporato, l'essere immerso nel ventre della balena.

Cappuccetto Rosso sarà ingoiata dal lupo.

L'immersione nell'inconscio personale porta il soggetto verso situazioni d'animo ansiose mentre l'immersione nell'inconscio collettivo lo porta a fasi disperate, angosciose ed a stati depressivi.

Nelle fiabe, infatti, si avverte l'ANSIA vissuta dal protagonista, stato d'animo che non ha origine negli eventuali nemici, ma dalle situazioni che vengono vissute come negative per sé e per il proprio IO.

L'ansia è, d'altronde, la paura senza oggetto, la paura della paura (Laughlin), come viene descritta in...

http://www.psiconline.it/settori/psic_infa.../articoli12.htm

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