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MOBBING

VADEMECUM

Non tutti i comportamenti “poco ortodossi” del datore di lavoro possono integrare un mobbing; occorre che

i comportamenti del datore di lavoro reputati vessatori siano continuativi e ripetuti nel tempo (almeno sei mesi);

Il lavoratore mobbizzato, provato emotivamente e fisicamente, rischia di commettere passi falsi che possono

compromettere maggiormente il suo benessere.

La prima indicazione da dare è quella di non prendere decisioni irreversibili. Qualunque decisione, infatti, egli

intenda assumere sotto la spinta dell'emozione, si rivelerà in futuro insoddisfacente. Dimissioni per disperazione

o accettazione di prepensionamenti forzati e via dicendo sono da evitare.

E' importante che il mobbizzato ponderi attentamente i provvedimenti che intende adottare, magari facendosi

preventivamente aiutare da un medico e da un legale.

Quelli che seguono sono piccoli suggerimenti per il mobbizzato perché affronti nel migliore dei modi la sua situazione:

1) non abbandonare il posto di lavoro, soprattutto se non si ha ancora una valida alternativa di occupazione;

2) reagire agli attacchi. E' utile rispondere ai tentativi di violenza in modo calmo, ma chiaro e deciso a far

notare all'aggressore e ai testimoni che la via intrapresa si identifica con un termine specifico, cioè mobbing

o molestia morale;

3) raccogliere tutte le prove possibili del presunto mobbing, quali: note scritte con ordini di servizio (con

eventuale demansionamento, trasferimenti etc…), e-mail con i colleghi e/o i propri responsabili, registrazioni

(per es. di presunte molestie sessuali e/o minacce di trasferimento o licenziamento et similia) e qualsiasi altro

materiale scritto che attesti una determinata situazione. Anche una mancata risposta ad una domanda fatta

per iscritto può essere una prova della degenerazione dei rapporti;

4) annotare le date delle situazioni e dei comportamenti mobbizzanti;

5) fare un dettagliato e cronologico resoconto dei sintomi psichici e fisici accusati ed imputabili al presunto mobbing;

6) recarsi tempestivamente presso strutture pubbliche per la diagnosi e le cure del caso (in molte città ci sono centri di salute

mentale – divisione mobbing - presso policlinici universitari);

7) raccogliere qualsiasi documentazione medica, preferibilmente proveniente da strutture pubbliche, possa essere utile in un

eventuale giudizio;

8) evitare di prolungare le assenze per malattia oltre il periodo di comporto contrattualmente previsto, onde evitare di dare al

datore di lavoro una buona scusa per intimare il licenziamento

9) un periodo di cura e di riposo può essere utile, anche perché permette di allentare la tensione psicologica e fare il punto della

situazione con un po' più di serenità. Tuttavia un'assenza dal lavoro prolungata può aggravare le persecuzioni e rendere ancora

più tesi i rapporti con l'azienda.;

10) rivolgersi ad un legale già durante la vigenza del rapporto di lavoro per la tutela preventiva della propria posizione lavorativa.

http://www.helpconsumatori.it/data/docs/MO...G-Vademecum.pdf

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