Ciao, non dare troppo peso ai voti. Sembra una pillola di saggezza da bar, ma davvero, non hanno tutta quell'importanza che sembrano avere quando si studia. Sono importanti solo nel caso in cui costituiscono uno sbarramento, per esempio se è richiesta una determinata media per accedere, chessò, ad un dottorato o a una determinata posizione lavorativa, o per mantenere una borsa di studio, cose così, ma a parte questo alla lunga (cioè col passare del tempo dopo che avrai finito gli studi) realizzerai che un 18 aveva lo stesso valore di un 30 e guardandoti indietro ti dirai "ma perché ci davo tanto peso?!".
Come sicuramente avrai già capito, da quel che racconti, l'esito di un esame dipende oltre che dalla tua preparazione e dalle tue capacità espositive anche da tante cose che sono rilevanti solo il giorno dell'esame ma che passato quel giorno non contano più niente, tipo la luna con cui vi siete alzati tu e l'esaminatore, la fortuna (o sfortuna) di beccare una domanda su un argomento che sai meglio (o peggio) eccetera. Quello che conta davvero è imparare ragionevolmente la materia, e superare l'esame per andare avanti.
Se ti può aiutare, al mio primo anno di università il prof di chimica ci fece un discorsetto che ancora oggi trovo essere molto saggio. Ci disse che l'università non è una gara di salto in alto, bensì una corsa ad ostacoli. Nel primo caso lo scopo è superare bene l'ostacolo (l'asticella messa sempre più in alto) senza farlo cadere, mentre nel secondo lo scopo è arrivare alla linea del traguardo superando gli ostacoli, possibilmente saltandoli ma se necessario anche abbattendoli. Se li si supera saltandoli con bello stile e senza toccarli, tanto meglio perché si va più veloci, si guadagna in confidenza, si fa bella figura e così via, ma se ogni tanto uno lo si abbatte maldestramente, poco male... l'importante non è tanto come si supera l'ostacolo, ma che questo non ti blocchi impedendoti di proseguire verso il traguardo (che poi è la linea di partenza verso altre mete).