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Ste

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  1. Mi sembra un po' presto per la neve!

    1. Visualizza i commenti precedenti  17 altro
    2. Ste

      Ste

      Avrete ben anche capre vere, dai! Invece che desmontegare dagli alpeggi desmontegheranno dagli appennineggi.......

    3. Lis

      Lis

      Se è per questo, abbiamo anche un sacco di caproni a Montecitorio 😁

    4. Ste

      Ste

      Quelli il latte alle ginocchia lo fanno venire....

  2. Purtroppo sì, è normale. Non nel senso che è la norma che la gente si comporti così, ma nel senso che non è raro incappare in persone che si comportano così, soprattutto in ambienti gerarchici. Se la direzione fa il pesce in barile (come spesso fanno), le cose da fare sono essenzialmente due: lavorare sulle proprie capacità di reggere l'urto della situazione, e nel frattempo guardarsi in giro in cerca di lidi migliori (a volte basta un cambio di ufficio e di capo). Ci sono ovviamente altre possibilità, tipo combattere per far valere i propri diritti, cercare solidarietà nei colleghi, unirsi per cercare di migliorare l'ambiente ecc, ma queste sono vie molto più difficili e rischiose di quel che sembrano (e già lo sembrano tanto), e raramente ne vale la pena. In bocca al lupo.
  3. Ciao, non dare troppo peso ai voti. Sembra una pillola di saggezza da bar, ma davvero, non hanno tutta quell'importanza che sembrano avere quando si studia. Sono importanti solo nel caso in cui costituiscono uno sbarramento, per esempio se è richiesta una determinata media per accedere, chessò, ad un dottorato o a una determinata posizione lavorativa, o per mantenere una borsa di studio, cose così, ma a parte questo alla lunga (cioè col passare del tempo dopo che avrai finito gli studi) realizzerai che un 18 aveva lo stesso valore di un 30 e guardandoti indietro ti dirai "ma perché ci davo tanto peso?!". Come sicuramente avrai già capito, da quel che racconti, l'esito di un esame dipende oltre che dalla tua preparazione e dalle tue capacità espositive anche da tante cose che sono rilevanti solo il giorno dell'esame ma che passato quel giorno non contano più niente, tipo la luna con cui vi siete alzati tu e l'esaminatore, la fortuna (o sfortuna) di beccare una domanda su un argomento che sai meglio (o peggio) eccetera. Quello che conta davvero è imparare ragionevolmente la materia, e superare l'esame per andare avanti. Se ti può aiutare, al mio primo anno di università il prof di chimica ci fece un discorsetto che ancora oggi trovo essere molto saggio. Ci disse che l'università non è una gara di salto in alto, bensì una corsa ad ostacoli. Nel primo caso lo scopo è superare bene l'ostacolo (l'asticella messa sempre più in alto) senza farlo cadere, mentre nel secondo lo scopo è arrivare alla linea del traguardo superando gli ostacoli, possibilmente saltandoli ma se necessario anche abbattendoli. Se li si supera saltandoli con bello stile e senza toccarli, tanto meglio perché si va più veloci, si guadagna in confidenza, si fa bella figura e così via, ma se ogni tanto uno lo si abbatte maldestramente, poco male... l'importante non è tanto come si supera l'ostacolo, ma che questo non ti blocchi impedendoti di proseguire verso il traguardo (che poi è la linea di partenza verso altre mete).
  4. Per fare mobbing bisogna essere in più di uno. A parte questo, non esiste nella tua azienda qualche responsabile al quale far presente problemi come questo? Se non esiste, o se esiste ma per qualche motivo è meglio non rivolgercisi, significa che il tuo vero problema non è la tua collega ma il posto dove lavori. Dico questo perché decisioni fuori dal tuo controllo, come quella di affiancarti quella collega, ce ne saranno altre. Ed è inevitabile che ogni tot decisioni ne venga presa una sbagliata, che rovina la vita a qualcuno. Se il qualcuno in questione (in questo caso tu) non ha modo di farlo presente e deve arrangiarsi a risolvere problemi che sono fuori dal suo controllo, allora più che un posto di lavoro è una roulette russa.
  5. Chissà perché mi nasconde il post... forse è per via del link (che però poi ho tolto).
  6. Tanto per capire di cosa parla, il libro è l'elaborazione di un articolo provocatorio che Graeber scrisse qualche anno fa e che ebbe una grande eco (provocazione riuscita...). L'articolo è questo: https://strikemag.org/bullshit-jobs/ Qui c'è una traduzione in italiano: https://www.scribd.com/document/162743353/Sul-Fenomeno-Dei-LAVORI-STRONZATA-Di-David-Graeber
  7. ... e il testo mantiene la promessa. Ci ho trovato esposte diverse delle conclusioni alle quali ero arrivato anche io dopo esser finito come i jeans del logo levi's tra la teoria e la pratica del mondo del lavoro. Magari sono conclusioni sballate (la teoria del tipo è aneddotica, non scientifica) ma anche fosse, trovare che qualcuno arriva alle tue stesse conclusioni aiuta a sentirsi meno folli....
  8. "Bullshits Jobs: A Theory" di David Graeber Non mi sono mai sentito tanto in sintonia con un libro come con questo....
  9. Oh guarda, un po' di sole.....

    1. Lis

      Lis

      Shhhhh...parla piano :ph34r:

    2. Ste

      Ste

      'nfatti si sta già rannuvolando............

  10. Ste

    Che tempo fa??

    Ero ancora piccolo, non mi ricordo molto!
  11. Ste

    Che tempo fa??

    non si dovrebbe dire, a chi ha una certa età
  12. Ste

    Che tempo fa??

    Come mai non ci ho pensato a cercare su google... ?!?
  13. Ste

    Che tempo fa??

    Voglia di primavera.....................
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