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Icy

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  1. 57, livello medio-alto. Che ho vinto?
  2. Non è che abbiano fatto chissà quale scoperta, basta pensare che, seppure vivendo in gruppo, le persone rispondono basandosi unicamente sulle proprie percezioni, che sono l'unica cosa che ci connette col mondo esterno. Evitiamo tutto ciò che ci dà disagio, cerchiamo ciò che dà piacere. Se facciamo qualcosa di buono è perchè la gioia della persona che abbiamo di fronte produce in noi stessi gioia, gratificazione, appunto. Se fare del bene producesse dolore, non credo che in molti lo farebbero. Io non la vedo come una cosa da condannare però, è naturale, pensare che le persone siano buone "aggratis" è molto romantico, ma poco realistico.
  3. Icy

    Strani ricordi

    Grazie per le risposte, rispondendo a digi: sono abbastanza sicura dell'età, ricordo che ero piccola, e ho anche un paio di riferimenti: mio fratello è nato quando avevo sette anni, e lui ancora non era nato a quei tempi, quindi ero sicuramente al di sotto di quell'età. Su questa cosa mi interrogo da anni in realtà, ma non ho mai avuto il coraggio di parlarne con nessuno che conosco, per via delle "implicazioni". Sono strane queste fantasie che facevo, e ho paura di quello che potrebbero significare. Io ho grossi problemi nel relazionarmi con l'altro sesso, non ho mai avuto rapporti sessuali e il mio primo bacio a fior di labbra l'ho dato di recente... e non mi è neanche piaciuto tra l'altro. Ho una specie di terrore della violenza sessuale (e chi non ce l'ha, in effetti) e tendo a percepire i ragazzi che mi avvicinano come dei possibili aggressori. Percepisco l'idea dell'atto in sè come una violenza. Non è che non ne senta il bisogno, eh, però non riesco a lasciarmi andare con nessuno. Allora, ho collegato le due cose e ho cominciato a chiedermi se non sia possibile che mi sia successo qualcosa da piccola che non ricordo, e che in qualche modo mi abbia "segnata". Come sto adesso? Bè, l'ho detto, vivo malissimo il confronto con l'altro sesso, non sono mai stata innamorata di nessuno, e quando qualcuno mi si avvicina tendo ad allontanarlo, per paura che si aspetti cose da me che io ho paura di dare.
  4. Icy

    Strani ricordi

    Dunque, ho letto alcune cose riguardo la sessualità infantile, sul fatto che già dai primi anni sia una cosa normalissima toccarsi e scoprirsi, ma... questo non è bastato a chiarire del tutto i miei dubbi riguardo certe cose che ricordo... Quand'ero piccola... diciamo che avrò avuto 4/5 anni circa, avevo l'abitudine di masturbarmi con l'ausilio di giocattoli, quasi esclusivamente Barbie, anche se ricordo di aver usato un pupazzetto lego delle volte. E qui c'è la prima cosa che mi colpisce: il fatto che scegliessi strumenti di forma umanoide. Chiarisco che per masturbazione non intendo penetrazione dei genitali, ma strusciamento e pressione contro il pube. Poi... ci sono altre cose che mi lasciano perplessa, ovvero il modo in cui usavo questi oggetti e le mie fantasie nel mentre: come detto prima usavo quasi esclusivamente Barbie, nude, e premevo il loro pube contro il mio... più di rado vi premevo la faccia... e per quanto riguarda le fantasie... erano fantasie "violente", ovvero, io mi immaginavo la Barbie costretta a subire quell'atto, e immaginavo le labbra del mio pube aprirsi... ed avevano come dei denti... oppure in fondo c'era lo sbirulino da cui le femminucce fanno la pipì (si chiama uretra?). Infine, altra cosa che mi lascia perplessa, è il fatto che mi vergognassi di quello che facevo, che la percepissi come una cosa da tenere nascosta, mentre mi sembra che una caratteristica della masturbazione infantile sia proprio quella dell'ingenuità, della percezione dell'atto come naturale scoperta e senza i pregiudizi degli adulti. Alla luce di questo, mi chiedo e vi chiedo... il mio caso rientra nei casi di "normale masturbazione infantile"?
  5. Ok, proverò a seguire il tuo consiglio :) Il fatto è che questo è un sito di psicologia, speravo nel passaggio di qualche psicologo/psichiatra che conosce questo tipo di terapia ^^
  6. Io mi trovo molto spesso da sola, per un breve periodo ho avuto una gran paura di essa ma adesso va molto meglio :) Come la affronto? Mi tengo la mente impegnata, il più delle volte sto su Internet e leggo cose sui forum, talvolta rispondo anche e discuto, altre volte ancora "gioco". Oppure ascolto musica... adoro ascoltare musica e immaginarmi mentre la canto con la voce della cantante, e ballare, esibirmi davanti al pubblico, probabilmente perchè mi piacerebbe farlo nella realtà ma non sono brava a cantare, ahymè ' Più raramente mi dedico ad attività creative, ma questo lo faccio solo quando sono "ispirata" ^^ Sì, è impressionante quante cose si possano fare quando si è da soli, senz'altro di più di quante se ne possono fare quando si è in compagnia e si è per forza di cose assorbiti dalla "dinamica di gruppo".
  7. Salve penny, grazie per il link, ma non credo che sia quello che cerco, credo che quella sia un altro tipo di terapia con un nome molto simile, e poi quello è il link a una scuola, l'unico spazio per il confronto è un forum poco frequentato e un pochino scadente, per intenderci, non c'è nemmeno la scroll bar O_o Insomma, se gli interventi arrivano fin sotto il livello della finestra non li puoi leggere v_v''' Cmq grazie anche solo per aver letto questo 3d e averci provato ^^
  8. Icy

    Rabbia non rabbia

    Il fatto è che non è così semplice, quando mi arrabbio, anche durante le sedute, dentro di me posso sentire due cose: o il vuoto, o l'ansia. Se sento l'ansia dopo un po' sento l'esigenza di scaricarla perchè non mi faccia troppo male. Lo psico dice che dovrei trovare un modo diverso di gestire la mia ansia in modo da arrivare all'emozione che c'è sotto piuttosto che scaricarla, ma non ho idea di quale sia questo modo, e lui non me lo dice, non so se perchè non lo sa perchè dipende dalle persone o se perchè vuole che lo scopra da sola. Sì, secondo il mio psichiatra è importante che provi le mie emozioni, da un lato perchè sono necessarie per portare avanti la terapia che sto seguendo, dall'altro perchè servono a me nella mia vita. Imparare a gestire le proprie emozioni significa essere più pronti e consapevoli quando si affronta la vita. Delle volte succedono delle cose che mi fanno arrabbiare tanto, ma non sono mai sufficienti a farmi arrivare in fondo a questa emozione, in effetti spesso mi chiedo se vivere situazioni di rabbia più forti possa aiutarmi in questo, forse sì, ma situazioni come questa non sono comuni e in genere non sono auspicabili, non so quanto mi convenga "andarle a cercare" ^^'''
  9. Icy

    Rabbia non rabbia

    Non lo so che cosa dovrei provare esattamente, è anche per questo che ho aperto questo topic. Delle volte la gente dice di sentirsi ribollire dentro quando si arrabbia, o qualcosa del genere, penso sia questo che "dovrei" sentire. Cmq, per spiegarla nel modo più semplice che mi è possibile, in teoria: Nasce l'emozione -> percepisci dentro di te a livello fisico l'emozione -> esprimi l'emozione "all'esterno" in qualche maniera In teoria, a me, manca il pezzo centrale, nel senso che non mi dò il tempo di provare l'emozione e la butto subito fuori, ma il fatto che non mi dia il tempo necessario per provarla mi porta anche ad esprimerla in modo sbagliato, o a non sfruttarne il lato positivo, per esempio l'energia che ne scaturisce.
  10. Salve, volevo raccogliere più informazioni possibili riguardo questo tipo di terapia dal nome lunghissimo e quasi impossibile da ricordare, purtroppo non riesco a ricordare il nome di chi l'ha "inventata", mi sembra fosse un nome arabo, potete aiutarmi? Vi spiego meglio cos'è che voglio sapere: teoricamente che cos'è questa terapia, come si svolge, quali sono i suoi obiettivi e fino a che punto è efficace. Non abbiate paura ad essere prolissi perchè voglio sapere più cose possibili riguardo questa terapia, visto che la sto seguendo da più di due anni ormai e comincio a chiedermi se sia il caso di continuare visto che sembra non attecchire come dovrebbe.
  11. Icy

    Rabbia non rabbia

    Salve ad entrambi, e grazie a Sid per il consiglio riguardo al libro, lo cercherò :) Il problema riguardo al pianto è che secondo il mio psichiatra, al pari di agitare le gambe mentre sono seduta, o sospirare, o cose di questo genere è un modo per scaricare la rabbia, non per provarla. Piangendo mi libero dalla tensione che la rabbia fa nascere dentro di me, ma assieme alla tensione perdo anche la rabbia stessa, e finisco appunto col non provarla. Sbattere i pugni, gridare, anche quelli sono modi per scaricare la rabbia, e ci stanno, per carità, ma devono essere preceduti dalla percezione interna dell'emozione, perchè se non ti permetti di provarla perdi tutta l'energia che ti dà e che può permetterti, ad esempio, di difenderti da un sopruso o un'offesa.
  12. Icy

    Rabbia non rabbia

    Esattamente. Per te magari potrà sembrare strano. Per me invece è stato strano scoprire che il mio modo di provare rabbia era incompleto perchè non associato ad una espressione corporea, sono stata convinta di essere perfettamente normale per anni. Edit: anzi, mi devo correggere, molte volte quando mi sono arrabbiata sono scoppiata a piangere, evidentemente proprio perchè non sapevo come altro esprimermi.
  13. Icy

    Rabbia non rabbia

    Salve, sto seguendo una terapia che mi sembra si chiami "psicodinamica" per problemi d'ansia e di lieve depressione già da un po', e quello che è venuto fuori è che ho difficoltà ad entrare in contatto con certe emozioni. Nel senso che "mentalmente" so che ci sono, ma a livello corporeo non le percepisco. E pare che l'emozione che mi mette maggiormente in difficoltà sia la rabbia. Mi potete descrivere come vi sentite quando siete arrabbiati? Secondo voi cosa posso fare io per ritrovare il contatto con questa emozione?
  14. Icy

    Senza emozioni

    Grazie per avermi risposto. L'ultima volta che sono andata da lui gli ho parlato delle mie perplessità e gli ho chiesto se velatamente se si poteva cambiare tipo di terapia (adesso non so e uno psicoterapeuta sia specializzato in uno o più tipi di terapia), cmq mi ha fatto capire che secondo lui era meglio continuare con questo sistema. Diciamo che i rapporti sono lievemente tesi da parte mia perchè non capisco come quello che stiamo facendo possa aiutarmi... cioè, lo so che scopo ha... ma è il modo in cui lo facciamo che mi lascia perplessa. Un anno e mezzo? Come fai a resistere? :shock: Cmq, tu dici che non è un compito assegnato dallo psichiatra, ma è difficile non percepirlo come tale proprio perchè, durante le sedute, continua a ripetermi sempre la stessa domanda (cosa provi dentro di te verso di me), e dopo un po' che non rispondo riparte con la solita solfa (c'è una parte dentro di te che si mette in una posizione passiva blablabla, hai tutte le capacità per metterla da parte blablabla, che cosa ne vuoi fare di questa parte di te?). Dice che l'unico compito che ha lui è identificare tutti i miei atteggiamenti che nascono dalla parte "autodistruttiva" di me e farmelo rpesente affinchè eviti di farli (praticamente quasi tutti).
  15. Icy

    Senza emozioni

    Grazie eh.
  16. Icy

    Senza emozioni

    Scusate il ritardo ma ho avuto problemi col computer A stare meglio... ma per stare meglio devo cercare di seguire la strada che mi indica lo psico, no? Per quanto riguarda lo star in casa sì, mi infastidisce, perchè so che quando sto in casa finisco quasi sicuramente a letto a non far niente a parte rimuginare. Il mio spazio ce l'ho, è una stanzetta piuttosto piccola (6x2 m o poco più), diciamo che il fatto di avere una stanza piccola un po' mi deprime, perchè non so mai dove mettere la mia roba, infatti è spesso in disordine. In effetti è proprio così, io mi sento in dovere di fare qualcosa perchè lo psico me lo chiede. Quello che dici tu lo provo a fare tutto le volte, ma quando lo faccio non sembra sufficiente, lui mi chiede che cosa sento dentro di me verso di lui, io gli rispondo, e lui mi dice che è solo una parola, che non mi vede in contatto con l'emozione di cui parlo, e mi rifà la domanda, tutto d'accapo. E' sempre così. E dopo un po' che non rispondo come vorrebbe lui mi fa il solito discorso che so ormai a memoria sul fatto che dentro di me sento l'esigenza di mettermi in una posizione spenta e senza energia, non reattiva, e mi chiedo che intendo fare, se voglio liberarmene o no. In effetti no, non amo molto stare con la gente, però amo ancora meno lo stare da sola. Quando sto con qualcuno mi sento in obbligo di comportarmi a una certa maniera, cerco di essere loquace perchè se resto zitta e non dico niente la gente non vorrà stare in mia compagnia. Non parlo con nessuno dei miei problemi, neanche con la mia migliore amica, perchè quelle poche volte che ho provato a farlo ho visto un atteggiamento evasivo tipico di chi ha imbarazzo a trattare certi argomenti. E poi ho paura di essere giudicata negativamente, di essere considerata una "diversa" se dico le cose come stanno. Quindi no... non amo stare con le persone, ma allo stesso tempo non posso farne a meno perchè sola sto peggio. Per questo motivo non allargo facilmente il mio giro ed esco sempre con quell'amica solita e rare volte con altre persone. Per concludere: ultimamente la sera non esco mai, e di giorno ho vari impegni tra università e cosucce che faccio per cercare di riempire la giornata e non chiudermi in casa.
  17. Icy

    Senza emozioni

    Ecco, apatia è la parola esatta per descrivermi. Se per fondo del baratro intendi il suicidio io mi ci sono avvicinata, ma questo tanti anni fa, con gli anni la mia condizione è lentamente migliorata, ma mi vedo ancora molto lontana dal vivere serenamente, anche per questo sto ricorrendo alla psicoterapia. Sono una grande sognatrice, ma nel senso negativo del termine, cioè tendo ad isolarmi nel mio mondo piuttosto che affrontare la realtà, infatti sto cercando di smettere. Non ho vere aspirazioni, non ho la più pallida idea di cosa fare della mia vita, ho tante cose che mi piacerebbe (non che voglio) fare ma non ho nessuna voglia di intraprendere un cammino verso di esse. Giocare alla PlayStation è l'unica cosa che davvero mi prende, ma non lo faccio più da parecchi mesi, perchè entra in contrasto col fatto che studio e se mi metto a giocare so che non la smetto per ore, quindi alla consolle non mi ci avvicino neppure. Poi guardo alcuni cartoni animati, tipo Dragon Ball e i Simpson, e ogni tanto delle serie televisive tipo Smallville. Per il resto nulla mi stimola. Lavoro a tempo pieno per tre giorni al mese per raccimolare qualche soldino, poi studio ingegneria informatica all'università. Essere impegnata in qualcosa mi aiuta, per cui sono contenta se c'è qualcosa che mi porta a stare fuori di casa, perchè ho notato che quando sto fuori sto molto meglio. Purtroppo ora le lezioni sono finite, devo prepararmi per degli esami, e anche se ho da fare con lo studio il fatto di stare in casa mi deprime abbastanza. Mi piacerebbe tanto saperlo, ti dico solo che sto così da quando ho memoria. Grazie. Salve thewall, anch'io spesso provo noia a parlare con la gente, e spessissimo mi trovo a non sapere proprio cosa dire, a parlare così, senza dire realmente niente, tanto per non rimanere in silenzio, poi anche quando la gente mi chiama non ho voglia di uscire, quando la gente mi si avvicina per parlare, se non sono quelle due persone in croce con cui ho confidenza, tendo ad allontanarle. Mi è chiarissimo il tuo discorso sul "non lavorare troppo col cervello", sto cercando di non farlo anch'io perchè mi sono resa conto che fa malissimo, però è dura, specie quando ci si ritrova chiusi in casa. E cerco anche di portare a termine gli obiettivi che mi prefiggo, ma tanto più sono lunghi tanto più è dura, col passare del tempo divento sempre più cedevole e in genere mollo intorno alla metà dell'opera. Sfogarmi su Internet cerco di non farlo perchè l'ho fatto per molto tempo e mi sono resa conto che è controproducente, perchè spesso ti prende la mano e finisci con l'isolarti lì e col non affrontare la realtà. Infatti in teoria non dovrei essere qui, ma in pratica io sono a un punto morto nella psicoterapia per il motivo detto nel primo post e non so proprio che fare per sbloccarmi. Grazie. Ecco, mi riallaccio a questo per riportare la mia domanda dell'inizio, qualcuno di voi sa come si combatte l'apatia? Ci sono delle cose che, se fatte, possono aiutare a ritrovare il contatto con le proprie emozioni? Cosa cavolo devo fare quando sono lì, seduta, davanti al mio psichiatra, quando mi chiede: "cosa provi in questo momento dentro di te verso di me?", per riuscire a trovare quel contatto con le mie emozioni che il mio psichiatra desidera vedere da parte mia (e che pretende da parte mia)?
  18. Icy

    Senza emozioni

    Salve, sono nuova. Mi sono iscritta prevalentemente per porre questa domanda, che non sapevo a chi porre: premetto che soffro lievemente di depressione, e per questo faccio psicoterapia già da qualche mese con uno psichiatra. Ci vado già da un po', e parlando con lui ho capito una cosa che mi ha lasciata molto perplessa: non provo emozioni. Lo so che detta così sembra una stupidaggine, ma pensandoci mi sono resa conto che effettivamente è così, le uniche emozioni che mi riesce bene di provare sono un po' di allegria quando succede qualcosa che mi diverte, poi solo angoscia e paura. Per il resto non amo, non odio, non sono felice, non provo affetto per le persone che mi stanno vicine, non mi arrabbio ecc. Diciamo che io so razionalmente che c'è dentro di me una determinata emozione, ma non la "sento". Il mio psichiatra lo chiama un "non essere in contatto con le mie emozioni". Adesso, io ho capito cosa ho, e spero l'abbiate capito anche voi dopo questa spiegazione, la mia domanda è: come faccio a porvi rimedio? Ho provato timidamente a chiederlo al mio psichiatra, che mi ha risposto che per riuscirci devo riuscire a mettere da parte quella parte dentro di me che vuole impedirmi di provare emozioni, peccato che io non abbia la benchè minima idea di come si faccia. Quindi provo a chiederlo a voi: che devo fare?
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