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wyattt

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  1. Ti ringrazio Cippalippa...vedrò di farlo prima di tornare a studiare. ..Vorrei che se ci fosse qualcuno che ha avuto esperienze simili, raccontasse la propria storia magari!
  2. Tex...io mica sto dicendo che è un problema a livello mondiale!! E' un problema mio..che mi da parecchio da pensare. Addirittura ho pensato così tanto in questi anni, che il mio cervello brucia calorie come una locomotiva...e non riesco mai a prendere peso (questo è un altro dei miei problemi!). Cippalippa..ti ringrazio per quello che dici. Vedo che un pò mi capisci! Io ho paura...ho paura di come potrebbero reagire loro e di come potrei reagire io: se io mi aprissi con loro, e loro continuerebbero a non capirmi o contraddirebbero le mie risposte, io so che reagirei male, e non riuscirei più a guardarli in faccia. Già adesso, mi viene difficile farlo...addirittura qnd ero fuori per l'univeristà mi veniva difficile parlare con loro a telefono..mi veniva la nausea, sià perchè io non studiavo, sia perchè dentro sentivo troppo dolore e loro non mi chiedevano neanche cosa avessi. Solo negli ultimi anni hanno cominciato a chiedere, anche se in maniera errata..troppo irruenta spesso, quando io stavo male da molto + tempo...praticamente dalle elementari...
  3. Se sembro molto evasivo, e perchè sarebbe una cosa molto lunga d spiegare e difficile da capire con precisione in un forum. Per questo motivo ho chiesto solo di darmi risposta a una domanda conclusionale...ma in effetti adesso mi rendo conto che una risposta non potete darmela neanche voi, non per colpa vostra, ma perchè non avrebbe senso prendere delle decisioni al posto mio. In realtà forse vorrei sentirmi dire qualcosa di rincuorante e infine l'unica risposta che sarebbe plausibile: quella di parlare, nonostante le mie paure sulle reazioni dei miei. Il problema è che sono diventato veramente esperto nella psicologia, e sò sempre molto prima come reagirà una persona (sempre se la conosco almeno un pò), come se fosse una partita di scacchi: so almeno le 10 mosse successive che farà l'avversario! Inoltre riesco a leggere le espressioni e gli occhi di una persona per capire cosa sta pensando (ne ho avuto la conferma + volte). Sembrerebbe un vantaggio...ma fino ad adesso per me non lo è stato, perchè spesso "ho letto" cose poco belle nei miei confronti. Boh..dite la vostra se volete.
  4. Immaginavo che non avreste capito pienamente il mio problema. Ho omesso molte cose, ma di certo non vi ho chiesto di esporre un parere su come le cose dovessero essere affrontate in passato. Mi sono ritrovato in questa particolare situazione per vari motivi, Si,sono gay...ma questo è l'ultimo dei miei problemi purtroppo. La mia domanda è quella finale che vi ho posto: devo parlare con loro, sapendo certamente che loro si sentirebbero colpevoli e tristi per la mia condizione (per alcune cose, irrisolvibile), stravolgendo per sempre quindi un equilibrio, o non devrei parlare, ma cercare di risolvere 1 ad 1 i miei problemi, come ho sempre cercato di fare,seppur con scarso risultato? Non sono nè presuntuoso, nè altro...mi interessa anzi +di tutto non creare dolore ai miei e a chi mi sta intorno. Vi chiedo solo di mettervi un attimo nei miei panni, e capire cosa avreste fatto voi.. grazie
  5. Vi pongo una domanda. Cosa dovrebbe fare un ragazzo di 23 anni con i suoi genitori nel caso in cui: non parla dei suoi problemi con loro da quando aveva 10 anni per vari motivi; alcuni di questi problemi fossero oggettivamente irrisolvibili; nel caso in cui, se parlasse, farebbe sentire questi genitori inevitabilmente colpevoli di molti dei suoi problemi, che si sono poi ingigantiti col tempo? Inoltre, sfogandosi di tutti i suoi dubbi e le sue problematiche, si sentirebbe da un lato + leggero, ma dall'altro questo ragazzo non riuscirebbe più a guardare con gli stessi occhi i propri genitori, e verrebbe stravolto un equilibrio, seppur fatto di silenzi dolorosi, che per anni si era stabilizzato: questo perchè non vorrebbe vedere nei loro occhi il dolore che sentirebbero nel cao in cui si sentissero colpevoli dei problemi del figlio, ed anche perchè vedrebbe nei loro occhi la compassione che proverebbero per il loro figlio nel sentirsi solo, depresso e debole, e con dei problemi irrisolvibili. La questione è complessa, ma ho cercato di riassumerla. Ovviamente parlo di me stesso. Vi sembrerà strano il fatto che io parli in 3^ persona e esprima conclusioni che solo uno psicologo potrebbe dare...ma sono anni che mi autopsicanalizzo e ormai sono esperto in queste cose. Conosco le cause e gli effetti di ogni mio problema, ma non riesco a darmi una risposta a questa domanda: dovrei parlare, liberarmi di tutto, ma creare del dolore e stravolgere un equilibrio per sempre, o stare zitto, lasciare che alcune cose si risolvano col tempo, ma tenermi un dolore che provo da tempo? grazie
  6. Ciao, benvenuto nei forum di Psiconline®, ti auguro un sereno e costruttivo confronto con tutti gli altri. Un saluto, Alessandro Martinelli

  7. ...ho letto con attenzione le tue parole, e sono dispiaciuto per te...mi fanno rabbia queste cose: i genitori credono che sia facile avere un figlio/a. Lo fanno nascere, lo crescono fino a quando cammina, e appena spiccica qualche parola e va un pò per la sua strada, credono che il loro compito sia finito...mentre non sanno che se anche un figlio diventa indipendente e va via di casa, hanno bisogno ogni tanto di sentirsi amati...e ascoltati!!! Vivo per necessita con mia sorella, e neanche lei mi capisce...crede che io non studi perchè sono svogliato, perchè faccio altro e riferisce ai miei che non studio. In realtà in tutta la mia vita non ho mai studiato seriamente, perchè sono sempre stato triste e depresso. Loro non sanno quante volte ho pianto da solo in camera...e tutta questa insensibilità, e arroganza (quando credono di sapere e mi rimproverano...) mi fa nauseare! Gli ho detto l'1% di quello che sento...ora credono che sia tutto apposto e vogliono che riprendi a studiare! Ma per me lo studio adesso non è la cosa + importante. Devo prima ritrovare me stesso, recuperare il tempo perduto...ma questo comporterebbe spese inutili per i miei che pagano l'università. che devo fare?..lo chiedo anche agli altri del forum, e ai moderatori!
  8. Ciao Giusy....per la seconda parte sono pienamente d'accordo con te...devo vivere la mia vita, ed essere me stesso (cosa che tra l'altro non sono mai stato...ho portato sempre come una maschera). Ma per il fatto di staccarmi, sono già staccato da loro da un bel pò...colpevole il mio accaparrarmi di tutti i miei problemi e il risolverli da solo. Il fatto è che sono arrivato a un certo punto in cui ho capito (per come sono fatto io, perchè altri se ne fregherebbero e andrebbero avanti...) che devo dire tutto a qualcuno (visto che ormai accumulo da troppo tempo e non mi fa certo bene), sia per andare avanti sereno, sia per far capire ai miei cosa è successo in me! Mi dico che devo dire tutto, ma mi frenano 2 cose: 1) che non ho abbassato mai le mie "difese", e se i miei sentissero tutto ciò che ho da dire, gli sembrerebbe che io sia un caso psicologico grave da curare e gli farei pena....mentre così non è, perchè anzi sono cresciuto + in fretta di molti altri e ho preso consapevolezza della vita! 2) non ho il coraggio (ed è per questo che mi sono tenuto sempre tutto dentro) di dire ai miei che hanno sbagliato un bel pò di cose nel crescermi (cose che probabilmente ad altri non avrebbero fatto effetto...ma io sono molto sensibile e recettivo) e che è per queste cose che fin da bambino io ero triste...e che per la mia tristezza e senso di inadeguatezza, ho perso gran parte della mia vita (giochi, amicizie, mare, uscite, sogni...), che non potrà mai + essere recuperata. Quello che voglio è che loro si rendano consapevoli di ciò che mi turbava e che mi tuba ancora oggi...e che imparino a non fare questi sbagli ancora in futuro; manon so come farlo senza complicare troppo le cose.
  9. wyattt

    Orientamento Sessuale

    E' vero...non dobbiamo sforzarci di capire quale sia il nostro orientamento sessuale, ma sforzarci di capire come possiamo essere + felici! Non dobbiamo pensare a cosa dicono o pensano gli altri su noi stessi... Quoto sulla bisessualità + o - repressa in ogniuno di noi: non è altro che curiosità in qualcosa che non si conosce bene, e solo chi è apposto con se stesso riesce ad ammettere queste verità...chi invece lo nega con tutte le sue forze, è molto probabile che abbia un dissidio interiore a livello sessuale!
  10. Un ciao a tutti! Sono nuovo di qui, ma ho già dato dei consigli ad alcuni di voi, perchè da figlio mi sento di dire ciò che provo con i miei genitori e rifletterlo nelle situazioni altrui... Vi ho dato molti consigli...sembra un paradosso, ma il mio non riesco a risolverlo! Conosco a menadito la psiche umana (credo per esperienza diretta)...ma ciò nonstante non ho il coraggio di parlare ai miei dei problemi che ho. Sono sempre stato magro, e per questo (ma anche per colpa degli altri) ho sempre sentito un senso di inadeguatezza (per la mia magrezza) e di solitudine, visto che i miei genitori non hanno mai fatto nulla per risolvere questo problema o per chiarire insieme, nonostante i fossi triste e depresso 5 giorni su sette. Quando ho notato la loro indifferenza (o inconsapevolezza per cosa mi stava succedendo) mi sono chiuso in me stesso, e da allora ho sempre risolto i miei problemi da solo. Adesso, come sempre, non riesco a studiare e sono indietro con gli studi universitari...ma non è una causa, come credono i miei, ma una conseguenza del mio senso di tristezza e di vita irrisoluta. La cosa che mi fa arrabbiare di più e che loro non capiscono e che non hanno mai capito cosa avessi dentro, e per questo non riesco nè a guardarli in faccia, nè a dirgli veramente cosa sento e che è colpa loro se mi sento così...anche perchè se loro si sentissero poi in colpa, la mia empatia mi porterebbe ad assorbire pure la loro tristezza e preoccupazione. Cosa devo fare secondo voi? cosa avrebbero dovuto e devono fare i miei genitori? Fino a qualche giorno fa credevo che fossi io ad esagerare e che il mio non potesse essere un vero problema...ma poi mi sono ricordato che fino a 14-15 anni ho fatto la pipì a letto, e di certo era indice di un mio problema psicologico...che i miei nn hanno mai capito e di cui mi hanno sempre dato la colpa, quasi lo facessi apposta. Questo mi ha reso triste per moltissimi anni, e nn mi ha permesso di fare ciò che volevo, perdendo gran parte della mia vita e della mia adolescenza...cosa che nessuno mi restituirà. Grazie
  11. La soluzione c'è...ma purtroppo nessuno vuole capire che se in un rapporto manca, il rapporto si frantuma in poco tempo. 1) devi considerare che sei + grande di lui e quindi + matura...Hai scelto tu di avere un marito + giovane di 9 anni, e adesso devi cercare di modificare il tuo orgoglio e le tue abitudini per cercare di capire le sue! 2) DEVI PARLARGLI COL CUORE!!!...se gli parli col dito puntato in avanti, si sentirà giudicato, oppresso, e triste... 3) fallo sentire importante, fallo sentire unico... 4) Parlagli, digli che hai bisogno di lui, di essere aiutata....si sentirà responsabile e sarà disposto a chiarire: da lì in poi digli sempre come ti senti e perchè..proprio come hai fatto qua! Digli che dovete decidere le cose insieme, ma dagli anche un pò di spazio...per non opprimerlo! Purtroppo ogniuno di noi ha delle necessità insite in noi stessi che non possono essere eradicate subito, ma modificate nel tempo...
  12. wyattt

    aiuto: genitori!

    Ele...devi dire loro proprio quello che stai dicendo qua, nel modo in cui lo stai dicendo qua! Fagli capire che stai male per tutto questo...che il fatto che loro ti credano irresponsabile e che non ti danno una certa indipendenza finirà per farti esaurire e diventare infelice, e dovrai andare da uno psicologo. Parlagli col cuore in mano, e non urlando...so che è difficile ma è l'unico modo. Se continuano, mettili alle strette (ma sempre senza urlare) dicendo che se continuano così, a poco a poco ti dovrai allontanare da loro...pur non essendo felice di ciò! Purtroppo colpevolizzare i propri genitori a volte è l'unico modo relativamente meno drastico per scaturire in loro un senso di autocritica e di cambiamento... Funziona solo se lo fai col "cuore in mano" e senza agitarti...se farai il contrario, la prenderanno come una sfida, una prepotenza e continueranno! Ciao
  13. wyattt

    figlio sensibile

    Ciao Luana, ciao a tutti! Mi sebra quasi che parliate di me...Sono entrato in questo forum proprio per chiedere un parere ad altre persone, perchè anche io ho un rapporto difficile con i miei e da piccolo ero un pò come tuo figlio... Sono daccordo con "ellemir", ma non nel fatto di lasciarlo stare....NON FARLO MAI LUANA!!! Sono empatico e mi basta un attimo per capire cosa provano le persone...mi basta guardarle negli occhi e capire tutto. Ma in questo caso, anche se non posso gurdarlo negli occhi, posso capire qualcosa lo turba...Credo che sia abbastanza grande da capire certe cose, e forse c'è stato qualcosa, una consapevolezza...magari errata, che lo fa chiudere in se stesso. Non fargli credere di essere solo...e parlagli come se fosse un adulto, senza mai sgridarlo o colpevolizzarlo: vedo che anche tu sei una persona sensibile...quindi guardalo negli occhi, abbassa tutte le tue difese e parlagli col sorriso...non constringerlo a fare nulla (ERRORE MADORNALE...che ancora assilla anche me!), ma cerca di capire quali sono le sue aspirazioni, i suoi desideri, le sue capacità...e assecondale! Meglio avere un bambino felice, che uno triste che fa quello che vuoi tu... Non fargli sentire il peso della tua preoccupazione e non preoccuparti...lui lo sente inconsciamente! Se c'è qualcosa che potrebbe averlo sconvolto precedentemente, parlatene insieme...e non nascondergli niente! Ciao...e facci sapere!
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