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octopus

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messaggi di octopus

  1. Non ho capito molto bene quello che volevi dire datango... :unsure:

    Credo che "filosofeggiare" sulla situazione ideale non ci permetta di arrivare ad una conclusione soprattutto in questo caso... come avevo scritto nel mio primo post, ci sono alcune "idee e pensieri" che ritengo molto importanti e con in quali cerco di essere coerente nella vita, ma nel contesto familiare non riesco nemmeno a far fede a quelli, nel senso che non lo faccio intenzionalmente per evitare "dispiaceri"...

    Forse il punto non sta nel'impostazione del rapporto familiare (che poi è impostato quando noi non siamo in gradi di intendere e volere), ma sulla sua "evoluzione" direi...

  2. Octopus mi hai fatto impazzire con il tuo indovinello..(i miei passatempi del venerdì sera :D: )

    Allora..non sarà la soluzione ma è l'unica che mi è venuta per il momento:

    Apparte che il banchiere in quanto tale dovrebbe avere qualche macchinetta per riconoscere le monete false :abbr:

    No, la mia soluzione è che il banchiere divide gli otto sacchetti in due gruppi, unendo i contenuti di 4 sacchetti in 2 unici grandi sacchetti.

    Poi ne pesa uno, ovviamente quello con tutte le monete vere peserà sui 1kg e 680gr(+ilsacchetto) , se è l'altro meno.

    Così ha scoperto qual'è il sacchetto con le monete false, anche se c'ha rimesso 3 sacchetti di monete vere :D:

    No eh? :D: :D:

    Woooooooooooooooooooooow finalmente qualcuno che sembra interessato (io adoro sbattere la testa sugli indovinelli) -_-

    mmmm... mica ho capito 'sto sistema che hai proposto... cmq ad occhio e croce sembra che non sia una soluzione accettabile... l'obiettivo è trovare IL sacchetto di monete false...

    Dai un aiutino, il fatto di avere un "passato da informatico" mi ha aiutato un po' a trovare quella che mi sembra sia l'unica soluzione possibile... :D:

  3. Si condivido tutti e due. Integrare le proprie e riconoscere le altrui identità permette di relazionarsi liberandosi da schemi interpretativi. Il nostro ruolo sarà al quel punto spontaneo e relativo al legame sentito con la persona che si relaziona con noi, non più vincolato ad ruolo che in realtà non ci corrisponde in quel momento .

    Credo che siamo tutto d'accordo su questo concetto Datango, ma l'argomento della discussione è che nel contesto familiare questo sembra abbastanza impossibile... <_<

    Cioè, riconoscere la propria ed altrui identità è fattibile (anche se io sono del parere che chiunque nel momento dell'assimilazione di informazioni dall'esterno sta "interpretando" in qualche modo, ma non voglio divagare)... ma non corrisponderanno all'IDENTITA' DI FAMIGLIA... i ruoli dei quali si parlava...

    Il mio consueto esempio stupido: se una persona qualsiasi agisce con me in un modo che cozza pesantemente col mio pensiero e non mi offre argomentazioni al riguardo, gli riservo un trattamento ed una considerazione "adeguati"... ma se a farlo è un mio genitore, la reazione non sarà tanto "spontanea", il legame familiare filtrerà pesantemente la cosa... per me è così ora, ed in tutta sincerità non credo che cambierà poi tanto in futuro... mi sembra di capire che anche per gli altri è così? Forse è una cosa intrinseca? :21:

  4. Secondo te Octopus tra l'identificarsi in un ruolo e interpretare un ruolo c'è una dfferenza?

    Una domanda "linguisticamente ambigua", ci provo:

    se uno si identifica significa che lo fa suo, lo accetta in qualche modo, è d'accordo col ruolo sino al punto di "indentificarvisi", lo rappresenta bene.

    Interpretare qualcosa significa "fingere", recitare, essere qualcosa che non corrisponde alla realtà.

  5. Vi posso dire grazie a tutti?

    Mentre stavo scrivendo "i fatti miei" pensavo che forse non avrei dovuto, non cambiava niente non era come al solito che mi avrebbe portato ad una riflessione profonda.. invece vedere che non si è "un caso raro" e che c'è pieno di persone che riescono a fronteggiare la cosa, è riuncurante! :;):

    Grazie Mio :abbr:

    Datango hai detto una cosa giustissima, fino a 10 giorni fa pensavo di "rinfacciare" a mia madre un comportamento oggettivamente terribile nei miei confronti, arrivato nel momento più difficile della mia vita (finora) dove avevo bisogno di sostegno... ho avuto la "possibilità" ed il momento giusto per farlo, e mi sono reso conto che tutto si è sciolto in un "MA PERCHE'?", non avrebbe portato a niente di POSITIVO...

    E Trixi, anche tu hai colto nel segno! I ruoli nella famiglia sono una cosa terribile e deleteria!

    Io "abbandonai" completamente e repentinamente la famiglia per un anno, creando uno squilibrio enorme. Era una scelta per un percorso di vita differente, ma forse mettere 4000km di distanza fra me e loro serviva anche a "staccarmi" un po'...

    Quando sono tornato (imprevisto, non scelta), ho trovato che il mio sistema famiglia era diverso... c'era una sorta di meccanismo protettivo in loro, erano stati costretti a ricreare nuove dinamiche senza di me all'improvviso, ed all'improvviso sono tornato dentro!

    Da 9 mesi sono di nuovo a casa ora, e vedo che il "mio ruolo" è terribile... con un piede dentro ed uno fuori dalla barca... un misto fra il ruolo precedente che non sentivo assolutamente mio, ed uno nuovo che è stato deciso dagli altri senza di me...

    Solo che ora è chiaro a tutti che io non lo accetto più... è chiaro il mio malessere, cerco di non rinfacciare niente a nessuno, tenermi le cose dentro per quanto posso in famiglia, tuttavia si percepisce, e questo genera malessere negli altri...

    Una cosa bellissima è però il rapporto che ho con la mia sorellina quindicenne... già prima non era male, ma ora è "maturo". Sia chiaro, mi sarebbe piaciuto più di qualsiasi altra cosa avere un fratello come me quando ero un adolescente, ma non sto proiettando i miei desideri su di lei, semplicemente applico un "scoperta" sconvolgente e fantastica per me: ESSERE NATURALI E TRASPARENTI.

    Non interpreto il ruolo del fratello... il che non significa lavarsi delle responsabilità, ma semplicemente fare la cosa più naturale che si possa fare: essendo le persone più vicine che possiamo avere (fratello e sorella) possiamo condividere tutto, emozioni comprese, e ci godiamo questo rapporto.

    Questo è avvenuto in modo graduale, nemmeno mi aspettavo che arrivassimo a questo punto così presto... meglio!

    Lo dico perchè credo che anche i genitori dovrebbero avere un percorso simile... c'è una fase nella quale il "ruolo" è necessario (l'educazione), ma poi basta saper "cogliere i frutti"... capire che è arrivato il momento di passare all'esatto contrario di avere dei ruoli!

  6. Ti capisco Lapina, quelle parole potrei averle scritte perfettamente io!

    Purtroppo ho un "tacito accordo con me stesso" per non trovare una "soluzione" a questo problema, perchè ho la sensazione che la cosa sarà un po' dolorosa... fin quando posso, riinvio.

    Il mio cruccio è questo: quando sono in contesto familiare non sono me stesso. Ma non perchè non riesca ad esserlo, ma perchè mi rendo conto di "dare del dispiacere" ai miei se agisco come ME, se sono coerente alle mie idee... insomma, sono un'altra persona a casa... e il solo motivo per il quale lo faccio è che so perfettamente cosa succederebbe altrimenti, è già successo! :(

    Non sono io che devo cambiare, e non ho intenzione di cambiare i miei genitori, non ne ho nessun diritto (altrimenti mi contraddirei subito!!!), semplicemente bisogna chiarire tutto, accettarne le conseguenze.

    Forse è un po' di vigliaccheria da parte mia ora, o forse coglionaggine perchè mi sto infiggendo inutile sofferenza.

    E' uno dei problemi principali ultimamente, ci ho riflettuto un po', sono intenzionato a fare qualcosa a riguardo, ma prima voglio essere "libero da altre preoccupazioni" che potrebbero distrarmi... è una cosa molto importante perchè sono coinvolti i sentimenti delle persone che amo, e voglio potermi dedicare completamente a questo, senza preoccuparmi del lavoro ad esempio...

  7. direi che concordo....ma lo trovi vero?

    Certo che lo trovo vero, FONDAMENTALE per la mia persona anzi, non lo avrei interpretato così altrimenti (non sono religioso eh...) ^_^

  8. bhè sono passi da rileggere a volte

    Gesù disse, "Ho preso il mio posto nel mondo, e sono apparso loro in carne ed ossa. Li ho trovati tutti ubriachi, e nessuno assetato. Il mio animo ha sofferto per i figli dell'umanità, perché sono ciechi di cuore e non vedono, poiché sono venuti al mondo vuoti, e cercano di andarsene dal mondo pure vuoti.Ma nel frattempo sono ubriachi. Quando si libereranno dal vino, cambieranno condotta."

    DUE interpretazioni personali:

    Un magro tentativo di dissuadere i fedeli dal bere vino (che dovrebbe essere riservato ai sacerdoti), il che lo considero deprecabile vista l'importanza che il vino e la "sete" in generale ricoprono nella mia vita.... ihihihihi :huh: (che scherzo eh! Cioè, ehmmm... -_- )

    Ok seriamente:

    Essere VUOTI significa non aver trovato uno scopo, un senso alla propria vita... si viene vuoti, si dovrebbe diventare "pieni" strada facendo. Essere ubriachi significa avere la mente impegnata in "distrazioni" che impediscono una visione chiara e quindi il "riempimento" citato prima.

  9. Ci ho pensato un altro po', grazie a spunti vari.

    Le persone NEGATIVE si offendono facilmente. La comunicazione implica INTERPRETAZIONE. Se interpreti negativamente in modo unilaterale parti male, sarà facile offenderti.

    Ma peggio di tutto è l'APPROCCIO negativo: pensare di avere di fronte una persona negativa non significa che quella lo sia, ma che tu stesso lo sei. Una volta avvenuta la "chiusura mentale", una volta che si è "elevata" la propria individualità, per definizione è impossibile non sentirsi offesi da qualcuno che non si considera al proprio livello. L'interpretazione sarà negativa, senza vie di fuga. *

    La cosa più "interessante" è che l'offesa, come molti sentimenti, avviene dentro di NOI, è una cosa che può creare solo il diretto interessato. L'input esterno è relativo, se io ho attitudine negativa, mi offenderò.

    Il solito "esempio banale" (mi piacciono gli esempi banali): ad una bella ragazza viene detto "La tua bellezza non passa inosservata!", questo è un complimento, ma lei potrebbe pensare "E certo, crede che sia un'ochetta bella senza cervello!"... basta poco.

    *(piccola nota): provate a chiedervi perchè la reazione alla frase "sei bravo, ma dovresti fare più esercizio per migliorare" è totalmente diversa se proviene da una persona che consideriamo esperta (riguardo l'argomento), oppure da qualcuno che non conosciamo (che potrebbe essere un esperto come il primo, semplicemente non lo sappiamo)... :huh:

  10. Mi offendo se "l'attacco" avviene con cognizione di causa...

    se è una cosa stupida che proviene da una persona stupida, nemmeno mi tocca, e nemmeno mi spreco a fargli capire che in realtà NON mi ha offeso...

    A volte è difficile separare il sentimento dell'offesa da quello del tradimento credo...

  11. mmmmmmmmm meno male mi stavo preoccupando "nooooooo non posso essere proprio d'accordo con Mio" ihihihi <_<^_^

    Ma visto che siamo in Pensieri in libertà, mi chiedo se una canna possa effettivamente sortire un qualsiasi effetto su una persona sotto morfina (che dovrebbe essere un oppiaceo un tantino più forte)...

    Sembra una battuta fuori luogo eppure ha un "contenuto" eh!!!

  12. ma la mia posizione completa è questa.....alla fine è questa....il resto lo aggiungi tu quando non riesci ad accettarlo....

    vedi un primo passo nella mia comprensione è stato il compagno di mia cugina ....

    gli amputarono mezzagamba....era in chemio....e morfina...giocava in serie B in svizzera a 17 anni un futuro in discesa....

    lo andai a trovare, michiese di fare una partita alla play mentre giocavamo appena uscirono tutti mi disse " dai mi aiutami che andiamo a fumarci una canna sul terrazzo (parlo di 12 anni fa)" io subito esclamai " ma sei proprio un cazzone, ridi , fai il xxxxxxxx e non hai na gamba...ma ti rendi conto.." e lui "bhè che xxxx ci devo fare ormai non c'è...ho piango o me ne fotto...oramai....se la sono fumata...almeno ora che sei qui ho qualcuno che mi possa portare su sto benetto terrazzo senza menarmela se fumo..."

    non compresi subito, ma anni e anni dopo scorsi una grossa verità in quanto detto...

    ora applica questo concetto a tutto e poi dimmi...

    parli di facoltà di cambiare....intanto per cambiare devi poter farlo e soprattutto conoscerla altrimenti sbagli il cambio, e per conoscerla non devi giudicarla, la vedi e la cambi in base al tuo attuale bisogno...proittare il cambio per un desiderio porterà dolore...ma lo scoprirai da solo a tempo debito!

    Beh, anche in questo esempio non ci vedo differenza.

    La gamba è tagliata, il presente è questo, non CAMBI le cose desiderando di avere la gamba indietro, non tornerà! Si cambia il tuo atteggiamento verso le cose che è diverso (vuoi imparare qualcosa? La studi. Vuoi essere abbronzato? Prendi il sole. Vuoi scrivere con i piedi? Ti alleni a farlo. Vuoi "capire" un po' le cose? Ci rifletti...). ^_^

    In questo caso desiderare di avere la gamba è la cosa stupida, ma desiderare di essere in grado di godersi la vita ugualmente, mi sembra normalissimo ed anzi NECESSARIO...

    Non perdiamoci sul significato della parola "desiderio"... solo un immaturo confonde il desiderio col sogno o con l'utopia... una persona "normale" dovrebbe essere in grado di capire che vale la pena di desiderare solo le "cose possibili" (per "cosa possibile" intendo "qualcosa che si può avverare grazie alle MIE azioni, ma che assolutamente NON deve dipendere dal merito/colpa di ALTRI)...

    La realtà si cambia, per quanto ne abbiamo facoltà:

    posso cambiare la MIA pettinatura, non la TUA; posso camminare sulle mani se voglio, non posso volare.

    Mi bastano queste due frasi per riassumere tutto il concetto.

    PS: Il GIUDIZIO è sempre demonizzato come concetto... perchè? In questi ultimi mesi leggo questa parola solo ed esclusivamente in contesti negativi... mi sa che aprirò una discussione sul giudizio se già non esiste... <_<

  13. non chi si accontenta....il che presume il desiderio d'altro

    non chi si adatta il che è uguale all'accontentarsi......

    chi non desidera non per rassegnazione....ma chi non lo fa per compresa inutilità della cosa.....

    vi erano due ragazzi anni fa che avevano due ore da passare in stazione

    il treno li riportava dalle relative amorose....il militare era finito....

    uno passo il tempo tra il morsicarsi le unghie e battere i piedi a terra, uno sguardo all'orologio, uno sbuffo di fiato..

    l'altro compro una palla, gioco, prese un gelato, fece amicizie nuove.....

    il desiderio del primo lo logorò, arrivo dall'amoroso nervoso e litigarono...

    il secondo un po' sudato era felice, il tempo non volò via per la distrazione perchè lui adorò ogni cosa che fece,,,,,gioico con gioia, gusto il gelato e fu interessato ai nuovi amici conosciuti....

    la differenza con il primo era solo la saggezza di vedere la "stupidità" dietro ogni desiderio.....cio che è, è sta ha noi estirparci fuori la felicità!.....

    ..........................................

    Ma lo sai che con questa storiella è la prima volta che ti leggo e "sono d'accordo" riguardo il concetto del "ciò che è"?

    In questo caso non posso che essere d'accordo... è STUPIDO logorarsi nel desiderio se NON ABBIAMO LA FACOLTA' di modificare le cose, come in questa storia ad esempio (al contrario, un esempio banale che esprime il contrasto: desiderare di imparare qualcosa è ottimo, dipende solo da noi se ci mettiamo l'impegno e la motivazione necessari...).

    Sono ancora "distante" dalla tua posizione completa, ma razionalmente questo tipo di desiderio è stupido, vero. Oddio dovrei preoccuparmi?!? :boxing::rolleyes:

  14. Beh, hai detto bene nella prima frase:

    oppure vuoi sapere cosa c'è di diverso tra chi, ripeto, si mostra presuntuosamente, e chi invece riesce a mettere in discussione le proprie idee o convinzioni... ???

    Attenzione: saper mettere in discussione le proprie idee è esattamente il contrario di essere insicuri o non avere idee proprie. Come si può discutere di qualcosa che NON ESISTE o del quale non si è fermamente convinti? Un controsenso assolutamente :B):

    Esistono secondo me quindi 3 macrocategorie: presuntuoso, consapevole, insicuro. Quello che ragiona, si crea le proprie idee (con tutto quello che ne consegue), tramite anche il CONFRONTO (e quindi ecco il "mettere in discussione" del quale parlavo) mi piace chiamarlo "consapevole".

    Chi è insicuro non è necessariamente "debole e manipolabile", è anche tante volte anche aggressivo, e tende ad identificare come "presuntuosi" tutti gli altri indistintamente, non abbraccia l'idea di consapevolezza (spesso suo malgrado).

    Credo di aver risposto fra le righe alla tua domanda, mi era sembrato che tu avessi capito "chi non è presuntuoso è insicuro", che non è ASSOLUTAMENTE quello che volevo dire :;):

  15. sicuro?

    per me cio che dici è falso! :;):

    Beh, immagina un esempio banale: stai vivendo un bellissimo momento, ma vieni turbato oltremodo dalle lettere di minaccia dell'Enel che minaccia la chiusura della fornitura elettrica se non paghi le bollette... ihihihi

    Avere soldi non c'entra niente con la felicità, il NON averne può influenzare in qualche modo la cosa invece :wub:

  16. Cosa significa essere presuntuosi?

    Qual è il margine fra essere presuntuosi e non avere chiare le cose o non avere una propria idea (forse perchè non si è mai provato a crearsela indipendentemente), e quindi "insicurezza"?

    Avrei voluto aprire questo thread qualche giorno fa ma non sono stato a casa, non c'entra niente con altre discussioni del forum, è una cosa mia molto personale ed importante in questo momento.

    Credo che la differenza sia molto sottile, il presuntuoso è chiuso e non accetta confronto. Essere disponsti a "mettere in discussione" le proprie idee non significa essere privi di "convinzioni" (una convinzione è un NOSTRO pensiero derivato da qualcosa nel quale quindi crediamo, non la VERITA', ecco la differenza quindi secondo me).

    Che ne pensate?

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