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  1. Ciao! Sono Pandaemonio, invalido al 75% ho 41 anni e soffro di tante cose tra cui ben due disturbi della personalità in comorbidità. Mi ritrovo purtroppo a dover discutere e dibattere fortemente, almeno una volta a settimana, con il personale della mia ASL di riferimento, primario compreso. Evito di raccontare i miei problemi e arrivo subito al punto: Chiedere uno psicologo in ASL è una barzelletta. Le mie patologie mi hanno portato a lasciar perdere la sanità pubblica che stava aggravando tutto e puntare su sostegno e supporto privato. Il problema è nato quando mi sono reso conto che in ASL non erano presenti psicologi ma solo psichiatri e questi gestivano gli "utenti" come pacchi postali, da smistare nel centro diurno o agli assistenti sociali. Purtroppo mi ci sono ritrovato in mezzo, ho chiesto più volte sostegno e supporto ottenendo solo un posto in un centro diurno del tutto deleterio per me, un luogo del tutto incompatibile con una persona che soffre di disturbi della personalità che la rendono estremamente asociale. Una sorta di terapia d'urto forzata, che ha solo peggiorato le cose. Nel privato, cercando costantemente psicologi e professionisti che riuscissero a capire la mia condizione mentale, ho trovato dei veri esperti sull'argomento e soprattutto ho trovato persone AGGIORNATE. Ho cominciato percorsi annuali, ho cercato poi riscontri con altri specialisti per confermare quanto mi è stato poi diagnosticato. Dopo un lungo percorso psicoterapeutico e tanti soldi spesi ho finalmente dato dei nomi alle mie patologie, peccato che tutto questo non viene riconosciuto dall'INPS e neanche dalla ASL. Ho chiesto quindi alla mia psichiatra in ASL più volte di ascoltarmi, di fare terapia, cosa che mi è stata negata e che mi ha portato ad una diagnosi di "Disturbo della personalità N.A.S." (non altrimenti specificato) e pur avendo io diagnosi esterne in privato, vengono del tutto ignorate. Ho dovuto quindi chiedere un cambio medico, negato dalla psichiatra che quando gli ho detto che non andavano d'accordo mi ha riso in faccia. Sono dovuto andare quindi dagli assistenti sociali, scrivere email direttamente al primario e fare in modo che tutto questo orrore finisse. Purtroppo anche discutendo con il primario che amichevolmente mi ha preso in carico, resta comunque uno psichiatra. In ASL ignorano del tutto la figura dello psicologo, è come una gerarchia e per loro lo psicologo è una sorta di galoppino. Nel mio caso gli psichiatri si sono rivelati solo spacciatori di farmaci e certificati, non ascoltano psicologi e figure esterne e danno per scontato che la loro parole è legge. Ho fatto e faccio ancora adesso immensa fatica a far capire che i disturbi della personalità vanno curati con psicoterapia, non basta una cura farmacologica e a volte non è neanche necessaria. Nulla, mi scontro contro un muro di ignoranza che non solo nega l'utilità di una professione ma mette in mostra una totale ignoranza proprio nel campo della salute mentale. Sinceramente io non posso spendere tutti questi soldi per tutta la mia vita, senza contare che trovo profondamente ingiusto che la diagnosi valida per l'INPS sia quella di chi non fa terapia con me, non conosce approfonditamente la mia situazione e soprattutto non ha idea di come trattare le mie patologie.

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