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lasciare la terapia


elair

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Ciao a tutti,

da un anno e mezzo sto facendo una terapia psicodinamica e, per quanto sia abbastanza competente il mio terapeuta (a livello di tecnica più che altro) non sento più l'esigenza di continuare (nonstante alcuni problemini permangano.. in realtà il problema è uno solo!). Boh, è la seconda terapia che provo... mi sembra un po' brutto provarne una terza. Quello che non sopporto è che percepisco da parte sua piu' una motivazione a "fare effetto" su di me (attraverso le sue presunte perle di saggezza) più che una reale empatia nei confronti dei miei problemi! inoltre è inflessibile.. sento che non cambia idea e che ogni mia reazione (positiva o negativa) alle sue interpretazioni conferma sempre cio' che ha detto.

Al di là di ciò.. in generale non c'è grande sintonia, anzi, sento proprio di stargli antipatica.. e forse è reciproco!! al di là di questo aspetti relazionali... anche a livello di tecnica vedo che non ci si sofferma mai sun una tematica e si lavora su quella, èè un continuo divagare generico..... vorrei provare QUALCHE SEDUTA di TCC (dico QUALCHE!) e poi se anche questa non funziona mi rassegno =D qualcuno che ha cambiato terapeuta ha qualche suggerimento da darmi ? grazie ^_^

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  • 5 months later...

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Ciao! Capita spesso che i pazienti lamentino l'inflessibilità dei propri terapeuti; specialmente quelli ad orientamento psicodinamico, figli di una scuola di pensiero che fa della neutralità proprio strumento di cura. Cambiare specialista non sempre è la strada, soprattutto se si permane nel medesimo indirizzo teorico di riferimento. La Cognitivo-Comportamentale è "di moda", soprattutto i nuovi indirizzi (mi riferisco per es., alla terapia cognitva costruttivista) forse più validi dal punto di vista della ricerca psicologica rigorosa.

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Ciao! Capita spesso che i pazienti lamentino l'inflessibilità dei propri terapeuti; specialmente quelli ad orientamento psicodinamico, figli di una scuola di pensiero che fa della neutralità proprio strumento di cura. Cambiare specialista non sempre è la strada, soprattutto se si permane nel medesimo indirizzo teorico di riferimento. La Cognitivo-Comportamentale è "di moda", soprattutto i nuovi indirizzi (mi riferisco per es., alla terapia cognitva costruttivista) forse più validi dal punto di vista della ricerca psicologica rigorosa.

ma no, non sono neutri, in realtà, anche gli psicoanalisti, la neutralità non è parte di loro, ma del modello teorico appunto, di riferimento.

la neutralità non esiste, è una teorizzazione, nessuno la raggiunge nella realtà, altrimenti si perderebbe l'umanità.

Il paziente non lamenta affatto l'inflessibilità, perchè essa non esiste, anzi, il terapeuta è flessibile, proprio in quanto terapeuta si flette nella relazione col paziente.

Quello di cui si lamenta è del proprio dolore, il terapeuta non esiste, è una creazione della mente del paziente, esiste grazie al paziente.

Ciaooooo:))))

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