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Assistenza Sociale e schizofrenia


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Ciao

Scusate, è la prima volta che scrivo. Mi verrebbe da urlare a squarciagola, il mio è più uno sfogo che altro. Ma se avete qualche buon consiglio... insomma magari.

Il problema è che mio fratello, 36 anni, è affetto da schizofrenia. Sono undici anni. Io ora ne ho quaranta e i miei genitori sono piuttosto anziani. Insomma senza di me la casa non funziona. Non tanto dal punto di vista economico in quanto i miei hanno entrambi la loro pensione e anche io lavoro, ma dal punto di vista diciamo organizzativo. Mio fratello non è affatto stabile. Non siamo mai andati d'accordo neanche quando stava bene. Voglio dire sotto la schizofrenia c'è una persona con un suo carattere con cui anche da ragazzi non andavo assolutamente d'accordo. Credo che tra fratelli capiti spesso. In più mio fratello ha quello che ha. Alle volte sono solo manie, altre volte mi mette paura. Tra l'altro io sono piccolina e lui è un omone. Saltano sempre fuori discussioni maniacali per qualunque cosa. Senza che mi addentro troppo, praticamente ogni volta che interagisco in qualcosa scatta la discussione.

E così è quando va bene. Quando va male alza la voce, parte qualche spintone e mi mette paura. E questa seconda fase può durare un giorno o può durare una settimana. Normalmente con me parte lo spintone, con i miei alza solo la voce e magari rompe qualcosa. Io gli giro al largo in quel periodo. Ora ho letto di situazioni molto più gravi, ma non posso tirare a campare giorno per giorno. Mi sto rendendo conto che gestire mio fratello è difficilissimo. Uscire insieme quasi non se ne parla. Mi fa scoppiare la testa da quando apriamo la porta di casa a quando rientriamo. Sbaglio tutto! Da come mi vesto, da come guido, da come parcheggio, il vetro sporco, e se lo pulisco con lo schizzo e i tergicristallo poi rimane sporco ai lati. Tutto tutto tutto. sbaglio tutto. Sempre. Ecco, un soggetto così potrà mai essere un pochino indipendente? Parliamoci chiaro. I miei genitori non sono eterni e a me non piace affatto l'idea di bruciare la mia vita per fare la balia a mio fratello. Forse fra dieci anni sarò l'unica a gestire mio fratello. E questo mi terrorizza. Ma perchè si dà per scontato che se voglio farmi una vita mia sono un'egoista. Anche io ho (avevo) i miei sogni, le mie aspirazioni. Non riesco ad avere una relazione stabile. Ma come io non voglio questa situazione, non la vogliono neanche quei pochi spasimanti che mi hanno corteggiata. Prima ti amano e ti accettano con tutta la dote, poi come hanno fatto due passi avanti ne fanno tre indietro. E hanno ragione. Io sempre stressata con la testa altrove, a casa una situazione kafkiana. Questa vita come non la voglio io non la vogliono loro. E quanto è ipocrita quando mi dicono se ti amano davvero allora ti accettano in tutto. Ma se magari una persona la conosco da dieci o quindici giorni, come fa ad amarmi davvero. Ed effettivamente per amarmi ci vuole un gran coraggio. Così non vado da nessuna parte.

Ma non ho finito. La cura la fa male. Perchè lui odia prendere le medicine. Sostiene di non essere proprio malato malato, solo un po stressato (lui!). In undici anni abbiamo cambiato 3 psichiatri con effetti inesistenti. Uno di questi era anche un luminare... lasciamo stare che è meglio. Abbiamo cambiato i farmaci. Quando li prende la situazione è accettabile. Ma si fissa che troppi farmaci gli fanno male. E non li vuole. E le pasticche devono essere piccole, perchè se le vede grandi gli fanno male. E comunque dopo un po' che le prende gli fanno male comunque secondo lui. E i dottori mi dicono: "deve prendere le medicine". E io non ne posso più di sentire sempre la stessa cosa. MA hanno una vaga idea della persona che hanno in curano. Ma che non lo sanno quanto si impunta sulle cose?

A tutto questo mi domando, ma c'è una via d'uscita? Io me ne voglio andare. Non sopporto mio fratello e se resto è per amore dei miei genitori. Sono sicura che lui potrebbe fare di più per migliorare la situazione, ma non gli conviene. Preferisce non impegnarsi perche se si impegna io poi me ne vado e lui da solo (o con i miei genitori anziani) si sentirebbe perso. E guarda caso se solo accenno a parlare di queste cose si alza e se ne va e il giorno dopo da' di matto e guarda caso se poi lascio intendere che io da casa non me ne vado allora piano piano tutto rientra. Mi sembra così pazzesco dover gettare la propria vita per lui. Poi capita che devo tagliargli i capelli, perche nessuno, neanche mia madre può toccargli la testa se non io e mi viene da piangere e non so più che fare.

Ma se davvero me ne andassi. Gli lascio tutto. Casa, eredità e tutto. Cosa succede? Esiste una forma di assistenza sociale che lo segue? Oppure mi dovrò accollare pure questo rimorso. Da quello che risulta a me non esiste nulla di nulla. Non lo so!

So solo che ancora oggi metto la testa sotto terra.

Vabbè scusate è uno sfogo e basta. C'è chi nasce cieco, chi nasce storpio. Io sono nata così. Con un problema fuori dal mio corpo ma che mi riguarda comunque.

Dany

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