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2 anni con la mia compagna borderline. Sto cercando di separarmi ma mi sento in colpa


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Ciao a tutti,
ieri dopo l’ennesima turbolenta crisi nata dal nulla ho deciso di interrompere, almeno per il momento, la convivenza con lei. Questi ultimi sono stati tre giorni difficili in cui non riuscivo a celare il mio turbamento e questo di certo non ha aiutato a dirimere le tensioni tra di noi. Cercava di andar via con pochi bagagli ma, non avendo famigliari in questo paese, vagabondava per strada. L’ho sempre recuperata perché mai avrei permesso di abbandonarla in una situazione tale di sbando. Alla fine sono riuscito finalmente a convincerla a mettersi su un volo diretto in un altro paese europeo presso un famigliare che ha sempre dimostrato premura per lei. 
Ho tirato un sospiro di sollievo perché so che è in buone mani ma ancora adesso piango e mi sento davvero una m***a! Mi ritorna in mente il suo volto: il volto di chi è stato tradito. Dinanzi a questa immagine non resisto alla disperazione.

Dall’acquisto del biglietto aereo alla partenza è passato un giorno ed una notte e non vi dico i pianti ed i tentativi di sabotare la partenza. Persino un ricovero in pronto soccorso di mezzo. Alla fine, pero’ ,rabbiosa nei miei confronti si è dovuta imbarcata ed andar via. 
Sono innamorato di lei e ora mi manca da morire. E’ straniera, rifugiato richiedente asilo. E' dolcissima ed amorevole quanto mai, piena di premure ed ammaliante come pochissime. Mi innamorai subito di lei, forse spinto anche da un mio forte desiderio salvifico di aiutare questa dolce creatura.

Ho saputo della sua problema solo in un secondo momento da un documento medico scorto tra i suoi… non me ne ero mai preoccupato più di tanto, credevo nulla di importante o qualcosa che potessi gestire, ma mi sbagliavo. 
Era gelosa del mio vecchio cagnolino… mi ero ridotto a non potergli fare più una carezza o fargliela di nascosto. Ha preteso che non potesse entrare più in casa. Controllava tutti i giorni il mio cellulare… se mi assentato assorto in qualche mia faccenda nerd mi tacciava di averla dimenticata. Era infastidita se mi messaggiavo  con un mio amico/collega con cui condivido la passione della palestra, infastidita se mi recavo a visitare una mia zia materna che mi preparava qualche manicaretto. 

Ho speso molti soldi per ristrutturare casa dopo la morte di mia madre per renderla più confortevole quasi esclusivamente per lei ma alla fine non l'ha mai amata. E' una piccola villetta in periferia, nelle prime campagne appena fuori dal centro ma non lontano dalla città. Parecchie volte ha minacciato che per lei era impossibile vivere qui e che era sua intenzione andar via. Era annoiata dall'abbaiare del mio cagnolino in giardino, che in verità raramente abbaia ed è tranquillissimo. Era terrorizzata dalle innocue lucertole fuori in giardino così come da qualsiasi usuale insetto si possa scorgere in giardino.

Si è dimostrata molto pigra nell'apprendimento della lingua (con lei ha sempre preteso che parlassi in inglese con cui riuscivamo a comunicare). In due anni non ha fatto un passo avanti per integrarsi ed ambire anche ad uno "straccio" di lavoretto. Era molto brava come casalinga ma trascorreva tutto il rimanete tempo libero sul divano col telefonino massaggiandosi con i suoi famigliari nel pese d'origine. Non sfruttava la TV o la lettura per migliorare il suo italiano. Cucinava solo piatti della sua nazione, che comunque a me non dispiacevano.

Vi chiedo se esistono vari gradienti di questo disturbo… intendo mano grave, medio, più grave, ecc. Nel documento non era specificata l’intensità ma si menzionava l'evidenza di atteggiamenti infantili (cosa che confermo). Ho provato a documentarmi un po' su questo disturbo ma onestamente non vedo tutte le caratteristiche descritte dalla letteratura declinate nel suo caso. Ad esempio è vero che a volte è aggressiva ma non ho mai visti questi scatti così violenti e repentini non ho mai assistito a questi sbalzi in cui si passa dall’idolatria alle offese. 

Insomma sto cercando di capire se potessi farla ritornare gestendone meglio il rapporto. Infatti, irrazionalmente, non vi nascondo che desidero che possa tornare, magari con delle regole più rigide in casa al fine di tutelare l'indipendenza della mia sfera personale e spronarla di più dall'ozio. La ragione purtroppo, anche alla luce delle esperienze che leggo, mi dice di desistere dall'impresa.

Datemi qualche parola di supporto ma anche le vostre critiche … purché arrivi qualcosa...perché mi sento profondamente in colpa e penso che se avessi realmente voluto avrei potuto gestire il litigio e salvare la relazione per l'ennesima volta.

 Grazie

un abbraccio

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