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Adesione alle regole e libertà personale.


ilaria

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Insomma, è evidente come tutto, nel nostro mondo sociale, sia "regolato da regole": c'è la legge che punisce, ci sono i doveri (pagare le tasse, ad esempio), ci sono le superiori ragioni dello Stato.

Come si concilia l'esigenza di autorealizzazione, la libertà di coscienza, il diritto di seguire il proprio "demone" con i limiti che la vita sociale pone al singolo?

E, inoltre, chi obbedisce alle regole, secondo voi, lo fa più per intima convinzione, per un sentito riconoscimento della loro utilità o perchè, così facendo, tiene sotto controllo le tendenze devianti, proprie e altrui, e finisce per sentirsi più sicuro?Oppure l'obbedienza avviene per timore delle conseguenze "punitive" alla trasgressione?

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Insomma, è evidente come tutto, nel nostro mondo sociale, sia "regolato da regole": c'è la legge che punisce, ci sono i doveri (pagare le tasse, ad esempio), ci sono le superiori ragioni dello Stato.

Come si concilia l'esigenza di autorealizzazione, la libertà di coscienza, il diritto di seguire il proprio "demone" con i limiti che la vita sociale pone al singolo?

E, inoltre, chi obbedisce alle regole, secondo voi, lo fa più per intima convinzione, per un sentito riconoscimento della loro utilità o perchè, così facendo, tiene sotto controllo le tendenze devianti, proprie e altrui, e finisce per sentirsi più sicuro?

io applico il concetto di vivere nella società (dunque ne rispetto le regole) senza esserne un prodotto... :icon_mrgreen:

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io applico il concetto di vivere nella società (dunque ne rispetto le regole) senza esserne un prodotto... :icon_mrgreen:

ma se rinunci a dei tuoi impulsi o desideri o necessità o convinzioni per rispettare le regole, non sei comunque un prodotto della società?

e se le regole della società sono inique (metti le leggi fasciste, o fatte per interessi personali dei politici) perchè dovremmo rispettarle ?

chi stabilisce la correttezza di una regola sociale:la coscienza dell'individuo o lo stato?

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