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Arrivederci a Montecarlo.


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Il Principato è in fondo un parco giochi per ragazzi, uomini e donne ultraricchi e potenti, a disposizione anche dei comuni mortali, praticamente il paradiso. Il panorama è gratuito, lo champagne è sempre al fresco e il mare pulito. Vestitevi come si deve, anzi esagerate. Tanto pochi vi degneranno di un secondo sguardo a meno che non indossiate i jeans a cena... Occhiali da sole ultra chic, bikini mignon, qualche gioiello vistoso, un paio di foulard colorati per le terrazze ventose e le corse in cabriolet sono il minimo indispensabile. Ma se non siete accompagnate (mi rivolgo alle fanciulle) da un portafogli ben fornito (vostro o di chi vi sta al fianco) mettete in borsetta (possibilmente firmata) un pass per le 5 linee di bus che a Montecarlo servono meglio dei piedi tra le mille scale e salite. Andare in bus costa infinitamente meno dei taxi notturni e, perdipiù, ultimamente è anche tremendamente chic..."

Monte-Carlo è un paradosso socio-abitativo. Forme, colori, volumetrie e abitudini, così come sono, non dovrebbero nemmeno esistere. Figuriamoci prosperare. L'insieme di grattacieli, condomini, club privati, boutique, banche, gíoìellerie, atelier, stili, decori e atmosfere stucchevoli, stipati in un'area grande la metà di Central Park, diventano un impossibile paradigma di prospettive surreali, da fumetto futurista.

E' più facile elencare ciò che Monaco non ha che descrivere l'immensa opulenza che pervade questo miglio quadrato di costa mediterranea: non ci sono tasse, né quartieri poveri, nessun barbone né rifiuti per le strade. Non ci sono ubriachi per le vie (stanno nelle ville) e persino i cani sembrano sporcare solo nelle loro cucce o nei giardini privati. Non ci sono ladri o borseggiatori, né pusher o prostitute in strada (diversa la situazione nel privato ... ). Tutto grazie ad un corpo di polizia di 500 agenti che nulla lasciano al caso.

Curiosa la storia di Ringo Starr che stufo di essere fermato dai gendarmi a causa del suo abbigliamento troppo casual, cominciò a uscire di casa indossando la sua carta di residente appesa al collo assieme a monili e ciondoli hippy.

E non c'è nemmeno una vera democrazia. Non serve. Il Principe Willy è forse l'ultimo autocrate d'Europa, nonché un potentissimo uomo d'affari. La sua famiglia ha fondato la Sociétè des Bains de Mer che gestisce quattro casinò, vari hotel di superlusso (incluso l'Hotel de Paris) venti ristoranti, un country club, un cabaret, il golf, un beach club, una discoteca, le Terme...

Ma ciò che è davvero straordinario è come una tale quantità di attività riescano a sopravvivere e a guadagnare una montagna di soldi in uno spazio così ristretto. Per risolvere il problema dello sviluppo negli anni 60 si costruiva in altezza. Oggi si riempie il mare di terra e sì creano penisole artificiali: il quartiere di Fontvieille ne è un esempio. Il Principato, grazie a Willy, è cresciuto del 20% in termini di superficie. Parcheggi scavati nella roccia e ascensori gratuiti per i vari livelli stradali sono all'ordine del giorno.

Ma il non-senso geografico è un'incongruenza di storia, immagini e consuetudini di proporzioni tali, che alla fine ipnotizza e affascina, come Hong Kong o Singapore. Un agglomerato kitsch, scomodo, carissimo, ardito che domina però l'immaginario di uomini d'affari e donne di società, stuzzicandone il lato oscuro, avido d'esclusiva mondanità.

Monaco è oggi uno dei centri del potere economico mondiale. Un paradiso invivibile che ha la competitività, l'aggressività e il raggio d'azione di una porzione di foresta africana. I predatori hanno le fattezze di operatori finanziari abbronzati o intermediari immobiliari che girano in Rolls. L’ecosistema di vetrocemento è troppo piccolo per tutti, e ormai al limite. La città è un mistero socio-architettonico, invenzione di alchimisti finanziari e costruttori visionari che sono riusciti a trasformare un fazzoletto di terra insignificante in una miniera d'oro capace di attirare e produrre ricchezze immense, pur non possedendo nemmeno una fabbrica di bulloni.

Ma è la storia di Monte-Carlo, piena di miracoli e testardaggini vecchie di 20 secoli. Il porto di Monaco, infatti, veniva menzionato già ai tempi di Cesare nel 43 a.C quando la flotta romana era concentrata qui in attesa di Pompeo. Nel 1200 Genova regnava da Portovenere a Nizza. Ma già nel 1295, il vessillo dei Grimaldi sventolava sulla rocca di Monaco conquistata con scontri navali e terrestri violentissimi. Nel 1506 i monegaschi comandati da Luciano Grimaldi resistettero a un assedio di 4 mesi dei genovesi 10 volte più numerosi. Ottennero piena autonomia solo nel 1524. ma dovettero sempre difendersi, non per nulla oggi Monaco è una cassaforte-vetrina. Soldi, sole, belle donne, nobiltà, pubbliche relazioni, potere e soprattutto, esenzione fiscale, hanno convertito la Rocca dei Grimaldi in uno status politico e sociale. Il Principato, o meglio i 5 quartieri che lo compongono, sono una nazione sovrana in territorio francese, ricchissima e indipendente, seppur microscopica. Solo il Vaticano è più piccolo.

L'area del Casínò e degli alberghi, ovvero Monte-Carlo, la zona dei porto di La Condamine, il nuovo quartiere di Fontvielle, il bastione reale di Monaco Vecchia e la zona delle spiagge e dei lungo mare di Larvotto, misurano solo 4 km ma producono il reddito procapite più alto dei mondo. Circa 30 mila persone possiedono oggi la residenza monegasca. ottenuta per diritto di nascita o grazie a privilegi di fama e capitale.

I 195 ettari di terra (di cui oltre 40 strappati al Mediterraneo negli ultimi anni a suon di riporti e scavi), maledetta dagli uffici delle tasse di tutta Europa, sono un labirinto di Boulevard, Avenue, Rue e Place che s'intrecciano a pochi metri dal Mediterraneo. Una striscia di roccia, sabbia e pendici montuose verdissime che si srotola tra Mentone e Nizza e che vale un capitale al centimetro. Un metro quadrato di appartamento in uno dei tanti grattacieli lungo una delle vie che dividono la montagna dal mare, costa almeno 15mila euro. Fatevi un giro con un'auto scoperta guardando per aria. In una sorta di camera-car, scorrono le immagini di facciate provenzali, condomini-alveari, decorazioni Belle Epoque, grattacieli, vetrate a specchio, balconi e attici traboccanti piante e fiori tropicali, tratti di cielo azzurro, scorci di mare e porzioni di bosco color smeraldo. Se poi si sale da Beausoleil verso la Corniche Moyenne, la strada che passa a mezza costa e permette di evitare gli ingorghi del centro, le visioni tra una curva e l'altra della baia martoriata dai moli di cemento, abbellita dai giardini esotici, sovrastata dalla rocca che ospita il palazzo reale e costellata di grattacieli, stupiscono non poco. Dal lato della collina, che sale fino a 163 m, boschi di lecci e macchia mediterranea sembrano far parte di una natura preservata ed ecologicamente corretta. Tra una ginestra e un pendio coperto di lavanda, però, sbucano i profili delle megaville con piscina che si affacciano direttamente sull'accozzaglia di palazzi del quartiere di Moneghetti o della zona del Boulevard Albert. Una Manhattan in miniatura, disordinata ma elegantissima.

Il porto è un esempio. Príma di andare a morire d'invidia tra i superyacht della marina di La Condamine, tra Ferrari e limousine parcheggiate con noncuranza davanti a panfili con elicottero ed eserciti di marinai a bordo, è consigliabile passare un paio d'ore tra gli ulivi e le piante idroponiche dei nuovi giardini giapponesi costruiti tra il mare e Avenue Principessa Grace. Boccate di ossigeno calmanti, tra 7000 mq di azalee, camelie, bambù, vasche per i pesci, cascate, tea house, lanterne e giochi di pietra e legno benedetti dalla pace assoluta e da una squadra di monaci shintoisti, aiutano a superare lo choc di essere solo dei comuni mortali.

Lo zen a Monte-Carlo è essenziale per riordinare le idee di turisti e frequentatori saltuari del Principato più surreale e stralunato del pianeta.

Anche il mare è un amico utile in questo senso. Poco lontano, superato l'avveniristico Grimaldi Forum, ci si ritrova sulla bella Plage du Larvotto, ordinata e silenziosa, dove solo gli ombrelloni, i bar sotto la passeggiata e i topless di belle francesine sembrano turbare la quiete del pomeriggio. E anche se la sabbia, di notte, viene riportata artificialmente da grosse chiatte per mantenere intatta la mezzaluna bianca, l'effetto è travolgente. Immersi nell'acqua trasparente, spalle all'orizzonte, ci si scopre a guardare la fila dì condomini e grattacieli che si ergono proprio dietro l'arenile: lo spettacolo dei soldi trasformati in acciaio, mattoni e vetro che colano disordinati dalle pendici dei colli che circondano la baia vale da solo il bagno.

Il mare è trasparente, l'economia no, ma che importa. Infine toglietevi la soddisfazione di volare più in alto di tutti. Davanti al dehors del ristorante "Rose des Vents" oltre i lettini e i tavoli di legno dove vengono serviti pranzi sopraffini con i piedi sulla sabbia, volano i parasailing. Un giro, appesi a un paracadute trainati da un motoscafo con i piedi penzoloni sulle onde e il naso alla stessa altezza dei balconi dei grattacieli miliardari, riequilibra gli status sociali, anche se solo per poche decine di minuti. La superficie dei Principato è attualmente di 195 ettari. Presto se ne aggiungeranno altri con la costruzione del quartiere dì Fontvielle II.

L'unica celebre donna chef della città ha un ristorante all'interno dei Casinò, che prepara piatti asiatici nella Grand Salle Renaissance e che si chiama come lei, Toum. A pranzo: sulla spiaggia dei Larvotto non è male La Rose des Vents (tel. 00377.977.046.96) con terrazza e dehors sulla sabbia. Poco più in là gli aperitivi sono la specialità del neonato Zebra Bar all'ultimo piano dei Grimaldi Forum sulla passeggiata dei Jardins du Larvotto (10 avenue Princesse Grace).- I cocktail alla vodka sono super e ora come ora è il posto dove farsi vedere. I più giovani si danno appuntamento all'Amerícan Stars 'N'Bars giù al porto (frequentato spesso dal principe Alberto), o all'Hip bar all'interno dei Columbus Hotel (23 Avenue des Papalins). Hotel Columbus (23 Avente del Papalina - Fontvielle - tel. 920.590.00) il primo hotel design di Monaco di cui è socio anche la star di Formula 1 David Coulthard; è molto di moda e con camere a prezzi ragionevoli (circa 300 euro la doppia). Monte Carlo Beach Hotel (Avenue Princesse Greca, tel. 932.866.66), direttamente sul mare: 45 stanze e una bella atmosfera da resort marino Anni '20.

Arrivederci.

:teasin1125tc:

WdM

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ah ecco svelato il trucco, fai pubblicità!!!! :italian_flag: Comunque devo dire che scrivi (o copi) davvero bene mi hai fatto venir voglia di visitare MonteCarlo.... :teasin1125tc:

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ecco come divertire ricchi annoiati! e ci credono pure

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